“La Provincia di Potenza “ha risolto” la famosa frana al km 42 della SP 10, “chiudendo” la strada. Così non ha speso soldi (che forse non ha richiesto a tutte le fonti possibili), non ha ripristinato il tratto in frana, ha completato l’opera di distruzione di quella poca, anche se povera, economia locale preesistente e, certamente, impedisce prospettive future….”. A riferirlo è il Distretto Turistico Terre di Aristeo che da tempo intorno alle “mulattiere che respingono i turisti e danneggiano operatori e cittadini” ha ingaggiato un’autentica battaglia.
Il presidente della Provincia Giordano nei mesi scorsi ha parlato di un Piano Marshal per la viabilità provinciale ma – sottolinea l’ad Terre Aristeo Saverio Lamiranda – sinora si è proceduto a pochi ed estemporanei interventi al punto che a giugno scorso come abbiamo segnalato un agricoltore delle contrade di Forenza ha usato un proprio mezzo agricolo, del materiale e con qualche ora di lavoro ha rattoppato tratti della S.P. 10 Forenza-Acerenza. Per operatori turistici, economici e cittadini i nemici principali sono le istituzioni responsabili della viabilità e dell’incolumità dei cittadini e la burocrazia. Eppure per procedere ad interventi di somma urgenza e messa in sicurezza su questa provinciale come sull’altra (S.P.122) che è fondamentale per i collegamenti tra Acerenza, Forenza e Maschito e l’Alto Bradano, non necessitano grandi risorse finanziarie e grandi mezzi. E’ proprio una questione di volontà. Quella volontà a risolvere l’emergenza che attediamo dal Presidente Giordano a cui abbiamo ripetutamente chiesto di convocare un incontro per attivare un intervento straordinario almeno nei tratti più pericolosi. Chiediamo inoltre di valutare – aggiunge Lamiranda – l’inserimento degli interventi per le due strade provinciali nell’Accordo di Sviluppo in fase di presentazione da parte di Aristeo ai sensi del decreto ex Mise 9/12/2014 art. 9 bis. Riteniamo che la proposta avanzata al Ministero sia concretamente ed effettivamente realizzabile se “insieme” riuscissimo a perseguire gli stessi obiettivi realizzando percorsi integrati nell’interesse esclusivo delle Comunità rappresentate, senza dimenticare gli operatori economici residenti nell’area, nonché le nuove generazioni che continuano ad emigrare. Il gap infrastrutturale, con le strade innanzitutto – continua – è una delle cause principali del progressivo spopolamento e della desertificazione dei paesi e borghi lucani. Un’agonia che perdura e che non ci lascia molto tempo per intervenire”.
Per Lamiranda “solitudine, desolazione, frustrazione, scoraggiamento, abbandono, sono le conseguenze dello spopolamento. Sembra esserci una regia occulta ad alimentare le condizioni perché null’altro si faccia, se non constatare l’impossibilità di reagire. Bardi dove vive? …forse in un paese dei balocchi? La colpevole desertificazione in atto distruggerà, in poco altro tempo tutta la vita di questo territorio e della Basilicata intera”.