Lo storico materano Gianni Maragno traccia un’analisi delle reali esigenze del territorio materano rispetto al tema delle infrastrutture viarie dopo il riconoscimento ufficiale del titolo di Capitale Europea della Cultura per il 2019. Di seguito la nota integrale.
L’interesse e l’attenzione dedicati a Matera, all’indomani del riconoscimento ufficiale del titolo di Capitale Europea della Cultura per il 2019, si sono indirizzati a più riprese sulla situazione contraddittoria e mortificante del sistema delle infrastrutture per il trasporto e la mobilità di merci e persone da e per la Città dei Sassi. Una Capitale non può essere avulsa e trascurata nel rapporto e nei contatti con i territori che ne riconoscano l’influenza e l’importanza, e stabilire che Matera possa ritenersi paga e soddisfatta con una nostalgica e turistica dotazione di strade e ferrovie è quantomeno irritante e sospetto.
L’ormai cronica carenza di idonee direttrici di comunicazione dovrebbe essere oggetto di coinvolgimento da parte di chiunque (enti territoriali, associazioni, privati cittadini) abbia a cuore il destino di Matera; a ognuno di questi soggetti, quindi, dovrebbe essere riconosciuto il diritto-dovere di segnalare, coscienziosamente e senza pregiudizi e rivendicazioni di preminenza, le criticità e i vantaggi da sottoporre a una adeguata fattibilità. Una condizione condivisa fondamentale, che oggi viene avocata o delegata confusamente e con timori e indecisioni di natura eterogenea. Occorerebbe, invece, che, con coraggio ed equilibrio, emergano le indicazioni che possano tornare utili alla collettività.
Ancora una volta, le testimonianze rivenienti dalla storia passata della nostra Città ci offrono spazio e materia per convenienti riflessioni a riguardo.
La plurisecolare questione legata alle infrastrutture del comprensorio materano viene evidenziata, per esempio, da questo articolo datato 1906:
Da: “La Scintilla”, 7 gennaio 1906, anno VII, n.2
PRO-BASILICATA
La strada Bernalda-Matera
Si è mille volte lamentata la scarsezza della viabilità nella nostra disgraziata regione e si è ripetuto fino alla nausea che per ravvivare il commercio bisogna migliorare ed accrescere le comunicazioni tra paese e paese. La legge per la Basilicata ha provveduto in parte a questo bisogno urgentissimo, del quale non si è riconosciuta abbastanza l’utilità per l’avvenire di questa nostra povera Ceneren-tola, che è la Basilicata. Nella serie delle strade obbligatorie è contemplata anche quella che con-giunge Bernalda al nostro capoluogo circondariale, che passando pel R. tratturo si congiunge a quella di Montescaglioso – Matera. L’importanza di questa linea stradale è grandissima, perché non solo rende agevole la comunicazione dei comuni a Matera, ma quanto avvicina questa alla stazione. Sarebbe stato necessario muoversi, agitarsi per far comprendere al Commissario ed al Governo l’importanza di questo tratto stradale, che torna assai vantaggioso a moltissimi comuni del circondario. L’inerzia corrosiva di queste popolazioni fa sì che vengano compiute altre strade, lasciando in un vero abbandono questo estremo lembo della Basilicata che da più anni invoca inutilmente un poco di giustizia distributiva. È sonata l’ora di destarsi e far valere i propri diritti. Si sa da tutti che il Genio civile sta preparando il prospetto delle strade che dovranno compiersi in questo quinquennio. Tutto fa credere che in quel prospetto sarà inclusa anche questa strada di capitale importanza. Le sorprese però non mancano mai in tutte le cose e per tema di essere colti alla sprovvista, tutti i comuni del circondario di Matera dovrebbero far voti al Commissariato di affrettare questo tratto di strada. Noi volentieri ci facciamo iniziatori di questo movimento, sicuri di rendere un grande servizio a questa nostra cara Matera che è stata troppo troppo trascurata. Moviamoci, per carità; facciamo sentire un grido di protesta a coloro che hanno il mandato di applicare la legge a favore della Basilicata. In questa campagna il Comune di Matera dovrebbe tenere il primo posto, essere all’avanguardia del movimento. Siamo sicuri che il Sindaco Vizziello, facendosi interprete del desiderio e dei bisogni della nostra popolazione, vorrà prendere a cuore questa causa, invitando tutti i comuni interessati a far voti al Commissariato ad affrettare questi lavori tanto necessarii per la classe operaia. Noi ritorneremo volentieri sull’argomento, e saremo lietissimi di registrare le deliberazioni dei singoli comuni.
