“L’Ugl ha sempre sostenuto che gli episodi di Scanzano Ionico e di tutta la fascia ionica turbano la quiete pubblica. Vanno bene i sentimenti di non far sentire i cittadini soli, ben vengano l’attenzione diretta, forme di collaborazione con le forze dell’ordine, da parte del sindacato, da parte di cittadini, operatori agricoli, imprenditori del commercio e di altre attività, ma le risposte dirette e più efficaci appartengono allo Stato e ad oggi, nulla si stà facendo”.
E’ quanto ha detto il segretario provinciale dell’Ugl di Matera, Pino Giordano che appresa la notizia del sindaco di Scanzano Jonico, Raffaello Ripoli, si è recato personalmente dal primo cittadino per esprimergli a nome di tutta l’o.s. la vicinanza con l’invito, a non mettere in atto l’annunciata sua legittima protesta ossia, di iniziare da lunedì primo ottobre uno sciopero della fame ad oltranza finché non avrà certezze da parte ministeriale e regionale sullo sblocco definitivo, entro dieci giorni, dell’iter diretto all’istituzione della caserma dei carabinieri.
Per Giordano, “il problema va risolto, è ha ragione il Sindaco a protestare perché ad oggi a Scanzano viene garantito il pattugliamento da militari che sono sempre sensibili alle problematiche della sicurezza, anche a quelle legate a particolari flussi, come quello turistico soprattutto lungo la fascia costiera, caratterizzata da una consolidata tradizione di villeggiatura che porta ad un’autentica crescita esponenziale della popolazione ed assume una valenza di primo piano. L’inquietudine di numerosi cittadini di Scanzano Ionico che si sentono al centro di un assedio che dura da troppo con danni anche d’immagine al patrimonio comunale e dell’intero territorio costiero metapontino, impone che il Ministero dell’Interno potenzi i livelli di sicurezza. Ciò lo abbiamo più volte sottolineato ma la necessità da subito – sollecita Giordano – d’istituire un presidio permanente di sicurezza con l’apertura di una caserma dei Carabinieri, è rimasta solo sulla carta: coloro che decidono non possono ancora giocare o cogliere l’occasione di risolvere la problematica per ricavi puramente di consensi elettoralistici, devono capire, una volta per tutte, la serietà del problema. Con tale clima pesante, le aziende chiudono e centinaia di lavoratori rimangono senza salario. Per l’Ugl è giunto il momento di passare dalle sollecitazioni e dagli auspici ai fatti concreti”.