In merito al ricorso presentato dalla Regione Basilicata alla Corte Costituzionale contro la legge 123/2019 che disciplina permessi per motivi umanitari e iscrizione anagrafica, si registra un intervento del Coordinamento Politiche Migranti Regione Basilicata. Di seguito la nota integrale.
“La Regione Basilicata ha incardinato presso la Corte Costituzionale il ricorso in oggetto, con particolare riferimento agli articoli 1″disposizioni in materia di permessi per motivi umanitari e articolo 13 “in materia di iscrizione anagrafica di cui alla legge 132/2018.
Il ricorso, presentato anche dalle Regioni Piemonte, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna, verte sulla incostituzionalità di tali norme.
L’eliminazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e la possibiilità di rinnovo riduce, in molti casi cancella, il diritto dei migranti all’assistenza sociale e sanitaria e impatta con i diritti universali dell’uomo e sulle competenze delle Regioni garantite dall’art. lo 117 della Costituzione.
Si segnala, nel ricorso, la incostituzionalità anche dell’art. lo 13, comma 2, in materia di domiciliazione e iscrizione anagrafica, in quanto si prevede che il pemesso di soggiorno non consenta piu l’iscrizione anagrafica il che preclude ai migranti le misure per l’assistenza, la formazione professionale, la salute, il lavoro, l’istruzione.
Le norme sopra richiamate sono lesive dell’autonomia regionale, degli enti locali garante dalla Costituzione.
Il ricorso dell Regione e’stato redatto, dopo le decisioni della Giunta da l’avvocato Anna Carmen Possidente dell’Ufficio Legale della Regione.
Si ricorda che in Basilicata risiedono oltre 24mila stranieri, dei quali 2900 frequentano le scuole, e che nel 2018 oltre 44mila migranti, di cui 22000 assistenti domicialiari hanno lavorato in Basilicata.
Attualmente sono 1650 i richiedenti asilo ospitati in oltre 100 strutture e che 80 Comuni hanno chiesto di accoglierli.
.A luglio del 2018 erano occupati nelle strutture di accoglienza oltre 700 giovani lucani. “
Feb 18