Una voce, quella che si levava dalle righe de La Scintilla, organo di comunicazione e di informazione gestito dalla Arcidiocesi di Matera all’inizio del secolo scorso, che si caratterizzava per l’intenso impegno pastorale nella piena adesione allo spirito della Rerum novarum di Leone XIII, che aveva caratterizzato lo zelo e i programmi di alcuni vescovi della Provincia di Basilicata, come Ignazio Monterisi a Potenza e Marsico, Lorenzo Antonelli a Venosa, Carmelo Puja a Tursi e Raffaele Rossi a Matera, i quali non esitarono a portare alla conoscenza di politici e potenti le sacrosante, ma inespresse, aspirazioni degli abitanti di quelle terre, o, come in questo caso, ad assumere la guida del gregge, incapace di dotarsi di strutture organizzative.
Non sempre la Chiesa Cattolica Apostolica Romana ha esercitato un ruolo incisivo, diretto e responsabile nel sociale. Ma, come abbiamo già detto, per la nostra Regione non pochi presuli avvicendatisi alla guida dell’Arcidiocesi di Matera Acerenza, hanno brillato non solo per fede, speranza e carità, ma anche per coscienza civile.
Mi è grato, in questi giorni, unirmi a tutta la comunità diocesana nel tributare un caloroso benvenuto al nuovo Arcivescovo Pino Caiazzo, che ha dichiarato di voler amministrare in continuità con il suo predecessore, Mons. Salvatore Ligorio, il quale con grande senso di responsabilità in una delle edizioni passate della Festa Patronale materana, volle interrompere i festeggiamenti chiassosi e in piena piazza, invitò la cittadinanza ad un riflessione sui temi del lavoro e sull’emergenza di dover affrontare una situazione di crisi in atto, in particolare nel polo del mobile imbottito. Ancora una volta l’allarme del Pastore fu lasciato cadere nel vuoto, ed ora non soltanto il settore privato è andato in crisi, ma anche il pubblico continua a subire ulteriori drastici e sconclusionati ridimensionamenti.
Guardarsi indietro a volte può essere utile, infatti, come riveste carattere di attualità la chiamata di 110 anni fa da parte del settimanale del Seminario di Matera alla mobilitazione dei cittadini per sollecitare la realizzazione di infrastrutture viarie e ferrovie, altrettanto di attualità sono il giudizio e la cattiva considerazione della classe politica locale, espresse sempre sullo stesso numero de la Scintilla:
[…] Figli di una regione che fu grande e rispettata, siamo e saremo convinti propugnatori di quella autonomia del Mezzogiorno, che la diversità del clima, dell’indole, dei bisogni speciali, delle condi-zioni tristissime della conquistata regione, prodotte da un trattamento sistematicamente diverso ed essenzialmente sfruttatore, s’impongono alla coscienza popolare come unica àncora di salvezza per riconquistare benessere e libertà che rimpiangiamo perduti. Nelle discussioni saremo calmi, sereni, obiettivi: più che il nostro addurremo a riprova il convincimento e il testimonio dei creduti nostri avversari: non nemici della patria, mostreremo che la politica e gli uomini di governo, non sono la patria, e che le parole dure e amare dette contro i primi non contraddicono i sentimenti di un giusto e vero patriottismo. In tutti i problemi che si agitano nel paese porteremo la nostra discussione, dando ai nostri scritti l’intonazione polemica, convinti che nella lotta è la vita, e dal dibattito sorge la verità a cui aneliamo con tutte le forze del nostro animo. […]
A distanza e dopo tanti anni di impegno e aspettative tradite, riscontriamo le dichiarazioni del Presidente della Regione Pittella riguardo il territorio di Matera per il quale – sostiene la massima autorità regionale – non necessitano nuove infrastrutture ferroviarie e viarie. Dichiarando inoltre che opere giunte quasi ad ultimazione quale la tratta ferroviaria Matera – Ferrandina siano addirittura inutili o superflue. Strategia questa – ci permettiamo di sottolineare sommessamente – che risulta sperequativa nei confronti dei due capoluoghi ed ancora una volta ghettizzante per Matera, vetrina mondiale nel 2019.
Gianni Maragno