All’apertura dell’anno accademico 2017-2018 della sede distaccata dell’Istituto di Matera, tenutasi presso la prestigiosa sede di via La Vista, ieri 15 novembre, hanno partecipato in tanti, tra studenti e ospiti. L’intervento più appassionato, poiché frutto di una stretta amicizia e sintonia intellettuale, è stato quello del Sindaco di Matera Raffaello de Ruggieri che ha ricordato il lungo sodalizio con D’Elia, tra commozione e aneddoti e ha ripercorso le lunghe vicende che portarono alla costruzione fisica della Scuola. <<Questa è una serata importante soprattutto per il ricordo – ha esordito il Sindaco – e devo ammettere di sentirmi un privilegiato, perché non è semplice che qualcuno possa raccontare di aver visto realizzare i propri sogni e questa scuola fa parte di quei sogni e nasce da un rapporto ombelicale, affettuoso, amicale con Michele D’Elia con il quale abbiamo condiviso tutta quella progettualità che io chiamavo preveggenza. Qualcuno diceva che noi eravamo in avanti rispetto ai tempi, che correvamo troppo. Io solevo dire a Michele che chi è in anticipo sul suo tempo, dal suo tempo sarà raggiunto. E oggi il tempo ci ha raggiunti, poiché la Scuola è una realtà. L’idea del centro di restauro nacque dopo l’amara esperienza del terremoto, quando D’Elia si trovò a fronteggiare l’emergenza. Il ricovero dell’esercito delle statue, dei reliquari delle chiese, della numerosità delle tele, doveva essere un luogo fisico idoneo. E questo progetto s’ingenerò dall’analisi del territorio che facemmo, dopo aver capito e ragionato sui dati e sulla sismicità frequente del territorio lucano. Non si poteva più vivere di emergenze e non sapere con esattezza dove ospitare le vittime sacre delle calamità. Ci venne in soccorso un finanziamento statale, ovvero il Fondo per gli Investimenti e l’Occupazione (FIO). Come Comune avevamo la disponibilità di aree della zona artigianale e io – proseguendo de Ruggieri – che in quel frangente ricoprivo il ruolo di assessore comunale, decisi con altri e con D’Elia di far costruire una struttura di ricovero per le opere d’arte per le future emergenze. Si generò, a tal punto, un’altra riflessione e cioè se all’interno del ricovero non predisporre un laboratorio di restauro. Nacque così un laboratorio di restauro all’interno di quella struttura che avevamo chiamato Mazinga. Poi le risorse finirono e quell’architettura restò non sufficientemente pronta per quella funzione. In seguito D’elia ebbe il riconoscimento di essere nominato Direttore dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed andò a Roma con l’idea di dar vita alle sedi distaccate dell’Istituto. Non si può fare un restauro d’eccellenza solo a Roma, pensava con convinzione, prescindendo dall’intero territorio italiano. Lui era convinto che il restauro era un fatto territoriale, legato al clima, legato ai materiali. Quindi un luogo unico non era deputato a restauro di opere provenienti da tutt’Italia. Da Roma mantenne sempre rapporti con il territorio e il pensiero per la sede decentrata dell’Istituto. Poi lui andò in pensione, io diedi vita a una fondazione e arrivò il restauro della Cripta del Peccato Originale dove D’Elia si dilettò nel creare una serie di componenti interdisciplinari per affrontare il recupero. Ci si esercitò nella costruzione di un codice di pratica e di un’esperienza da esportare. Fu così che si creò l’esempio, il modello. Si ripropose dunque il tema della creazione della sede distaccata. Io fui nominato nel Consiglio Superiore dei Beni Culturali e con D’Elia, il suo amico Beppe Proietti, Segretario Generale del Ministero e il soprintendente Gregorio Angelini, ponemmo la candidatura di Matera per la Scuola al Ministero. Ci fu un momento di crisi nel quale ci diede una mano la regione Basilicata e il suo Presidente Vito De Filippo, fino a quel pomeriggio quando io, con Michele e Caterina Bon Valsassina ci recammo dal Sindaco di Matera Nicola Buccico e chiedemmo l’ex convento di Santa Lucia per realizzare il nostro sogno perseguito per anni. Il consiglio comunale – chiudendo de Ruggieri – su input del Sindaco Buccico che comprese e fece proprio il progetto, deliberò la cessione in uso gratuito del palazzo al Ministero con destinazione a sede decentrata della Scuola. Così, su questa scia, è nata questa scuola. Attraverso una connessione di visioni comuni. Ecco dimostrato che non è vero che i sogni non si realizzano!>>.
La foto della presentazione dell’anno accademico dell’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro 2017-2018
stucchevole! il minculpop non serve tanto più nero della mezzanotte non può essere.
Caro Sindaco, 37 anni per realizzare una sede distaccata di un Istituto son tanti, ma tanti tanti. Valore e merito ai visionari, ma tutto il resto del mondo è stato fermo, immobile, questo vien fuori dal suo racconto.