In attuazione di quanto era stato programmato per la celebrazione in Basilicata della ‘Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la “4^ Giornata lucana dell’Infanzia e dell’Adolescenza” è stata celebrata lunedì 4 dicembre a Ginestra, un piccolo comune ‘arberesh’ che guarda, come da un balcone, il monte Vulture e le sue sette cime e volge lo sguardo su un panorama immenso che va da Nord a Sud, da Melfi a San Fele.
Di grande impegno sociale e politico il tema che è stato trattato in questa celebrazione: “Piccoli comuni – grande scuola; il rinnovamento del sistema scuola per la sopravvivenza dei piccoli Comuni”. Un titolo questo particolarmente coinvolgente in quanto intende richiamare l’attenzione sul rapporto che lega il grave fenomeno dello spopolamento demografico che investe tutta la Basilicata con la sopravvivenza stessa dei piccoli Comuni, che in regione sono in stragrande maggioranza. Questo fenomeno è poi molto opportunamente messo in relazione con il sistema scolastico, volendo significare che è nella scuola e dalla scuola che deve partire ogni programmazione che voglia puntare sulla crescita demografica, sulla ripresa sociale ed economica, .
La celebrazione della “4^ Giornata Lucana” si è aperta con un intervento di grande valenza educativa e di forte impatto
comunicativo: il corteo delle bambine e dei bambini della scuola pluriclasse di Ginestra; diciassette piccoli allievi, distinti in due pluriclassi; una prima pluriclasse che comprende tre classi elementari, la prima, la seconda e la terza, e una seconda pluriclasse che unisce quarta e quinta elementare.
I piccoli alunni, in ordinato e festoso corteo, sono sfilati davanti al tavolo della Presidenza, attraversando l’ ‘Auditorium’, e, con le loro vocine ma ad alto volume, hanno proclamato, uno per volta: “Io ho il diritto alla vita”; il bambino successivo, sempre a voce alta e
chiara: “Io ho il diritto all’educazione”; e così anche il terzo: “Io ho il diritto all’educazione”. E così tutti gli altri, citando uno per uno, tutti i diritti fissati dal vigente ordinamento legislativo.
Con la loro esibizione i bambini hanno rivolto agli adulti un messaggio di vasta risonanza: hanno affermato di conoscere i singoli diritti che la ‘Dichiarazione dei diritti del Fanciullo’, approvata dall’ONU nel 1989, ha loro riconosciuto ed hanno lanciato un forte ammonimento alle Istituzioni e all’intera società: “ se io ho il diritto alla salute, tu, istituzione pubblica, tu adulto, hai il dovere di garantirmi la fruizione di quel mio diritti”. E così per tutti i diritti riconosciuti ai minori.
Un grande plauso è dovuto alle gentili maestre che hanno insegnato queste cose ai bambini e che li hanno accompagnati nella loro esibizione.
Passando all’apertura della discussione, il Garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, prof. Vincenzo Giuliano, ha evidenziato, per un verso, le carenze ed inadeguatezze che ancora persistono in Basilicata in materia di tutela, protezione e promozione dei diritti del minori, carenze che – ha egli affermato – pongono la regione Basilicata sempre nelle posizioni di coda nelle graduatorie con cui le ricerche di settore rilevano lo stato di attuazione nelle regioni italiane dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Carenze di inaccettabile gravità se si nota che, ad esempio, in Basilicata, solo il dodici per cento dei bambini aventi diritto trova posto negli asili nido.
A fronte della rappresentazione di tale situazione, il prof. Giuliano non ha mancato di mettere in evidenza i fattori di forza e le potenzialità di crescita che sono diffusamente presenti in Basilicata.
Fattori positivi che sono stati indicati nell’alto livello professionale che si riscontra nei docenti della scuola pubblica, specie nelle scuole primaria e secondaria di primo grado; data confermato a livello internazionale dall’OCSE. In questi anni è cresciuta in misura esponenziale la rete degli operatori che a livello territoriale sono impegnati nei servizi di tutela dei minori. E sono cresciute e diffuse su tutto il territorio regionale le reti della cooperazione e del volontariato.
