I cittadini residenti in via Elisa Springer, nell’area di Matera Sud, che hanno aderito al progetto di “Social housing Città dei Sassi” in una nota contestano l’aumento del canone di affitto da parte della società Fabrica Immobiliare. Di seguito la nota integrale.
Nel 2008, il Ministero delle infrastrutture, di concerto con il Ministero della Solidarietà Sociale, il Ministero delle Politiche per la famiglia e il Ministero per le politiche giovanili, emanava il Decreto n. 22/4/2008, in applicazione della Legge 8 febbraio 2007 n. 9, recante “Interventi per la riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali”. Il comma 2 dell’art. 1 del decreto definisce “alloggio sociale” . Inoltre, anche art. 2 del suddetto decreto, sottolinea la necessità di concertare un canone di locazione adeguato alle capacità economiche degli aventi diritto, ovvero della cosiddetta “Fascia grigia”. Nell’aprile 2021, veniva pubblicato l’avviso per la selezione di candidature per l’assegnazione di alloggi in locazione, per il progetto abitativo sperimentale denominato “Social housing Città dei Sassi”, promosso dal fondo di investimento immobiliare riservato ad investitori qualificati denominato Fondo Esperia e gestito da “Fabrica Immobiliare”, in attuazione della convenzione sottoscritta il 23/01/2015 con il Comune di Matera. Il progetto si poneva l’obiettivo di realizzare investimenti nell’ambito dell’edilizia privata sociale, al fine di incrementare la dotazione di alloggi destinati al canone calmierato così come definiti nel DM 22/04/2008. Il 5 ottobre 2022, veniva completata l’allocazione dei 115 appartamenti realizzati dal progetto “Social Housing città dei Sassi” gestito da Fabrica Immobiliare SGR con Cassa Depositi e Prestiti quale principale investitore. A fine gennaio 2023, Fabrica Immobiliare, tramite il gestore sociale Netural Coop Impresa Sociale, ha avvisato i conduttori che, a partire dal canone di febbraio 2023, sarebbe stato applicato nei loro confronti un adeguamento Istat pari all’11,8%. Detto adeguamento in termini monetari equivale ad un aumento mensile di (circa) € 40,00 ad inquilino. Un aumento significativo che incide pesantemente sulle famiglie perché va a sommarsi agli aumenti generali dei costi (specie di alimenti e energia) in un periodo storico in cui gli stipendi sono rimasti invariati. Un gran numero di cittadini residenti ha inviato una nota a Fabrica Immobiliare, e per conoscenza a tutte le parti interessate nella gestione del progetto nonché alla Regione Basilicata e al Comune di Matera, chiedendo di riflettere sull’opportunità di richiedere detto adeguamento giacché nessuna normativa lo impone ed evidenziando che le famiglie già vivono una situazione di difficoltà e incertezza economica. Fatto sta che la risposta di Fabrica arriva agli inquilini tramite il Comune di Matera. Questo Ente, grazie al suo Primo Cittadino, dopo aver ascoltato una delegazione di cittadini residenti, decide di scrivere a Fabrica e, pur ribadendo la legittimità della richiesta e della piena autonomia contrattuale del rapporto tra le parti, suggerisce di valutare una rinuncia all’applicazione dell’adeguamento Istat, in ragione della straordinaria congiuntura storica ed economica almeno per l’anno 2023, oppure di disporre un tetto per l’indicizzazione non superiore all’1,5%. Il suggerimento del Sindaco Bennardi peraltro ha già avuto concreta applicazione in città come Barga, Borgo a Mozzano, Capannori, Lucca, Massarosa e Porcari in cui le società che gestiscono le abitazioni di Social Housing hanno rinunciato del tutto ad applicare l’aumento in questione, pur di salvaguardare la funzione di “interesse generale” che l’alloggio sociale deve assolvere. Fabrica, tuttavia, risponde di non poter “applicare sconti ai canoni di locazione per non compromettere la sostenibilità economica” di tutti i progetti di Social Housing. A parte che né i residenti, né il Comune di Matera hanno chiesto uno “sconto sui canoni di locazione” bensì la sospensione temporanea dell’applicazione dell’aumento Istat. Si rimane interdetti di fronte alla sordità di un ente che ha fatto della “missione sociale” la propria bandiera, volendo fornire una soluzione abitativa alla fascia grigia della popolazione. Un ente che, sì, ha investito il proprio capitale, ma con la compartecipazione pubblica della Regione Basilicata, di Cassa depositi e prestiti, e del Comune di Matera. Una società che, il 5 ottobre 2022, si dichiarava “felice” di consegnare alla città di Matera una “nuova struttura per famiglie, anziani e giovani coppie a canoni calmierati” e che, in realtà, nel momento in cui avrebbe potuto dar prova concreta di “sostenere la comunità locale e di mitigare il rischio di nuove diseguaglianze” sceglie il proprio tornaconto.