LA PROVINCIA DI MATERA È AL RIPARO
DAI DANNI O RISCHI DELLA FINANZA DEI “DERIVATI”.
Sono sempre più frequenti le notizie su Comuni e Province in difficoltà finanziaria per effetto di imprudenti operazioni di finanza cosiddetta “creativa”, realizzata per lo più con il ricorso ai cosiddetti “DERIVATI”, su proposta di operatori della finanza e del credito, con immediati guadagni per gli stessi Enti, trasformatisi poi, all’aumentare dei tassi, in perdite pesanti. Hanno fatto “notizia” in particolare, le situazioni “a rischio” dei Comuni di Roma e Milano. In generale, secondo la Corte dei Conti, ammonta a 32 miliardi di euro (a fronte di complessivi 55 miliardi) il debito di 737 Comuni e 40 Province che è stato gestito fino al 2007 con il ricorso ai contratti “derivati”.
La situazione, come si sa, è venuta a cristallizzarsi con le norme del decreto legge Tremonti – Brunetta del giugno 2008, che ha fatto divieto agli Enti locali di ricorrere ai “derivati”, fino all’approvazione di un regolamento governativo e comunque per un anno. Più semplicemente, è accaduto spesso, negli anni scorsi, che mutui a lungo termine contratti a tasso fisso siano stati rinegoziati dagli Enti con gli stessi istituti finanziatori (o con altri) per ottenere prestiti (sostitutivi di quelli originari) a tassi più bassi, però variabili.
La Provincia di Matera, a fine 2005, ha rimodulato uno stock di mutui per opere pubbliche (stipulati dopo il 31/12/1996) di 9 milioni circa di euro con la Cassa DD.PP., ottenendo una riduzione netta di 1 punto percentuale circa. In proporzione ai tassi sostituiti e agli interessi residui, quello nuovo ha prodotto un notevole vantaggio economico. Questa ristrutturazione del debito è stata voluta dal Presidente Nigro a tasso fisso; il ricorso al tasso variabile, pur possibile, avrebbe comportato un ulteriore guadagno, che però poi sarebbe stato superato dalle perdite. Dal 2006 in poi, con il permanente, proficuo (e gratuito) supporto dell’advisor Banca Intesa Infrastrutture, l’Amministrazione Provinciale ha comunque monitorato i mercati finanziari, ma l’andamento non più ciclico, bensì “volatile”, dei tassi (non a caso poi aumentati) ha sempre sconsigliato il ricorso ai derivati.
La Provincia, perciò, è oggi al riparo dai danni che hanno investito altri Enti. La Amministrazione Provinciale, inoltre, nell’ambito delle diverse iniziative poste in essere a supporto tecnico dei Comuni ha reso disponibile, a fine 2006, nella sezione intranet riservata ad amministratori e funzionari degli Enti aderenti al C.S.T. per l’e-Government un manuale di conoscenza con annesso forum, della finanza innovativa (o “creativa”), per permettere soprattutto agli Enti più piccoli di “difendersi” da certe allettanti (ma rischiose) offerte di alcuni intermediari finanziari.
È ora auspicabile, nella logica del “federalismo finanziario”, una approfondita ricerca e analisi, magari a cura della Regione, dei margini di esposizione degli Enti Locali della Basilicata, in dipendenza del ricorso alla finanza creativa, per attivare i possibili e guidati correttivi. Vi sono, infatti, novità: si pone ora per gli Enti, la possibilità di rinegoziare mutui contratti prima del 31/12/1996 (nel periodo cioè di picco dei tassi sui prestiti) in relazione al fatto che i tassi sono ormai al di sotto dei minimi storici.
Se si considera che i mutui contratti (specie se con istituti di credito diversi dalla Cassa DD.PP.) negli anni precedenti al 97 scontavano tassi molto alti, si capisce che ristrutturare quel debito oggi converrebbe e di molto.
Vi si frappongono, però:
a) il costo notevole che all’attualità accompagna la provvista del credito (spread), che di fatto, in aggiunta alla penalità di anticipata estinzione dei mutui in essere, non renderebbe profittevole l’operazione sostitutiva;
b) la impossibilità, secondo la normativa vigente, di rinegoziare i mutui Cassa Depositi e Prestiti contratti prima del 31/12/96.
Ennio Di Palma direttore generale della Provincia di Matera