Verso la Giornata della Memoria, messaggio alle scuole della provincia di Potenza del presidente Rocco Guarino.
«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare»
– Martin Niemöller (1892-1984)
“La ‘Giornata della memoria’ del 27 Gennaio, come il ‘Giorno del ricordo del 10 febbraio, devono essere molto di più di una semplice data sul calendario e di una consuetudine di tipo istituzionale. Devono rappresentare un momento di riflessione profonda, un momento di vera condanna dei crimini nei riguardi dell’umanità e di ogni forma di odio razziale e di violenza contro le persone”.
L’invito che rivolgo per la “Giornata della memoria” in ricordo delle vittime della Shoah e per il “Giorno del ricordo”, è di conservare e rinnovare anche la memoria delle due tragedie.
Un invito rivolto al mondo della scuola a parlarne sempre più “perché sono i giovani a dover maturare una coscienza civile sempre più radicata sui principi di libertà e di democrazia”.
“Un contributo ad una idea alta, vitale, entusiasmante: perché è evidente quanto sia pericoloso stendere un velo su un passato ingombrante e osceno, quale quello della Shoah, e quanto, invece, sia fondamentale offrire il proprio contributo nel progetto di costruzione della pace”.
“La Basilicata è stata da sempre terra di accoglienza. Una terra che è riuscita a dare ospitalità aprendosi all’integrazione, l’unico vero strumento per un reale inserimento nella società dei tanti immigrati. E’ necessario tenere sempre presente che l’interculturalità è la dimensione del nostro futuro.
A Matera, come rilevato a livello culturale ed istituzionale, esisteva una comunità ebraica alla fine del XV secolo. Certa è anche la presenza della comunità ebraica di Tricarico e quella significativa di Venosa. Un esempio di come la Basilicata si è mostrata da sempre incline ad accogliere culture diverse e farne, questa si, una diversità unica da cui ripartire anche in questi giorni difficili per la nostra regione, dove antiche rivalità rischiano di dividerci per stupidi motivi”.
“Il Giorno della Memoria – hanno evidenziato in molti – è stato vissuto come un atto di riconoscimento della storia: come se tutti ci fossimo affacciati dai cancelli di Auschwitz a riconoscervi il male che è stato. Sarà sempre più prezioso il contributo di ci ha guidato e ci guiderà nel percorso di conoscenza e analisi, degli insegnanti che affronteranno nei prossimi giorni il tema della Shoah anche con approcci alternativi progettando percorsi di formazione che puntino a costruire un avvenire che faccia del dialogo l’obiettivo più importante”.
“Commemorare le vittime, evitando la pericolosa insidia della retorica, dando forza ad un principio di convivenza civile e pacifica è un nostro dovere da far conoscere e tramandare alle nuove generazioni”.