Sovranità senza potere, nota di Saverio Paolicelli per Città Plurale Matera.
Lo scippo è compiuto. La sovranità consegnata al popolo italiano dalla Costituzione dopo duemila anni vissuti tra invasioni e dominazioni, guerre e separazioni, sudditanza e risorgimento, dittatura e liberazione, è stata calpestata e offesa da un governo mai eletto e da un Presidente del Consiglio mai votato. Nei giorni scorsi, infatti, sono stati composti Consigli provinciali non più eletti dai cittadini, ma dai componenti dei Consigli comunali e provinciali che hanno votato sindaci e consiglieri locali.
In questo modo il popolo non è più titolare della sovranità sull’ambito provinciale, al contrario di quanto avviene per quello nazionale, regionale e comunale, per i quali solo l’esercizio del potere, cioè lo scettro del comando, viene trasferito ai legittimi rappresentanti, ma non la titolarità, la corona del sovrano, che resta sul capo dei cittadini.
E l’aspetto più sconcertante della vicenda sta nel fatto che la maggior parte della nostra classe politica istituzionale, a partire dai parlamentari, passando per i nostri rappresentanti regionali, fino a quelli comunali – i reali beneficiari della detronizzazione dei consiglieri provinciali – non si è assolutamente opposta alla riforma dell’ex-sindaco Delrio, ma è stata ben lieta di votarla pensando al corredo di spartizioni portato in dote dal nuovo sistema. Il Movimento 5 Stelle, fedele all’abolizione delle Province, si è sottratto al mercimonio, ma nessun politico si è alzato a denunciare che si stava trasformando un processo pubblico in una faccenda privata, che si stavano sottraendo diritti politici agli elettori per creare un’altra casta politica e porla al di sopra dei cittadini.
Da una campagna elettorale per pochi intimi, priva di manifesti, povera di dichiarazioni ma ricca d’indiscrezioni, abbiamo saputo dell’intreccio di trattative che si stavano consumando intorno alla nuova tavola imbandita con le deleghe provinciali, per costruire le liste e convincere gli elettorati. In molti casi esponenti di destra e di sinistra si sono ritrovati “tutti insieme appassionatamente” in listoni unici, nel solco delle più tradizionali larghe intese, ed è immediato pensare che un ruolo determinante nelle combine l’abbiano avuto le segreterie e le direzioni dei partiti, lasciando presagire un diretto controllo di queste sull’organo provinciale.
Con quale prontezza i nostri rappresentanti locali si sono convertiti al nuovo regime di gratuità previsto per le cariche consiliari! E se si sono scontrati accanitamente per le candidature, l’hanno fatto soltanto perché investiti da un provato quanto sincero spirito di servizio, che sicuramente continuerà ad animarli quando appalteranno i lavori stradali, quelli scolastici, nonché i servizi di trasporto e quelli per la tutela dell’ambiente. Già, perché le competenze delegate non cambiano, anzi, potrebbero aumentare: l’11 settembre scorso, infatti, Stato e Regioni hanno concordato che per l’eventuali deleghe aggiuntive ogni Regione deciderà da se, lasciando supporre un’ulteriore privatizzazione delle politiche pubbliche locali, sottratte, ormai, alle sedi della democrazia e consegnate nelle mani dei partiti.
La possibilità di entrare nel privè di quelli che contano, però, non è stata l’unica molla per l’adesione al piano di Renzi, perché prima c’è stato uno scambio “in soldoni”. La riforma prevedeva il taglio di 2159 poltrone e queste oggi si sono ridotte a meno di mille, ma contemporaneamente il DdL Delrio, ricompattando in due sole fasce i consigli e le giunte dei comuni sotto i 10 mila abitanti , ha aggiunto 26096 consiglieri e 5036 assessori. A ben guardare la legge 56 del 7-4-2014 non è stata votata nemmeno dalla metà dei Deputati – 260 voti favorevoli, 158 voti contrari, 7 astenuti e 204 assenti – ma è passata in soli 2 giorni, tra Commissione ed Aula, una fretta giustificata soltanto dall’infornata di nomine e poltrone di cui tutti i partiti hanno beneficiato, ma da cui Renzi otterrà un enorme ritorno elettorale.
Quanto al tanto sventolato risparmio, Delrio lo ha quantificato in 3 miliardi all’anno, mentre l’Istituto Leoni in uno studio del 2010 lo valutò 2 miliardi, divenuti 535 milioni nelle indicazioni dell’ex ministro Giarda e 510 milioni nei rilievi della Cgia di Mestre, ma, secondo analisi più approfondite delle voci di bilancio degli enti provinciali, quantificabili in 750 milioni. Tuttavia, oggi i consigli provinciali, pur se alleggeriti, ci sono ancora – tranne nei capoluoghi ove sono previste le aree metropolitane – e c’è ancora la struttura del personale, le sedi degli uffici e le competenze, per cui il risparmio reale si riduce alla sola soppressione dell’indennità, che secondo l’Unione province italiane valgono 32 milioni di euro annuali, ma solo a patto di escludere i rimborsi-spese. Da queste valutazioni, però, restano fuori i nuovi 26 mila consiglieri comunali ei nuovi 5 mila assessori, che dovranno pur ricevere i loro gettoni di presenza o i loro assegni. Appare chiaro perciò che, grazie a Delrio, il costo della politica per i cittadini è aumentato e non diminuito.
