Luigi Scaglione, Coordinatore Consulte regionali Italiani nel Mondo: Il Consiglio regionale rifletta prima di approvare la nuova legge sui Lucani nel mondo. Di seguito la nota integrale.
Tenere viva la memoria della nostra lucanità nel mondo, partendo anche dall’analisi e della conoscenza delle nuove forme di emigrazione che sono da analizzare e da esaltare, è un obiettivo imprescindibile. Ne va della nostra sopravvivenza, della nostra memoria del nostro futuro.
Le ulteriori modifiche che il Consiglio Regionale di Basilicata si appresterebbe a fare nei prossimi giorni (le quarte a partire dallo scorso mese di Settembre 2024), rischiano di far implodere definitivamente un sistema di relazioni costruito con fatica e grande lungimiranza negli anni passati.
Farle passare come occasione di ricambio obbligato, nel mentre si taglia la presenza delle rappresentanze associative estere e quelle italiane ridotte a un solo rappresentante per Federazione, si limita la presenza della Consulta dei giovani e si triplica quella dei Consiglieri regionali, significa andare contro il principio che a livello nazionale le altre regioni di cui ho contezza e conoscenza diretta, per il mio ruolo, hanno perseguito in questi anni.
Lo stesso indirizzo che il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha invitato a seguire con i lavori della ultima Conferenza Stato/Regioni/PA/CGIE (documenti allegati) che al sistema regionale dedicano la massima attenzione e sollecitazione a costruire ponti e non barriere.
Proprio come quelle che una modifica della legge regionale lucana, avverto stia per costruire senza aver avviato un proficuo confronto con un mondo che onestamente va aldilà delle singole rappresentazioni associative.
La fotografia dei Lucani nel Mondo, che in pochi anche a livello istituzionale conoscono, è fatta di oltre 146 mila lucani iscritti all’Aire incrementata nell’ultimo anno, e già in crescita in questo 2025, che rafforzano l’idea di un mondo fatto di italiani che si incontrano e che non vivono più nei recinti della loro identità regionale ma sono contaminati e definitivamente integrati nei paesi che li ospita. Questo è il senso nuovo da dare al sistema migratorio facendolo diventare opportunità di conoscenza e di riscoperta delle proprie radici e dei propri comuni destini. Ed ora anche in virtù delle modifiche al riconoscimento della cittadinanza italiana introdotte oggi dal Governo italiano.
I numeri ci dicono che è necessaria un’azione dedicata agli italiani emigrati all’estero e ai loro discendenti per dare l’opportunità di tornare e di conoscere il Paese di origine dei genitori o dei nonni e per ritrovare le proprie radici, per riscoprire origini e storie familiari, territori di provenienza, tradizioni culturali, prodotti artigianali ed eno-gastronomia del territorio, ma anche per essere messi in contatto con le istituzioni pubbliche statali e non statali che fanno formazione di livello universitario e alta formazione artistica e musicale in Italia.
Una occasione che la Basilicata non può perdere mentre altre regioni lavorano alacremente.
E’ dunque necessario che nella nuova legge si esprima la volontà di:
1) Conoscere e riconoscere le nostre genti in ogni luogo attraverso un esercizio di catalogazione della memoria dei nostri Lucani nel Mondo prima che sia troppo tardi;
2) • Mantenere relazioni stabili e non episodiche con la nuova emigrazione;
3) • sviluppare reti di interazione sociale, culturale, economica per lo sviluppo delle aree di esodo attraverso il rilancio dei gemellaggi tra territori e realtà urbane;
4) • Incentivazione al rientro di emigrati come fattore di contrasto al declino demografico e come sostegno allo sviluppo locale: 1) Nello scenario di competizione internazionale realizzata anche attraverso politiche di attrazione di immigrazione selezionata (es. Gran Bretagna, Germania, Australia), il rientro di nostri giovani emigrati costituisce una opzione importante per recuperarne le competenze e per contrastare il declino anche demografico delle aree internazionale e regionale per l’emigrazione.
Una opportunità che può servire a sollecitare e favorire il riavvicinamento delle nostre comunità estere alla terra di origine. Non è più il tempo della nostalgia ma della rinascita lucana oltre ogni confine.