Pietro Simonetti, componente del Tavolo Caporalato-Ministero del Lavoro: “L’Antimafia venga in Basilicata per accertare gli interessi illegali che bloccano il completamento della Città della Pace e della bonifica e riutilizzo ex Pamafi”. Di seguito la nota integrale.
“Da giorni Senatori e Deputati sono interessati all’incendio della ex Pamafi di Maratea in liquidazione coatta da oltre 15 anni, diventata una discarica con sostanze” inquinanti e pericolose” e del mancato completamento della “Città della Pace” di Scanzano, ostacolato da quanti non digeriscono le norme anticaporalato vigenti.
La recente relazione della DIA sulla presenza mafiosa in Basilicata, a partire dal Metapontino e che riguarda anche l’area tirrenica lucana reclamano, oltre ai commenti, anche una iniziativa della Commissione antimafia. Dopo la costituzione della DIA in Basilicata, che fara’il sui lavoro, diventa necessario e’urgente, a livello istituzionale e delle strutture competenti accertare le responsabilità di quanti non procedono alla bonifica e al riutilizzo della ex Pamafi tenuto conto dei progetti finanziati e non attuati.
La stessa vicenda del mancato completamento della Città della Pace, con l’utilizzo dei finanziamenti Pon Legalità per 2 milioni, ed il relativo blocco in Giunta della delibera proposta dai competenti uffici e dal Presidente, merita una grande attenzione tenendo conto degli interessi di quanti si muovono per gestire ghetti e sfruttare gli stagionali nell’area Metapontina.
Lo Stato è la UE hanno predisposto e finanziato misure introdotte nel Piano Nazionale anticaporalato per affermare la legalità, combattere la mafia ed il caporalato che vive nel contesto descritto dal Procuratore Francesco Curcio.
Adesso tocca al Presidente dell’Antimafia, ai suoi componenti, effettuare un sopralluogo in Basilicata e accertare quanto accade per le attività di prevenzione e repressione Per questo abbiamo sollecitato un intervento.
In Basilicata ci sono le risorse finanziarie e progettuali definite negli anni scorsi per risolvere i problemi e rendere il territorio lucano “zero ghetti”.