Ma il colpo di grazia alla sovranità popolare verrà dalla riforma del senato, che trasferisce la titolarità dell’elezione dei senatori ai consiglieri regionali, generando un’altra supercasta di decisori protetti e manovrati dai partiti. Abbinando le due riforme, allora, è chiaro che le correnti clientelari che pervadono le nostre “libere associazioni politiche” serrano e allungano le loro file, potendosi garantire gli scranni non solo delle assemblee locali ma anche di quelle nazionali, il tutto alle spalle di cittadini sempre più sudditi e sempre meno sovrani.
Per quanto tempo ancora gli Italiani sopporteranno questi espropri di potere politico? Per quanto tempo ancora terranno la bocca chiusa e il capo chino? E’ tempo di prendere coscienza della deriva autoritaria in atto nel Paese e decidersi a contrastare quest’attacco alla sovranità, per riprendersi il potere perduto.
Saverio Paolicelli Città Plurale – Matera
Illustre prof Paolicelli,
la ringrazio per la denuncia e per l’esauriente spiegazione che aggiungerò a tutte le altre che già alimentano da decenni la mia indignazione.
Ma davvero sarò molto più grato a chi saprà proporre un progetto operativo percorribile ed efficace per quel “Cambiamento qualitativo e sostanziale” che in tantissimi ci auguriamo e attendiamo.! Per esempio qualcosa che sappia e possa liberare l’Alto Potenziale Rivoluzionario della nostra Costituzione, che purtroppo rimane inespresso nonostante la triste e opaca realtà lo richieda con la più sollecita urgenza!
Povera Costituzione che nella sua bacheca raccoglie la polvere delle cose in disuso e gli insulti concreti e devastanti dei detrattori antichi e dei nuovi rottamattori! Mentre alti lai si levano dalla platea degli inefficaci estimatori, a cui fanno eco preoccupati e reiterati allarmi evanescenti!
Ma nulla che si avvicini all’esercizio reale e concreto di quegli articoli che sanciscono la Sovranità Popolare e la Democrazia Diretta Propositiva, nulla che vada oltre all’astrattezza…Nulla che si avvicini alla Rivoluzione Costituzionale e Gloriosa (gloriosa come la 2a riv. inglese del 1688, nonviolenta e incruenta ma perfettamente risolutiva)! Maledettamente, disperatamente ancora nulla!
E la Costituzione come l’Agnese va a morire accompagnata da un profluvio continuo e variegato di denunce, allarmi e lamenti…denunce allarmi e lamenti…
Paolo Barbieri
dopo aver letto: “La parabola dell’inefficienza” del prof. Michele Ainis
la spezia 23 10 14
Ebbene illustre prof. Ainis,
dopo averci fatto rilevare per l’ennesima volta il degrado qualitativo del personale politico che ha visto passare nel tempo in Parlamento da Calamandrei a Razzi e Scilipoti, da Einaudi a Dell’Utri e Berlusconi, da Terracini a Cuffaro e Cosentino, da Croce a Bossi, De Gregorio e Genovese e avanti un girone dopo l’altro, cosa ci propone per invertire la situazione? Cosa ci propone per riportare in Parlamento, luogo-Istituzione dal quale dipendono le sorti del Paese e del suo Popolo la Migliore Elite della Società Civile?
Perchè è anche da Voi, Professoroni, Parrucconi o presunti tali, dalla Vostra acquiescenza ad essere condotti da tanta mediocrità che è dipeso e dipende il degrado delle Istituzioni e il conseguente declino della Repubblica!
Non avreste dovuto limitarvi alla denuncia per lasciare, come Ponzio Pilato, alla “folla” negletta, plagiata e asservita il destino del Paese!
E allora AVANTI! prima di arrivare all’ultimo cerchio, AVANTI! guidateci all’esercizio della Costituzione, guidateci alla SOVRANITA’ POPOLARE REALIZZATA (art.1) e alla Democrazia Diretta Propositiva (artt. 50 e 71), guidateci alla liberazione dell’Alto Potenziale Evolutivo di quella Carta che volete difendere (davvero?)!
Allora AVANTI! per ottenere riforme, per riaffermare la Sovranità Popolare, per ritrovare la Dignità di Cittadinanza, per abbattere l’arroganza della casta e di ogni altra lobby, che siano farmacisti ed avvocati, burocrati e tassisti, generali ed ammiragli, curie e mafie, perchè contro la Sovranità Popolare Realizzata, non ci sono ricatti o pressioni che tengano, ma conviene solo l’ossequio!
E per blindare la Carta da ogni attacco lesivo del suo spirito originario e autentico, ma non dagli opportuni aggiornamenti rilanciandone Autorità e Autorevolezza con l’esercizio concreto e diretto.
E per prevenire ed evitare che il prossimo Presidente della Repubblica sia designato al Nazzareno con la determinante partecipazione di un pregiudicato!
C’è un progetto pronto e disponibile ad ogni Vostro apporto!
Paolo Barbieri