Il 29 settembre di tre anni fa, dopo una lunga agonia, decedeva, presso l’Ospedale San Carlo di Potenza, Annunziata Giordano, sorella del noto sindacalista Pino Giordano. Di seguito la nota integrale.
La morte della povera Annunziata avveniva per cause ancora in corso di accertamento da parte dell’Autorità Giudiziaria che lavora sulle ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia, aggravati dall’evento morte, e di circonvenzione di incapace, per cui è indagata una persona con la quale la stessa Annunziata Giordano aveva instaurato una relazione affettiva.
Pino Giordano, assistito dall’avvocato Giuseppe Labriola in qualità di difensore di parte civile nel processo in questione, ha seguito con la massima attenzione possibile la vicenda giudiziaria che interessa la morte della sua congiunta, evitando di dare risonanza mediatica alla storia affinché gli inquirenti, nel cui operato ha sempre riposto la massima fiducia, lavorassero con la massima serenità e tranquillità.
Tuttavia, il lungo tempo trascorso dalla morte della propria congiunta, segnato proprio dal compimento del terzo anno dalla sua scomparsa e precisamente dalla data dei funerali, fa sì che adesso Pino, sempre e soprattutto per il rispetto della memoria della sua amata sorella, si aspetti che le indagini espletate diano evidenza degli esiti ai quali sono giunte al fine di delineare un punto di approdo sull’individuazione delle cause della morte della povera signora Tina e su eventuali, nonché gravissime responsabilità per i fatti verificatisi.
Ad oggi l’imputato a tre anni esatti dal giorno dei suoi funerali, un tale Luigi Costa, nonostante ne sia stato disposto l’accompagnamento coattivo in giudizio, non si presenta dinnanzi alla Corte di Assise di Potenza risultando, inoltre, irreperibile agli inquirenti.
Non risulta, invece, irreperibile alla trasmissione televisiva di Rai3 che si è interessata alla vicenda: infatti l’individuazione dell’uomo è stata resa possibile solo grazie alla redazione di “Chi l’ha Visto”, il cui intervento ha colmato le lacune probabilmente non arginabili dalla Procura di competenza.
Il diritto al silenzio è un diritto inviolabile, ma, chi è innocente si presenta innanzi ad un giudice e grida la propria innocenza. Ed è solo per la mediazione e competenza di Giuseppe Labriola che a tutt’ora il fratello della povera donna, Pino Giordano non ha messo in atto azioni eclatanti affinché si sappia la pura verità dei fatti: lo stesso Pino Giordano strilla sulla Procura ‘Si Svegli’ e si riserva di intraprendere qualsiasi iniziativa atta a fare piena luce su tale surreale e vergognosa vicenda che solo in Italia si può assistere come se si girasse una paradossale fiction cinematografica”.