Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere comunale del PDL Adriano Pedicini in un segnala una grave scelta fatta con una delibera regionale di fine luglio. Pedicini denuncia che sono praticamente azzerate le spese per le medicazioni a domicilio dei malati in ADI. Si tratta di malati gravi, spesso allettati, con patologie persistenti, mandati a casa dalle strutture sanitarie per non gravare sulle spese delle strutture ospedaliere. Di seguito la nota integroale
Quello che sta accadendo nella sanità lucana non può rimanere nel silenzio assoluto, sta pesando sulla pelle dei cittadini più sensibili, delle classi sociali più deboli, dei malati critici con pensioni di invalidità al di sotto della sussistenza. La Delibera di Giunta Regionale del 5 luglio 2011 n° 968 pubblicata il 22 luglio 2011 detta le norme per l’Assistenza Sanitaria Integrativa Regionale. Con la suddetta Delibera, la Regione ridefinisce le modalità di erogazione e prescrizione dei prodotti presenti nel listino ASIR (Assistenza Sanitaria Integrativa Regionale) limitatamente alle sotto elencate categorie: prodotti dietetici, presidi per diabetici, articoli per medicazione. La Delibera chiarisce inequivocabilmente che gli articoli di medicazione nei pazienti in ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) non devono essere prescritti per tutto il tempo in cui ricorra l’assistenza a domicilio per l’avente diritto. Chi sono i pazienti in ADI, sono i malati gravi di solito allettati permanentemente, bisognosi di assistenza duratura, per i quali è facile l’insorgenza di ulcere da decubito. Sono spesso pazienti dimessi precocemente da reparti chirurgici per continuare le cure e medicazioni a domicilio. Questi pazienti sono di solito in possesso di esenzione certificata essendo invalidi civili al 100% senza o con accompagnamento, invalidi di guerra dalla prima all’ottava categoria, invalidi per servizio dalla prima alla quinta categoria, invalidi per lavoro dall’80 % al 100% . Con questa normativa il malato critico ha un carico di spesa maggiore, di contro, stando a domicilio non grava sui bilanci sanitari come un paziente ricoverato, ma incide fortemente sulle già precarie condizioni famigliari. Pensiamo anche ad un paziente non grave, non allettato ma in possesso delle esenzioni previste che abbia bisogno a domicilio di articoli di medicazione per curare piaghe da decubito, eczemi secernenti, ulcere varicose, ustioni gravi (sono patologie previste dalla Delibera), come può questo paziente medicarsi con una ricetta che prevede un tetto mensile di 10 euro? Perché è questa cifra che prevede la normativa. Incredibile la Regione regala una sola medicazione al mese per 3 mesi? Appena i soldi per qualche flacone di fisiologica ed alcune garze. I pazienti laringectomizzati, tracheotomizzati, colostomizzati, ileostomizzati possono ricevere gratuitamente il materiale di medicazione solo se compaiono piaghe peristomiali o fistole aperte secernenti; diversamente per medicare questi malati si compra tutto. Ma affinchè non si formino piaghe o fistole non c’è bisogno di una certa sterilità? come faranno i malati spesso anziani a sopportare simile carico? Stiamo parlando di pazienti anche con famiglia a carico, sfortunati che hanno una pensione di inabilità al lavoro che rasenta la fame. Se a questo si aggiunge un altro grave fatto che da aprile è passato sotto l’indifferenza ed il silenzio più totale la quota di pagamento dei farmaci anche se generici, allora non c’è più spazio per la cura di malattia dei cittadini lucani. Tutto ciò sta pesando gravemente sul reddito familiare e lo stato sociale dei cittadini lucani, la sanità e le inclusioni sociali assono valore solo nelle risentite propagande elettorali propinate ad ogni elezione. A cosa vale essere la terra del petrolio e delle risorse idriche se non possiamo permetterci nemmeno una sanità sufficiente. Presenterò un ordine del giorno in consiglio comunale affinchè parta un segnale forte di dissenso da parte dei colleghi che hanno a cuore la salute dei cittadini più svantaggiati, con l’intento di far sentire tutta l’indignazione della nostra città rivolta all’assessorato regionale alla sanità della Basilicata, nell’auspicio che i consiglieri vorranno aderire alla disapprovazione delle illogiche scelte sanitarie fatte sulla pelle dei più deboli.
Adriano Pedicini, consigliere comunale PDL