Dopo il Garante, tra gli esponenti politici sono intervenuti i sindaci di alcuni Comuni del Vulture.
Nel suo intervento il Sindaco di Barile riprendendo i temi riferiti dal Garante, ha manifestato anche la propria preoccupazione circa lo stato della scuola elementare nel suo paese, unitamente all’assessora di San Fele.
Successivamente è intervenuto il Sindaco di Ripacandida dicendosi anch’egli preoccupato dello stato dei rapporti tra l’amministrazione comunale e il sistema scolastico, specie per quelli riguardanti la scuola media superiore, con il problema delle ‘classi pollaio’ e il conseguente rischio per l’efficacia didattica.
In rappresentanza della Provincia di Potenza, ha parlato il vice presidente, Enzo Bufano, riprendendo i temi dello spopolamento demografico nel territorio provinciale e nella deprivazione dei servizi pubblici, che in tempi passati gestiti direttamente dalle province.
In rappresentanza delle Istituzioni territoriali, è intervenuta la presidente del Parco regionale del Vulture, Francesca Di Lucchio.
In rappresentanza del Sistema scolastico, ha preso la parola la dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale di Potenza, Dr.ssa Debora Infante, Nelle parole della dirigente provinciale è stata richiamata l’attenzione sulla prospettiva della riforma del sistema scolastico provinciale, e considerando che il numero degli allievi frequentanti le scuole elementari, medie e superiori è diminuito di ben 13.000 unità. è stato paventato il rischio di un ulteriore dimensionamento di tutta la struttura funzionale del sistema, con la conseguente riduzione del numero degli Istituti comprensivi.
Prospettiva estremamente preoccupante per tutti, per gli allievi come per i docenti.
Infine è intervenuta la dirigente dell’ ‘Istituto comprensivo Giovanni XXIII’, di cui fa parte la scuola pluriclasse di Ginestra, Rina Montanarella. Nelle sue parole è stata confermata la particolare efficacia che l’azione didattica raggiunge nelle piccole scuole dei piccoli paesi, grazie non solo alla professionalità e dedizione delle maestre, ma specialmente grazie al rapporto interpersonale che in tali plessi si riesce a stabiliree tra insegnante e bambini,
In chiusura di una giornata così ricca di stimoli culturali, operativi e programmatici, si è verificato un altro avvenimento di grande impatto emotivo: l’intervento della maestra benemerita, Ida Chiarito, che ha lavorato l’intera vita nella scuola elementare di Ginestra e che ora, pensionata, ultraottantenne, ha voluto presenziare all’iniziativa della ‘sua antica scuola’ Accompagnata gentilmente dalla signora maestra Teresa Parisi, l’anziana maestra ha detto poche ma significative parole, un ricordo del passato,, un augurio per l’avvenire ai bambini ginestrali. Poche, appena sussurrate ma di grande risonanza in quell’ ‘auditorium’:
In chiusura dell’incontro il Garante regionale ci ha tenuto a rivolgere alla dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale una raccomandazione in questi termini: ad evitare che la diminuzione del numero degli allievi frequentanti possa determinare l’ulteriore ridimensionamento dell’ordinamento scolastico, le classi che al proprio interno hanno un numero di allievi inferiore al minimo a causa della presenza di un allievo portatore di disabilità, non devono essere contabilizzate per tale numero ma devono essere contabilizzate per il numero minimo che per norma avrebbero avuto in assenza di tale situazione. Basterebbe questo accorgimento, che peraltro è pienamente legittimo, a scongiurare una ulteriore pseudo-riforma, che è certamente peggiorativa di un sistema già provato.
E in ogni caso, da questa giornata emerge ancora più forte il richiamo che è rivolto al Governo regionale e a tutte le istituzioni pubbliche territoriali competenti in materia dei diritti dei minori: bando alla mediocrazia, bando alla passiva accettazione delle mezze misure!
l’obiettivo ideale da raggiungere deve rimanere fermo e immutabile:
l’obiettivo della ‘piena attuazione dei diritti dei minori’, nel puntuale rispetto dei principi della universalità, della incondizionalità e della gratuità per la fruizione dei corrispondenti servizi pubblici e privati.