Legambiente Matera, Comitato Sassi e Associazione Quartiere Lanera hanno inviato una lettera aperta a Monsignor Pino Caiazzo, arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina per spiegare le ragioni del “No alla variante urbanistica dell’area verde pertinenziale dell’ex Istituto Sant’Anna” nei pressi della collina del Lapillo, adottata di recente
dall’Amministrazione Comunale e presentare una proposta alternativa per una giusta causa.
Alla gentile attenzione di Sua Eccellenza Monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo
Arcivescovo di Matera e Irsina
Con la presente intendiamo esprimere le nostre ragioni del “No alla variante urbanistica dell’area verde pertinenziale dell’ex Istituto Sant’Anna” nei pressi della collina del Lapillo, adottata di recente dall’Amministrazione Comunale e presentare una proposta alternativa
per una giusta causa.
Premessa
Nel 1948, con decreto ministeriale, si sanciva il vincolo monumentale (L. n.1089/1939) del castello Tramontano e di parte della collina comprese le aree di pertinenza dell’Istituto Orfanotrofio delle Figlie di Sant’Anna, la cui licenza edilizia fu rilasciata nel 1938. Nel 1966 si decretava (L. n.1497 del 1939) il vincolo paesaggistico e
ambientale dell’intera collina, a conferma dell’importanza del luogo nella storia della città dei Sassi.
Per circa settant’anni i vincoli hanno garantito l’inedificabilità dell’area.
“Il PRG del 1956 di Piccinato aveva previsto tre grandi polmoni verdi corrispondenti ai tre colli che circondano la città storica: parco del Castello, parco del Cimitero, parco centrale di Macamarda. La Variante del 1974, redatta dallo stesso Piccinato, confermava la destinazione a parchi urbani delle tre aree menzionate e ne introduceva altre due:
Serra Venerdì e Serra Rifusa. Un sistema di verde articolato e diffuso, vero e proprio connettivo urbano, che avrebbe attutito l’impatto di una incombente edificazione che nei decenni successivi avrebbe modificato l’immagine della città ordinatamente costruita fino agli anni Settanta. Alla fine degli anni Ottanta tutti i parchi previsti vengono progettati e finanziati dalla legge 64/86.”
Il completamento dei lavori della collina Lapillo, eloquente toponimo storico della collina sulla quale si erge il castello Tramontano, risale al 2011 con la sistemazione dell’ampia area che circonda l’antico maniero.
Con il Piano Regolatore Generale del 2007 l’intero ambito della collina entra a far parte del Regime Normativo del Centro Storico. L’area di pertinenza dell’ex Istituto (elaborato P.7 PRG 2006) viene classificato come giardino privato ad uso pubblico e aree di pertinenza con valenza ambientale.
Il nuovo Piano conferma il divieto di “qualsiasi intervento edificatorio “.
Nel 2018 l’Amministrazione Comunale, assecondando la richiesta del privato, avvia la prima trasformazione urbanistica che porterà all’alterazione di un “pezzo” della collina destinata a verde in un parcheggio in struttura. Il parcheggio di Sant’Isidoro, con oltre 120 posti auto, è stato attivato nel 2023, pubblicizzato peraltro come “un
progetto sostenibile che dà spazio alla rigenerazione urbana”.
Su istanza della Curia, in questi giorni la maggioranza di governo cittadino nel Consiglio Comunale del 16 febbraio 2024 ha adottato una nuova variante urbanistica che interessa ancora una volta la collina del Lapillo. Si tratta della modifica dell’art. 68 del Regolamento Urbanistico approvato nel 2021.
Una ennesima variante su richiesta.
Con questa variante viene data la possibilità al privato di realizzare, lungo via Lanera, un nuovo parcheggio “lineare” in struttura interrata per oltre 101 box auto, in cambio della cessione al Comune di parte dell’area verde pertinenziale all’ex Istituto Sant’Anna.
Secondo quanto asserito nel dispositivo adottato, le ragioni che giustificano “l’interesse pubblico” alla trasformazione dell’area sussistono nella cessione dell’area verde e nella destinazione dei parcheggi a servizio delle “abitazioni stabili” dei Sassi.
Di parcheggi pubblici e privati al servizio dei Sassi e del Centro Storico negli ultimi anni ne sono stati realizzati tanti.
I parcheggi pubblici di fatto sono stati privatizzati, contravvenendo alle indicazioni del PUMS (piano urbano della mobilità sostenibile). Quelli privati sono stati realizzati in difformità ai piani urbanistici approvati dai consigli comunali senza nessuna “compensazione” pubblica (ex giardino Porcari e parcheggio di Sant’Isidoro).
Siamo di fronte ancora una volta all’ennesimo “espediente”: un modo come un altro per favorire una nuova cementificazione della collina. Si vuole, in sostanza, con la “variante urbanistica” continuare a consumare suolo, così come ha fatto la precedente amministrazione, impiegando la stessa retorica dell’interesse pubblico, della
“rigenerazione urbana” e del recupero di un’area “attualmente degradata”.
Continuiamo a pensare che le Amministrazioni sottovalutano pericolosamente le criticità dell’intero sistema di drenaggio delle acque superficiali e non. I cambiamenti climatici non faranno altro che aumentare tali rischi.
Vogliamo affermare che la collina Lapillo è parte importante del patrimonio della città e come tale va tutelata senza nessuna indecisione.
Nell’enciclica Laudato sì Papa Francesco scrive: “Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della
bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea.
La povertà e l’austerità di San Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso, di dominio (e di profitto)… chiedeva che nel convento si lasciasse sempre una parte dell’orto non coltivata, perché vi crescessero le erbe selvatiche… La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno
sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare … I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi.”
Proposta
Queste sono in breve le ragioni che ci spingono a inviare questa lettera, poiché crediamo che per una giusta causa è necessario rinunciare al mero sfruttamento e al consumo di suolo, ponendo un limite agli interessi immediati.
Chiediamo a Sua Eccellenza di abbandonare l’idea di realizzare box auto da immettere sul mercato.
E se davvero crediamo che sia importante salvaguardare l’intera collina del Lapillo, così come disponevano i piani regolatori del ’54, del ’74 e del 2007, e nello stesso tempo affrancare le giuste aspettative della Curia è necessario trovare altre strade. Una di queste potrebbe essere attivare lo strumento della perequazione
compensativa a distanza (art. 62 del RU2021).
In questo modo la Curia potrà acquisire SUL (superfici utili lorde a destinazione residenziale) di compensazione da destinare, se lo vorrà, in opere più sostenibili sotto il profilo sociale ed ambientale.
Azioni che indiscutibilmente andrebbero incontro alle “sofferenze degli esclusi e alla cura della casa comune” e costituirebbero un tangibile segno di cambiamento da offrire ai giovani. Offrendo la piena disponibilità ad un incontro per precisare e chiarire ogni aspetto della questione, inviamo distinti saluti.