Volge al termine il mandato sindacale e com’è giusto che sia si deve guardare al futuro.
Trascorsi ormai 41 anni di servizio effettivo prestato nella Polizia di Stato, e dopo aver maturato una lunga esperienza nel campo sindacale, è mia intenzione e mio dovere far sì che questo bagaglio non vada perso; l’umile intento che mi anima è quello di trasmettere ciò che di buono ed utile ho acquisito in questa lunga militanza.
E’ necessario fornire alle nuove generazioni stimoli ed incoraggiamento ad intraprendere questo percorso, non facile in verità, se si è mossi da principi di lealtà, correttezza e desiderio di veder rispettate le regole da ambo le parti.
Non mi sono mai fidato delle illusioni, ma mi sono impegnato con passione, determinazione e dedizione mosso dall’intenzione di far bene, di contribuire al rispetto della dignità dei colleghi, di farmi portatore dell’idea di democrazia e di rispetto del lavoro degli altri che sono l’essenza dell’attività sindacale.
I riferimenti storici e valoriali che hanno animato chi ha fortemento voluto il Sindacato nella Polizia di Stato rimangono però valori che sono stati col tempo interpretati e a volte distorti da chi, assumendo questo impegno, ha voluto svolgerlo secondo teorie e principi del tutto personali, danneggiando l’idea e l’ideale che il sindacato voleva portare in questo nostro mondo, tradendone gli intenti ed i propositi.
Di queste interpretazioni e di questi personalismi, i risultati sono ben evidenti e sotto gli occhi di tutti.
Il sindacato ne è uscito indebolito, frammentato, perdendo l’incisività della sua azione, avviando l’Istituzione “Sindacato” verso una deriva morale, un danno irreversibile che trova però come ultimo destinatario ed anello debole il collega.
Per fortuna, però, il Sindacato è un’entità astratta che si incarna in chi lo rappresenta, fornendo così ai colleghi la possibilità di poter scegliere non la sigla che si rifà ad un ideale (il che è già difficile in questo momento di drammatica frammentazione), ma la persona che dovrà rappresentarli quando il suo intervento sarà opportuno.
Ma tant’è, e non possiamo fare altro che fornire il nostro contributo affinchè la lealtà e tutti i principi che hanno dato origine al sindacato tornino ad essere il solo obiettivo.
In questo momento storico, il mio pensiero è rivolto all’immagine del tricolore di una Italia unita e di un sindacato altrettanto unito, almeno negli intenti.
E in termini di unità e condivisione di idee, il mio pensiero non può non essere rivolto al S.I.A.P. che oggi rappresento orgogliosamente a livello Regionale e nel quale ho potuto apprezzare qualità e doti personali, umane e professionali in chi mi ha accolto come un vecchio amico.
Questo tipo di comportamento, questo tipo di sindacato, di modello asservito ha contribuito, in qualche misura, a nascondere tante verità che, sinora sommerse, stanno emergendo anche in sede giudiziaria.
Credo non sia necessario aggiungere altro per il momento, se non che attendo fiducioso gli esiti della vicenda.
Ma in questo momento, sono altri gli impegni che ci si accinge ad affrontare e che, per fortuna, rafforzano i principi di democrazia e di collaborazione che ho riscontrato nel S.I.A.P.: si è aperta la stagione congressuale che vedrà celebrare il giorno 16 novembre il Congresso Provinciale a Matera, il 18 Novembre il Congresso Provinciale di Potenza e, successivamente, il Congresso Regionale del S.I.A.P. di Basilicata.
Un momento di democrazia e di confronto interno che darà l’input ai nuovi assetti organizzativi di tutte le strutture della Regione e che segnerà per me il momento di “passare il testimone” a chi mi succederà nelle funzioni di Segretario Generale Regionale, funzioni che ho svolto con il massimo impegno e con grande entusiasmo, anche grazie al clima di distensione, amicizia e collaborazione che contraddistingue questa sigla in Basilicata.
Lascio con immenso orgoglio un Sindacato che si è ormai affermato stabilmente nella Regione, attento alle esigenze dei colleghi, alle nuove esigenze in materia di pari opportunità, che ha sempre fatto propria la politica delle quote rosa riservando sempre particolare attenzione alle problematiche riportate dal personale di sesso femminile.
Un sindacato soprattutto aperto alla base, alle nuove problematiche, ad ascoltare la voce di chi confida in esso affinchè tuteli chi ne ha bisogno, affinchè il mito del servilismo venga sfatato.
Sono certo del fatto che, chiunque sarà il nuovo Segretario Regionale eletto dall’Assise, proseguirà nel sentiero dei sani principi che ho tentato di percorrere nel corso della mia lunga carriera, sia essa sindacale che professionale; non ho mai dimenticato che un buon sindacalista deve innanzitutto essere un ottimo poliziotto. Io ho cercato di esserlo osservando con diligenza le regole e svolgendo il mio dovere fino in fondo.
Mi spiace vedere oggi, alla vigilia della mia collocazione in quiescenza, una Polizia di Stato che vive un momento drammatico a causa di diversi fattori esterni che purtroppo ne condizionano gli assetti, le strutture, le funzioni, le giuste valorizzazioni della professionalità del personale sotto il profilo economico.
Sarebbe troppo facile ora dire che si poteva fare di più, ma purtroppo il momento storico impone sacrificio per tutti, ma non si deve dimenticare che la Polizia di Stato è patrimonio della Nazione, non è autoreferenziale.
Una Polizia che funziona garantisce sicurezza ad un intero Paese, ne salvaguarda le potenzialità economiche e sociali, ne eleva l’immagine a livello internazionale ma soprattutto infonde tranquillità nel cittadino.
Ma chissà che questo momento di difficoltà anche nelle relazioni sindacali non sia il giusto trampolino di lancio per una presa di coscienza da parte del sindacato.
Questo è il tempo per l’inizio di una nuova era sindacale; il contesto complessivo è difficile e la gestione del momento critico che si sta attraversando è un incubo nell’incubo.
Il termine del mio mandato coincide con l’agognata pensione sopraggiunta per limiti di età e costituirà l’occasione per salutare e ringraziare chi, a tutti i livelli, mi ha seguito, stimolato, apprezzato o anche costruttivamente criticato per le posizioni che ho assunto, talvolta anche forti e scomode, ma senza mai perdere di vista gli obiettivi che me lo imponevano: la salvaguardia della dignità, il mio ideale di giustizia.
Mi propongo, per salutare tutti lasciando una ulteriore prova del mio impegno sociale (oltre alla irrinunciabile serata di commiato), di organizzare un convegno pubblico sui temi dell’ordine e la sicurezza pubblica al quale prenderanno parte personalità politiche e rappresentanti delle Istituzioni e sindacali per dibattere i temi della sicurezza in Basilicata, ma soprattutto passare il testimone a colleghi che in questi ultimi anni non solo mi conoscevano per la dedizione al lavoro ma soprattutto perche hanno condiviso la linea sindacale genuina, sincera, leale e con i quali abbiamo delineato il proseguimento della futura attvità improntata proprio sulla lealtà di uomini sinceri e liberi, nel rispetto della persona vista come essere umano. Nella ricerca del pieno rispetto dell’altro e nella condivisione di idee che abbiano come fine la tutela del bene comune, alzando lo sguardo verso il futuro.
Questo per evitare che si ripetano episodi ai quali abbiamo assistito (purtroppo io in prima persona) anni addietro e che vorrei non si ripetessero più.
Un abbraccio affettuoso
Lorenzo Creanza Segretario Regionale S.I.A.P. Basilicata