Pasquale Tucciariello, presidente del Centro Studi Leone XIII, in una nota chiede nuove visioni di forestazione per la Basilicata. Di seguito la nota
Scrive Giampiero Vassallo, una laurea in scienze forestali, responsabile di una trentina di squadre di operai forestali del Consorzio di Bonifica della Basilicata che operano in alcuni territori del Vulture: “(…) Stiamo cercando di cambiare le cose ponendo l’attenzione su lavori che diano risalto alla loro utilità e visibilità come pulizia di cunette e scarpate stradali (…) riceviamo apprezzamento di cittadini e amministrazioni pubbliche (…) stiamo facendo un buon lavoro soprattutto a Monticchio e a san Fele. Il problema di lavoratori fannulloni e menefreghisti esiste ed è anche serio (…) ma le assicuro che non tutto quello che si dice sui lavoratori forestali corrisponde al vero (…) c’è tantissima gente che lavora con dedizione e con passione (…)”.
E’ stato possibile visitare alcuni siti dove essi operano, particolarmente a Monticchio e a San Fele, ho scattato foto che esprimono lavori ben fatti e straordinariamente utili al territorio, pulizia di boschi e opere di ingegneria per consolidamenti, vialetti e ponticelli in legno specialmente presso le Cascate di San Fele, lavori ben diretti e ben eseguiti da maestranze più che operai. In effetti vi sono situazioni dove l’evidenza risulta immediata e sorprendente, come dire soldi spesi bene, anzi investiti per trarne vantaggi per chi ci lavora e per quanti utilizzeranno quei siti. Gli altri problemi legati alla forestazione rimangono tutti e sono stati già ampiamente evidenziati e mai risolti, nonostante la riforma del comparto avvenuta due anni fa – unificazione dei cantieri sotto la governance del Consorzio di Bonifica – che prevede programmi di efficienza tecnica ed economica, filiera del legno trasformato anche a uso di biomasse per sistemi energetici, ossia un percorso verso la forestazione produttiva che in verità ha bisogno di essere disegnata da personale politico illuminato e da esperti socioeconomisti.
A questo punto occorrerà veramente una inversione di rotta, il cambiamento: lavorare per progetti definiti e non solo ventilati, indicando obiettivi, luogo, personale, tempi, spesa e risultato finale. Si spendono ogni anno oltre 50 milioni di euro per circa 4mila operai forestali su cantieri aperti mezzo anno, poi gli stessi operai forestali per uno strano matematismo vengono mandati a casa a percepire mezzo anno di mensilità di disoccupazione tanto paga l’Inps: ma che sciocchezza è questa. E’ questo campare alla giornata che ha portato la Basilicata a tali impressionanti povertà per i nostri ragazzi che sono andati via perché non sono state create le premesse per lo sviluppo economico. Negli ultimi 25 anni l’accusa alla sinistra di clientelismo è stata ricorrente, intanto hanno smantellato ospedali e pronto soccorso nelle periferie per privilegiare il centro, poi hanno regalato soldi anziché investirli in opere mirate e veramente produttive, certo hanno indicato che qui progetti a lunga scadenza difettano perché difettano i politici che guardano lontano. Ti guardi in giro e da poche miserabili cose capisci come un territorio in abbandono abbia potuto determinare povertà e tristezza. Lavorare per progetti definiti, questo occorre per rialzare la testa in dignità e in fierezza, due sostantivi, questi ultimi, andati in disuso non solo e non tanto per povertà di linguaggio quanto per assenza di idee.