Lo striscione che si trovava appeso lungo uno dei lati del Ce.St.Ri.M. a Potenza (che ospita Articolo 21 Basilicata) e dedicato a Giulio Regeni non c’è più. Era stato ancorato molto bene affinchè resistesse alle intemperie e al freddo inverno potentino. Evidentemente non ha resistito all’ignoranza e all’indifferenza di qualcuno. Le fascette (quelle rimaste) sono state tranciate con precisione chirurgica. Da un primo sopralluogo fatto nei pressi della struttura dello striscione nemmeno l’ombra. Ovviamente è stata sporta denuncia.
‘’Verità per Giulio Regeni’’ era il semplice quanto doversoso e necessario messaggio del quale lo striscione si faceva portatore. Era stato affisso il 25 gennaio, anniversario in cui, in tutta Italia si ricordava, assieme alla famiglia Regeni, il giorno della scomparsa in Egitto del ricercatore italiano, il cui corpo (o quello che ne restava) sarebbe stato trovato nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani il 3 febbraio (era il 2016). Una battaglia portata avanti dal primo giorno da Articolo 21 e che, quindi, anche il neonato presidio lucano voleva accompagnare. Anzi, VUOLE. Perché non diremo che ‘’non sarà certamente un atto vandalico a fermare questa o altre battaglie’’. Diciamo, invece, che proprio in virtù di questi atti, figli di ignoranza e, ancora peggio, di indifferenza, dobbiamo continuare a parlare, discutere, confrontarci su questi e altri temi.
‘’Se lo striscione, come è plausibile, è stato rubato è un segnale orrendo del clima che stiamo vivendo in Italia- tuona don Marcello Cozzi- e questo a maggior ragione per il fatto che Articolo 21 è portavoce della libertà di espressione e in questo caso è stato colpito in una delle battaglie più importanti degli ultimi anni: quella per ottenere finalmente verità sulla morte di Giulio Regeni. Se dovesse rivelarsi un atto vandalico di distruzione dello striscione senza altri fini pratici sarebbe anche peggio, perché dimostrerebbe tutto il disprezzo nei confronti di quello che quel povero ragazzo rappresenta, della sua famiglia che lotta dopo la perdita di un figlio. Di tutti i valori sani dei quali questa battaglia si fa promotrice’’.
Non sono momenti facili. Quello che è accaduto a Potenza alimenta una indignazione mai sopita che nelle ultime ore ha spalancato gli occhi, ancora una volta, sulla spiaggia di Cutro per quelle vittime innocenti, ennesime vittime innocenti, e per le parole stonate e orfane di profonde riflessioni da parte della politica al Governo e di quel semplicistico ‘’non devono partire’’.
‘’Non bisogna farli partire! Dicono i rappresentanti del Governo- continua don Marcello- Non bisogna farli partire? E allora fate in modo che non scoppino le guerre! Fate in modo che non ci sia povertà in quei Paesi. Fate in modo che partire e rischiare di morire in mare non sia il male minore per donne, uomini e bambini disperati! Sono indignato. Ci sarà un giorno in cui, in una nuova Norimberga, verrà giudicato l’operato dell’Europa e dell’Italia. Ci sarà, un giorno, perché questa è una nuova, terribile Shoa’’.