Pietro Simonetti (Cseres) in una nota sollecita l’apertura del Centro antiviolenza e casa rifugio di Palazzo San Gervasio. Di seguito la nota integrale.
Il Centro antiviolenza e casa rifugio di Palazzo San Gervasio di 400 mq è stato finanziato al Comune il 2 settembre del 2018 dal PON Legalità con un milione di euro. Doveva essere realizzato entro 23 mesi.
Si tratta di uno degli interventi importanti della rete di strutture volute dalla UE per combattere anche lo sfruttamento lavorativo, di genere ed assicurare protezione alle donne a partire dalle lavoratrici sfruttate anche dai caporali e dai trafficanti di risorse umane.Il progetto presentato dal Comune per il riutilizzo di un bene sequestrato per mafia dopo quasi cinque anni non risulta ancora operativo in quanto il Comune non ha ancora provveduto al bando per individuare il gestore così come prevede la nuova normativa del settembre 2022.
Cinque anni sono tanti per la realizzazione di una struttura che risulta decisiva per l’area del Melfese/Bradano dove la UE e la Regione Basilicata dal 2016 hanno programmato interventi per oltre 12 milioni di euro per nuovi Centri di accoglienza stagionali nell’ex sito del “ghetto” di Boreano, a Gaudiano di Lavello, non ancora appaltati per gravi ritardi della Regione e per il riutilizzo dell’ex Tabacchificio di Palazzo non ristrutturato completamente per l’opposizione della amministrazione comunale all’utilizzo di 4 milioni di euro della UE.
Il Centro di Palazzo ogni anno ospita per la campagna del pomodoro oltre 350 persone.
Per evitare il Centro antiviolenza, realizzato nel sito confiscato, il rimanga inutilizzato per altri mesi oppure anni sarebbe necessario che il Prefetto di Potenza riconvochi un incontro con le parti interessate per definire un crono programma credibile, compreso il bando per la gestione, per l’uso della struttura e la individuazione delle risorse per la gestione della casa rifugio così come prevede la legge.
Si tratta di un intervento urgente visto che per il Centro di Matera Sassi,finanziato dalla stessa UE, Il Comune ha proceduto al bando.
Le questioni delle violenze e della tratta, si affrontano non solo con numeri verdi telefonici e casuali attività di strada,ma con l’attuazione dei progetti e le misure programmate che devono vedere il protagonismo dello Stato con azioni concrete, come hanno da tempo chiesto le parti sociali e gli organismi di Pari Opportunità regionali e nazionali.
Si tratta di utilizzare il sito di Palazzo prima che i ladri di rame ed altro entrino in azione.