Un secolo da Carabiniere. Nella mattinata di sabato 18 giugno a Palazzo San Gervasio, nel solco delle tradizioni della Benemerita, ha avuto luogo una cerimonia sobria ma pur densa di significato e valore, organizzata in occasione del 100° compleanno di Donato Palumbo, nato in quel centro il 18 giugno del 1922, Maresciallo Maggiore Aiutante dei Carabinieri, in servizio dal 1943 al 1984 e Carabiniere per sempre.
Nella circostanza,per festeggiare la ricorrenza, sono stati gli stessi Carabinieri a presentarsi alla porta della sua abitazione.
A porgergli gli auguri, a nome di tutti i Carabinieri, sono stati i massimi vertici dell’Arma lucana, il Comandante della Legione Carabinieri “Basilicata”, Generale di Brigata Raffaele Covetti, accompagnato dal Comandante Provinciale di Potenza, Colonnello Nicola Albanese, il Comandante della Compagnia di Venosa, Maggiore Antonino Di Noia e il Comandante della locale Stazione, Luogotenente Nicola Ficco.
Insieme a loro, a rappresentare idealmente l’intera comunità, il primo cittadino, Luca Festino.
Grande la commozione del festeggiato, dei suoi familiari e amici presenti, nel momento in cui ha spento le candele per i suoi 100 anni su di una torta riportante lo stemma araldico dell’Istituzione e con accanto la sua fotografia in uniforme.
Arruolatosi nei Granatieri di Sardegna nel 1941 e poi transitato nell’Arma dei Carabinieri il 15 marzo 1943,il Maresciallo Palumbo ha partecipato all’ultimo conflitto mondiale nella campagna di Grecia ove fu fatto prigioniero e deportato nel campo di Melseburg in Germania. Rientrato in Italia nel 1945, venne assegnato al Comando Legione Carabinieri Bari, ove è stato impiegato fino al 1964, data in cui si è trasferito a Roma per ricoprire delicati incarichi presso il Senato della Repubblica e la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Congedatosi nel 1984, ha fatto ritorno nella sua Palazzo San Gervasio, senza mai smettere di sentirsi ed essere Carabiniere.
Memoria storica dell’Arma e testimone di epocali cambiamenti,il Maresciallo Palumbo è prezioso custode di valori antichi che tramanda col quotidiano esempio alle future generazioni. Chi ha il privilegio di incontrarlo può sentire dalla sua voce la storia raccontata da chi l’ha vissuta in prima persona.