Mercoledì 15 maggio, a partire dalle 17,30, nella Piazza di Parco Tre Fontane a Rione Lucania è in programma il presidio organizzato dal Comitato per la pace di Potenza per chiedere l’immediato cessate il fuoco in Palestina e la riapertura dei valichi per consentire l’arrivo degli aiuti umanitari.
Il 15 maggio è una data simbolica perché in questo giorno centinaia di migliaia di palestinesi ricordano l’anniversario della Nakba (la catastrofe), ossia il giorno in cui, nel 1948, iniziò l’espulsione violenta e di massa di più di 700 mila palestinesi, con la distruzione dei loro villaggi e città, nei quali non hanno più potuto fare ritorno.
In questi giorni l’esercito israeliano, con l’ennesima ed illegittima operazione militare, ha oramai preso il controllo di Gaza anche attraverso il valico di Rafah, ai confini con l’Egitto, sigillando e isolando, di fatto, il territorio della Striscia dove sono ammassate quasi 1 milione e mezzo di persone che non hanno più nessun posto sicuro dove andare.
La chiusura dei valichi e l’attacco alla città di Rafah evidenziano, ancora una volta, che lo Stato di Israele sta mettendo in atto quelle azioni genocidiarie nei confronti del popolo palestinese che la Corte di giustizia internazionale ha raccomandato di prevenire.
Tel Aviv ha più volte ribadito che l’operazione militare a Rafah si sarebbe tenuta adogni costo e che la questione non “è trattabile”, nonostante gli appelli preoccupati delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali enonostante perfino gli Stati Uniti, il maggior amico e alleato di Israele, abbiano minacciato di sospendere le consegne di alcuni tipi di armamenti.
L’UNRWA ha nuovamente dichiarato che le conseguenze di un’offensiva israeliana a Rafah sarebbero devastanti, così come la portavoce del Consiglio norvegese per i rifugiati, Samah Hadid. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha intimato a Israele di riaprire immediatamente tutti i valichi e la stessa richiesta è stata avanzata anche dagli Stati Uniti attraversoil portavoce della sicurezza nazionale, John Kirby.
Ciò che i Palestinesi vivono oggi è una seconda Nakba, anche se, in questi 76 annidi occupazioneillegale, in realtà la Nakba non è mai terminata.
È necessario, quindi, in questa drammatica situazione, che la Comunità internazionale, l’Europa e i singoli Stati assumano iniziative forti per fare pressione nei confronti del Governo israeliano, affinché cessi il massacro del popolo palestinese.