Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata da Antonio Stigliano in cui il Consigliere provinciale si dichiara ottimista rispetto all’emendamento proposto dai parlamentari del suo partito per salvare la Provincia di Matera.
Da indiscrezioni sono sicuro che, grazie all’emendamento al decreto legge sulla spending review presentato dai parlamentari del Popolo della Libertà senatori Latronico e Viceconte, nelle prossime ore la Provincia di Matera sarà salvata dalla previsione di soppressione. Non si tratta di una difesa regressiva, bensì del riconoscimento del giusto principio che nelle regioni a statuto ordinario non possano coesistere in una sola sede regione e provincia. Tale auspicato ed insperato risultato deve ridare slancio vitale all’azione di tutte le componenti politiche a livello provinciale, affinché più appropriate attività di programmazione possano tradursi in migliori servizi a favore dei cittadini e nel definitivo avvio di politiche di sviluppo di un territorio straordinario ricco di potenzialità sinora poco valorizzate.
Antonio Stigliano, Consigliere provinciale PDL
Riceviamo e pubblichiamo la nota del segretario Cisl Funzione Pubblica, Giuseppe Bollettino in cui viene contestata l’ipotesi di abolire la Provincia di Matera.
Dopo la decisione del governo di sopprimere solo parte delle province, la CISL Funzione Pubblica, del Territorio di Matera, come Organizzazione Sindacale altamente rappresentativa sul territorio ritiene opportuno lanciare un appello affinché tutte le istituzioni sinergicamente intraprendano iniziative a tutela delle prospettive di sviluppo e di crescita della nostra comunità messe duramente a repentaglio dall’ultimo provvedimento Governativo di abolizione della Provincia Materana. Non si tratta di portare avanti le solite inconcludenti lotte a difesa degli apparati, ma occorre lanciare un chiaro segnale di difesa della nostra cultura, della nostra storia, della nostra tradizione messe duramente al bando in maniera approssimativa e superficiale. Al di la di quelle che possono essere le prospettive future di eventuali referendum e di istanze di accorpamento tra popolazioni diversificate occorre oggi più che mai e la CISL FP se ne fa parte garante assicurare al nostro territorio non solo una stabilità politica ma soprattutto economica e storica. Il nostro grido di protesta non nasce solo da una questione perimetrale ma dalla necessità di difendere “ l’identità materana” che oggi più che mai deve essere visibile in vista della candidatura della nostra città a capitale europea della cultura per il 2019. Bisogna prendere atto del valore sociale e delle potenzialità intrinseche del nostro territorio rappresentate da secoli di storia non facilmente rinnegabili ed eliminabili in così breve tempo. Al di là di quelle che saranno le competenze delle nuove province occorre dare vigore e rinnovato sostegno alle iniziative annunciate nelle ultime ore dal presidente stella, che allontanandosi da qualsiasi forma di coacervo compromissorio ha sostenuto giustamente che l’abolizione delle piccole province non comporta vantaggi di natura economiche per le casse pubbliche, pertanto alla luce di tutto ciò non esiste alcun requisito di urgenza che può giustificare la presenza di tali misure in un decreto legge. Occorre smettere di continuare a dare in pasto il provvedimento posto in essere, alla demagogia dilagante che continuerà a costituire un serio ostacolo anziché un contributo ad un reale processo riformatore degli enti locali. Siamo nelle condizioni in qualità di sindacato serio ed equilibrato di poter affermare che gli ultimi provvedimenti governativi adottati pongono le basi per un serio rischio dell’aumento della spesa pubblica, pertanto si invitano tutte le forze sociali del nostro territorio nella maniera più condivisa bipartisan possibile a portare avanti la richiesta di stralcio della proposta riformatrice degli enti locali appena adottata, oggi più che mai è necessario sotenere la non abolizione della Provincia di Matera e delle altre piccole province, il tutto per salvaguardare in maniera convinta una prospettiva seria, più forte e globale di riforma dello Stato. La stessa creazione di nuove regioni non può non riguardare una fase temporale attinente a momenti di politica e di dibattito pubblico da porre in essere solo in una fase successiva di superamento della grave crisi economica che stà attanagliando il nostro paese. Concludo affermando che paradossalmente converrebbe molto di più tagliare le province più grandi per i loro enormi costi che non quelle di dimensioni limitate che salvaguardano le nostre origini e le nostre conquiste del passato.
Giuseppe Bollettino, Segretario regionale Cisl Fp
Il Sindacato CISL invece di difendere i proipri interessi e fare il verso all’attuale presidente della Provincia si impegni per ridurre le spese inutili, rappresentati dagli organismi elettivi, e si impegni a difendere i posti di lavoro. Altimenti ci deve spiegare come intende raggiungere il pareggio di bilancio se vuole salvare il posto e la poltrona ai politici . . . .?
Scusi, probabilmente lei ha frainteso il senso del mio intervento. io difendo la nostra storia, la nostra cultura e il radicamento al territorio e allo stesso tempo i posti di lavoro dei dipendenti che corrono il rischio della mobilità. Se legge con attenzione il decreto di riforma noterà che la classe politca viene significativamente ridimensionata. Tanto è vero che i consiglieri provinciali saranno eletti dall’associazione dei comuni e saranno in tutto 10, fra questi sarà eletto il presidente e cosa ancora più importante è che non percepiranno alcun compenso per quel tipo di carica.
Speriamo che l’emendamento ci salvi, siamo stati sede di Regia Udienza per 143 anni e capoluogo di Provincia per 87, non possiamo all’improvviso diventare una Brindisi di Montagna o una Picerno, con tutto il rispetto per questi due Comuni….
La nostra Costituzione prevede all’art 114 che la Repubblica si riparta in Regioni, Province e Comuni per decentrare il potere amministrativo e per esercitare efficacemente la sovranità del popolo. Ora abolire solo alcune province, quelle più piccole e con grande storia alle spalle sembra un atto discriminatorio nei confronti delle popolazioni che ne subiranno le conseguenze. Andavano forse tagliati stipendi e privilegi ai rappresentanti politici, a tutti i livelli, che probabilmente consci di non “arricchirsi” si avvicinerebbero al ruolo di rappresentante del popolo solo per vocazione e non per altro…così come hanno fatto in passato i padri costituenti…
quando gli è stato servito sul piatto d’argento un atto di amore per la propria terra e gente questi signori SE NE SONO SBATTUTI e hanno votato contro perche secondo loro con 3000 euro al mese si è ricattabili
come se ora che ne guadagnano il doppio (e oltra considerando i privilegi) sono verginelle inespugnabili
e allora visto che velatamente ci hanno fatto capire che tagliargli gli stipendi è pericoloso TAGLIAMOGLI LE POLTRONE visto che non servono a nessuno se non agli amici e agli amici degli amici
A CASA PRESIDENTI E ASSESSORI e via via che vanno in pensione A CASA PURE I DIRIGENTI E I FUNZIONARI!!!!
Grazie Andrea per avermi risparmiato di scrivere i concetti che hai così ben espresso!!!
Via tutte le cariche politiche, vogliamo uno stato snello, efficiente ed economico. Abbasso i sindacalisti che difendono il sistema per difendere il loro potere. Eliminando le province non si toglie lavoro ma solo poltrone che costano fior di quattrini alla collettività che vengono sottratti ai servizi. Sindacalista della CISL svegliati, se no vai a casa pure tu.