Riceviamo e pubblichiamo una nota sottoscritta da Davide Mecca e dalle associazioni “I non pendolari di Basilicata” e “Ciufer”.
L’assessore Berlinguer continua a stupirci, e oltre ad attribuirsi meriti non suoi, si balocca (ancora una volta) nel gioco del cerino e dello scaricabarile. L’arrivo dei 3 nuovi Swing, rappresentano una goccia nell’oceano di ciò che è necessario, ma andava necessariamente garantito. Gli stessi fanno parte di un piano di rinnovo della flotta regionale che Trenitalia sta portando avanti con l’obiettivo di ridurre l’età media dei convogli (oggi 21 anni) e garantire una migliore qualità del servizio. Dal 2009 è di 3,5 miliardi di euro la cifra investita in autofinanziamento dalla società di trasporto del Gruppo FS Italiane (Sono 364 i treni consegnati da Trenitalia alle regioni dal 2009). Una somma importante, resa sostenibile grazie al flusso di cassa generato dai Contratti di Servizio: Trenitalia ne ha rinnovati in nove regioni e due province autonome.
Già consegnati 88 Vivalto, 204 Minuetto, 20 Swing e 52 Jazz. Da qui al 2017 il piano prevede la consegna di 31 Vivalto e 58 fra Swing, Jazz e Flirt. Complessivamente sono stati acquistati 32 Swing (investimento 101 milioni), 91 Jazz (investimento 570 milioni) e 652 carrozze Vivalto (investimento 933 milioni). Inoltre, ad agosto 2015, è stata lanciata una gara da Trenitalia di 4,5 miliardi di euro per l’acquisto di ulteriori 500 nuovi treni.
La strategia dell’assessore è molto chiara: scaricare ogni responsabilità su Trenitalia e Ministero. Spetterebbe a loro il compito di istituire treni ”Freccia” in Basilicata. Allo stesso sembra sfugga un piccolo particolare: le Frecce non sono affatto servizio ”universale”, ovvero quello che deve essere necessariamente fornito (E per questo richiede il sostegno finanziario della mano pubblica), indipendentemente da ogni motivo di carattere economico, perché considerato utile per la collettività. Le Frecce (Frecciabianca-Frecciargento-Frecciarossa) sono treni a libero mercato, che nel nostro caso si traducono sempre in treni e sempre di Trenitalia (dal 28 aprile 2012 anche della concorrente Ntv), però veloci, comodi e ricchi di attenzioni per gli utenti. Il motivo per cui i vari Frecciarossa e Frecciargento possono funzionare così è molto semplice: per quei servizi Trenitalia non prende soldi dallo stato ma investe in proprio, accollandosi il rischio d’impresa. E questo perché le Frecce FS si ripagano da sole attraverso la vendita dei biglietti, che non hanno prezzi calmierati ma, appunto, di mercato. Il Friuli Venezia Giulia «è l’unica regione d’Italia che paga Trenitalia per garantirsi i collegamenti Freccia». Siamo proprio sicuri che sia tutto nelle mani di Ministero e Trenitalia?
Davide Mecca – I non pendolari di Basilicata – Ciufer