Dall’anno 2000 il Corpo Forestale dello Stato, ed in particolare il Nucleo Investigativo Antincendio Boschivi (N.I.A.B.) che ha sede presso l’Ispettorato Generale CFS di Roma, al fine di ottimizzare le attività investigative di contrasto al delitto di incendio boschivo ha costituito, al proprio interno, un’area funzionale specifica per la repertazione tecnica e per le successive analisi di laboratorio. Nell’ambito di tale attività i reparti periferici del Corpo Forestale dello Stato sono stati dotati di attrezzature tecnico – scientifiche ed appositamente formati, raccogliendo anche le esperienze multidisciplinari di numerosi esperti e docenti universitari che sono state applicate ai casi concreti di incendio boschivo. I reparti del Corpo Forestale dello Stato, nell’ambito di queste peculiari attività, adottano con successo la tecnica investigativa denominata “Metodo delle Evidenze Fisiche” (M.E.F.). Tale metodologia è finalizzata a ricostruire l’evoluzione dell’incendio, individuarne il punto di inizio, accertarne le cause e, quindi, identificare i soggetti che lo hanno provocato. Il Metodo delle Evidenze Fisiche è stato elaborato negli U.S.A. e introdotto in Spagna e Portogallo negli anni ’90. Il Corpo Forestale dello Stato ha adottato tale metodo d’indagine nell’anno 2000 permettendo di incrementare in modo sostanziale la percentuale di successi nell’individuazione degli autori degli incendi boschivi.
Grazie a tali sofisticate tecniche investigative, nella stagione estiva 2010 il personale dei Comandi Stazione Forestale di Irsina e Pisticci, con la collaborazione del personale del Comando Provinciale di Matera, hanno tratto in arresto due soggetti resisi responsabili di altrettanti vasti incendi dolosi. Tali individui sono stati processati per direttissima e condannati.
Nel medesimo periodo il personale del Comando Stazione Forestale di Montescaglioso, attraverso il Metodo delle Evidenze Fisiche, ha avviato complesse indagini che sono state ultimate nel mese di Febbraio 2011. Le indagini hanno consentito di individuare specifiche responsabilità a carico di n° 7 persone che sono state deferite in stato di libertà all’autorità giudiziaria. A loro carico è stato ipotizzando il reato d’incendio colposo e la contravvenzione prevista per l’inosservanza dell’ordinanza emessa dal Prefetto di Matera per prevenire gli incendi campestri (sanzionata con le norme del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza). Tali soggetti, infatti, sul perimetro dei propri fondi agricoli coltivati a cereali, successivamente alle operazioni di mietitrebbiatura, non avevano eseguito le prescritte fasce anticendio (comunemente dette precese) ovvero sui fondi ritirati dalla produzione non avevano effettuato i prescritti sfalci delle piante erbacee spontanee. La conseguente bruciatura delle stoppie e dei residui vegetali presenti su tali aree aveva fatto scaturire gli incendi che si erano propagati ai contermini boschi, pascoli, oliveti ed altre aree coltivate arrecando consistenti danni sia economici sia ambientali. Per tali condotte I Forestali, oltre a deferire i responsabili alla competente A.G. hanno anche elevato numerose sanzioni amministrative che in tutta la provincia superano i 40.000,00 Euro. Tali comportamenti omissivi da parte dei proprietari dei fondi violano anche le norme comunitarie, statali e regionali relative agli aiuti economici che gli agricoltori ricevono subordinatamente all’adozione delle norme in materia di condizionalità delle coltivazioni. A tale riguardo, infatti, i proprietari dei terreni in argomento, poiché avevano percepito aiuti economici per le annate agrarie 2009 e 2010, avrebbero dovuto ottemperare agli obblighi di mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali, fra i quali è ricompresa l’esecuzione delle fasce antincendio e degli sfalci sulle superfici agricole delle proprie aziende.
Il Forestali della provincia di Matera, dopo aver eseguito la perimetrazione delle superfici boschive interessate dagli incendi verificatisi nella propria circoscrizione nell’anno 2010, hanno inserito i relativi dati nella banca dati del Sistema Informativo della Montagna – Area Tematica Catasto Incendi . Questa banca dati è consultabile on – line dagli addetti degli uffici tecnici dei Comuni, amministrazioni competenti a rendere efficaci i vincoli di inedificabilità ed intrasformabilità delle superfici percorse dal fuoco previsti dalla Legge 353/2000 e sulle quali, per i prossimi anni, non saranno consentiti neppure il pascolo e la caccia. Per gli eventuali trasgressori sono previste severe sanzioni pecuniarie.
I controlli del Corpo Forestale dello Stato proseguiranno anche nel corrente anno in un rinnovato impegno teso ad evitare che attività illecite di questo tipo esplichino i loro effetti negativi sul territorio anche dopo molti anni dal verificarsi dei fatti.
Come insegnano le tragedie registrate negli ultimi anni dalla cronaca locale e nazionale, occorre tenere alta l’attenzione al fine di evitare che la furia distruttrice delle fiamme causi il depauperamento della copertura vegetale e contribuisca in maniera irreversibile ad incentivare quei fenomeni di dissesto idrogeologico che nei periodi autunnali ed invernali diventano sempre più gravi e frequenti. A tale riguardo si richiama alla memoria un vecchio adagio conosciuto da tutti i forestali che recita “ad estati di fuoco seguono inverni di fango”.