La mediatrice culturale Francesca Iacovino in una nota analizza le politiche migratorie comunitarie e i recenti provvedimenti legislativi del Governo italiano. Di seguito la nota integrale.
Strumenti legislativi e politiche di integrazione. Da tempo si discute delle norme che regolamentano l’asilo, in seno alla Comunità Europea ed inevitabilmente a livello locale, visto che le ricadute delle norme comunitarie inevitabilmente determinano la crescita e l’evoluzione culturale e sociale delle nostre comunità. Recentemente abbiamo assistito, precisamente il 21 ottobre 2024 ad una iniziativa legislativa ad opera del governo italiano che ha approvato tramite un decreto legge un elenco di 19 paesi considerati sicuri tra cui l’Egitto e il Bangladesh (paesi di origine del primo gruppo di migranti portati nei centri di detenzione in Albania la scorsa settimana). Lo strumento del decreto legge fa sì che la lista sia contenuta in una norma primaria e quindi si possa aggirare la decisione del tribunale di Roma che il 18 ottobre non aveva convalidato, citando ragioni strutturali legate al percorso di accoglienza in Albania, il decreto di trattenimento di 12 dei 16 migranti (gli altri quattro erano stati subito trasferiti in Italia) soccorsi in mare e portati nei centri in Albania aperti dal governo italiano utili ad intraprendere la procedura di richiesta asilo. Di conseguenza il governo italiano ha adottato una strategia legislativa e relative politiche di accoglienza finalizzate a trovare una soluzione immediata e temporanea. Temporanea, poiché quello che è il nodo legislativo che determina le politiche di accoglienza di tutti i paesi comunitari di fatto non vedrà una soluzione definita e chiara. La giurisprudenza sarà impegnata a sciogliere nodi e sentenze, trattati e norme con esigue possibilità di conferire razionalità e ordine alla materia. Lo scorso 18 settembre il governo olandese ha annunciato a Bruxelles che chiederà una deroga alle regole dell’Unione europea sull’asilo, una procedura lunga e dall’esito incerto. “Dobbiamo riprendere in mano la nostra politica di asilo”, ha dichiarato sul social network X Marjolein Faber, ministra olandese per l’asilo e la migrazione, esponente del Partito della libertà (Pvv, estrema destra) guidato da Geert Wilders. L’esito di tali intenzioni del governo olandese non ha trovato spazio nell’ordine del giorno a Bruxelles Di fatto Anitta Hipper portavoce della Commissione europea per le questioni migratorie dichiara di non prevedere cambiamenti immediati nelle regole sulla migrazione e l’asilo. Annuncio a cui ha seguito un pacchetto di misure sull’immigrazione, considerato il più severo nella storia del paese, in risposta a quella che ha definito una “crisi dell’asilo”.
Di qui la richiesta di una deroga che può essere ottenuta solo modificando le regole europee con l’accordo dei Ventisette e che di fatto esporrebbe gli altri stati membri ad accogliere un numero maggiore di richiedenti asilo. Rimane quindi irrisolto il nodo dell’accoglienza e della capacità legislativa di gestire i fenomeni anziché subirli.
Presentato il 29 ottobre scorso il 34° Dossier Statistico Immigrazione, redatto dal Centro Studi e Ricerche IDOS, in partenariato con il Centro Studi e Rivista Confronti e con il contributo della Chiesa Valdese – Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi. In sintesi quello che ne viene fuori è senza dubbio un trend in crescita registrato già nel 2023 con un aumento dell’incidenza di migranti rispetto all’anno precedente pari al 7,3% e rispetto all’anno precedente del +2,9%. In Basilicata ci sono 25.986 migranti regolarmente residenti, di cui circa 14.521 sono extracomunitari. Nell’anno di riferimento risultano 2664 i richiedenti asilo nelle strutture di accoglienza, con un aumento del 27% rispetto al 2022. I migranti iscritti alle scuole di ogni ordine e grado in Basilicata sono 3603 di cui 1534 nati in Italia. La provincia di Matera si conferma con una maggiore presenza di migranti rispetto a quella di Potenza. La città di Matera registra un aumento delle presenze registrate nonché dei flussi in entrata e pare timidamente adottare i primi passi nel voler integrare e gestire tale fenomeno.
Eppure la città ha all’attivo personalità e strumenti culturali tali da poter veicolare al meglio il fenomeno, visto il contesto culturale e sociale da sempre contraddistinto da apertura e che ben si predispone ad attivare politiche di integrazione in ambito lavorativo, scolastico e della cittadinanza. Tenendo conto che la progettualità a termine non sempre determina sul lungo periodo la buona riuscita di comunità coese e virtuose, piuttosto una organicità delle iniziative sul lungo periodo di norma, producono risultati positivi e permanenti. Ci si augura l’adozione di misure innovative in linea con quanto la città può offrire, rispondendo razionalmente ad una esigenza rilevata ed in maniera conforme alle proprie possibilità sociali, economiche e culturali ma che sia avanzata, di qualità e culturalmente rispondente ad una Capitale Culturale Europea.