Al Convegno di Torino sul contributo del Sud alla lotta di liberazione il presidente dell’Assemblea lucana ha parlato delle “tante testimonianze di una Basilicata democratica e antifascista che meriterebbero una ricostruzione più organica”.
“Oggi viene portata alla luce un’altra pagina di protagonismo dei lucani nella lotta di liberazione contro il fascismo. Si arricchisce così il patrimonio delle ricerche e delle tante testimonianze di una Basilicata democratica e antifascista che meriterebbero una ricostruzione più organica”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vincenzo Santochirico, intervenendo al convegno su “Meridionali e Resistenza. Il contributo del Sud alla lotta di Liberazione in Piemonte, 1943-1945” che si è svolto oggi a Torino e che ha avuto l’alto patronato del Presidente della Repubblica. Santochirico ha espresso apprezzamento per l’iniziativa, che è stata fortemente voluta anche dal vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Roberto Placido, originario di Rionero in Vulture.
Secondo una ricerca condotta dall’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Storia contemporanea “G.Agosti” furono 211 i lucani protagonisti nella lotta di liberazione in Piemonte distribuiti nelle varie formazioni partigiane, essenzialmente in quelle degli Autonomi e Rinnovamento, che si riconoscevano nel principio di lealtà verso la monarchia, e nelle Brigate Garibaldi al Partito comunista. “Si conferma l’attiva partecipazione dei lucani alla Resistenza in tutta Italia – ha affermato ancora Santochirico – già testimoniata, fra gli altri, da illustri protagonisti quali i parlamentari Bianco, De Filpo e Mancino, i magistrati Perretta e Panevino, gli intellettuali Salinari e Sinisgalli”.
D’altra parte, dalla Basilicata, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, erano venute le prime rivolte contro il fascismo. Santochirico ha ricordato sul palcoscenico del Teatro Carignano la Repubblica di Maschito, dichiarata il 15 settembre 1943, la ribellione di Matera del 21 settembre di quell’anno, che nella “Storia dell’Italia partigiana” Giorgio Bocca ricorda come “la prima insurrezione cittadina dell’Italia occupata dai tedeschi”, l’eccidio di Rionero del. 24 settembre successivo. Non a caso Matera ha meritato la medaglia d’argento al Valore militare e Rionero quella al Merito civile.
Il presidente del Consiglio regionale lucano si è soffermato, inoltre, “sull’accoglienza che la Basilicata seppe dare agli avversari del Duce, ai confinati nelle province di Potenza e Matera”(nel periodo 1928-1943 – nella sola provincia di Matera arrivarono oltre 2.500 confinati politici), poiche’ anch’essa è stata un contributo importante della Basilicata alla Resistenza popolare, diversa da quella partigiana, armata e politicamente organizzata, che si sviluppò soprattutto nell’Italia settentrionale, ma non per questo di minore significato. Sono testimonianze di una Basilicata democratica e antifascista che meriterebbero una ricostruzione più organica”.
A parere di Santochirico “la partecipazione lucana, cosi come di altre regioni meridionali, alla lotta di liberazione in tanti modi e in tanti luoghi dell’Italia è un’ulteriore conferma del carattere unitario, nazionale, popolare, plurale della Resistenza e dell’antifascismo, che è stato un autentico e profondo collante dell’Italia. La pluralità degli apporti dice anche quanto siano state e siano decisive le regioni italiane nei momenti decisivi del Paese. E questo costituisce un monito anche per chi oggi pensa a ritorni neocentralistici, anziché fare del regionalismo, della solidarietà e della cooperazione fra i territori la leva per il rilancio del nostro Paese”.
Con Santochirico erano presenti il sindaco del capoluogo piemontese, Piero Fassino, Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino, Diego Novelli, presidente provinciale Associazione nazionale partigiani, i presidenti dei Consigli regionali della Calabria, Francesco Talarico, della Campania, Paolo Romano e della Puglia, Onofrio Introna, il vice presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Cossa, il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e Claudio Dellavalle, presidente dell’Istituto storico della Resistenza in Piemonte. I lavori sono stati conclusi da Valeria Fedeli, vice presidente del Senato della Repubblica.
Quasi tutto il peggio del Pd radunato a Torino…poveri torinesi.
Se hai coscenza lascia posto ai giovani puliti e sicuramente più stimolati.
…indagato!!!
È vero, il più importante valore è quello della resistenza: e alle prossime elezioni i materani dovranno RESISTERE!
Mandiamoli a casa, tutti questi indagati.