E’ stata presentata oggi, nella città di Orazio, la candidatura del comune lucano per il 2021. La mia presenza qui vuol essere testimonianza di attenzione nei confronti del Comune di Venosa per l’iniziativa che ha intrapreso, e di stimolo per tutte le comunità lucane a rendersi protagoniste di percorsi virtuosi di programmazione del proprio futuro mediante la valorizzazione del nostro patrimonio culturale. La storia è il principale patrimonio che abbiamo ereditato dai nostri antenati, e la cultura è l’eredità che lasceremo ai nostri figli. Su questi valori possiamo insieme costruire un futuro migliore per la nostra regione e per le nostre città”.
Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, intervenendo stamane alla presentazione della candidatura di Venosa a Capitale italiana della cultura.
“Vedo e apprezzo – ha aggiunto Bardi – che il percorso di progettazione sta andando avanti speditamente, con il coinvolgimento di istituzioni di ricerca, in particolare l’Università di Basilicata, e dell’organismo che raggruppa la realtà creativa lucana, il Cluster delle Imprese Culturali e Creative. Ma apprezzo anche la capacità che state avendo di aggregare cittadini e ragazzi, e oggi anche istituzioni, intorno a un progetto che prima di tutto è un progetto di futuro. Abbiamo imparato da Matera come la cultura può essere strumento di crescita anche economica, oltre che sociale. Ed è questa la strada che dobbiamo intraprendere tutti insieme, esortando tutti quelli coinvolti a che il progetto di candidatura sia un progetto di un territorio e non di una città sola, un progetto di percorsi e non di un’area isolata.
La lezione che ci viene da Matera 2019 – ha continuato il presidente della Regione – è che la strada da percorrere è quella dello sviluppo turistico sostenibile e compatibile con la qualità dei luoghi, ma c’è da fare di più in termini di connessioni tra poli che spesso non dialogano a sufficienza. Venosa e l’area del Vulture già nella storia hanno espresso una vitale centralità rispetto a diverse aree regionali, attraversate dalle principali vie che collegavano il Nord al Sud, l’Adriatico al Tirreno. La candidatura, quindi, ben si presta a un progetto di rinascita territoriale”.
Per il prossimo 2 marzo è fissata la scadenza per la presentazione al Ministero dei dossier di candidatura per diventare Capitale Italiana della Cultura per il 2021. Venosa sarà tra le circa quaranta città italiane che concorreranno all’ambito traguardo, ma con l’idea ben precisa di vivere questa avventura in maniera non isolata ma legata a tutto il territorio della Basilicata. Un’impostazione condivisa proprio dalla Regione Basilicata e dal Presidente Bardi che per questa mattina ha convocato nella Città di Orazio i sindaci lucani per far partire un percorso condiviso.
“Nei prossimi giorni – ha concluso Bardi – riceverete un abstract del progetto e un documento che, se lo riterrete opportuno, come mi auguro, potrete sottoscrivere. Oggi siamo qui per acquisire stimoli e suggerimenti per dare concretezza a questi obiettivi comuni di sviluppo, e per trasferire questi stimoli al comitato scientifico e al gruppo di lavoro che si sta impegnando nella progettazione. Se rispettiamo queste condizioni di collaborazione attiva, rispetto, positività, a prescindere dagli esiti che potremo raggiungere, potremo ritenerci soddisfatti di aver tracciato una strada da percorrere insieme per il futuro delle nostre comunità”.
Per Marianna Iovanni, sindaco di Venosa “oggi la nostra città ha già vinto proprio perchè la fiducia che viene accordata da tutte le istituzioni, riempie d’orgoglio tutta la nostra comunità. Sentendo la responsabilità del testimone che ci lascia Matera e con la speranza di aprire una bella ed entusiasmante sfida”.
All’incontro ha partecipato anche il sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri che ha parlato di “un passaggio di responsabilità e di impegno perché “città culturale” è un appellativo che si costruisce nel tempo, una marcia fatta di energia e partecipazione della comunità con una consapevolezza collettiva che può crescere a prescindere dalla marginalità e dalla fragilità dei luoghi proprio come è successo a Matera. Questo perché la cultura non è un secchio da riempire ma è fatta da fuochi da accendere. Oggi Venosa è chiamata ad accendere nuovi fuochi”.
“Candidarsi – ha detto Raffaele Vitulli, presidente del Cluster Basilicata Creativa – significa immaginare nuove traiettorie di sviluppo, significa interrogarsi su come la cultura e il patrimonio culturale (materiale e immateriale) possano rappresentare un driver per supportare il management territoriale e per rafforzare alcuni settori strategici, primi tra tutti il turismo e le industrie culturali e creative. Quando pensiamo a Venosa, o alle altre meravigliose città della Basilicata e del Sud Italia, ci si chiede spesso come poter incrementare l’enorme potenziale che esse hanno da offrire. Il Sud è custode di una ricchezza che spesso non segue i parametri valutativi “canonici”, ma che si misura in termini di benessere, storia e valori, dove la qualità della vita è parametrato alla qualità delle relazioni, del cibo, dei paesaggi e dei patrimoni ereditari. Non tutto infatti si può misurare in termini di PIL o di ritorno economico sugli investimenti”.
Per Antonio Nicoletti, direttore generale Apt Basilicata “La candidatura di Venosa a Capitale italiana della Cultura è un messaggio positivo che contiene la forte volontà dei territori di lavorare insieme a una programmazione che può e deve essere risorsa per lo sviluppo del turismo regionale. L’Apt Basilicata ha da subito raccolto l’invito del Comune di Venosa e stiamo operando perché non solo il Vulture ma anche altri territori possano coerentemente essere partecipi di un percorso virtuoso, a prescindere dagli esiti che potrà avere la candidatura”.
Feb 19