Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro dell’Interno
Alla Direzione Nazionale Antimafia
Alla Procura distrettuale antimafia di Potenza
Alla Procura distrettuale antimafia di Bari
OSPEDALE DI TINCHI (MT) – ESPOSTO DENUNCIA
I sottoscritti componenti del Comitato Cittadini Attivi di Bernalda e Metaponto e del Comitato Difesa Ospedale di Tinchi
ESPONGONO E DENUNCIANO
quanto segue:
Siamo asserragliati ininterrottamente dal 1° luglio sul tetto di un ospedale. E’ l’ospedale civile di Tinchi di Pisticci (MT), in Basilicata, vittima di un vero e proprio piano criminale.
Lo stanno smontando pezzo dopo pezzo, reparto dopo reparto.
Negli anni scorsi avevano illuso il grande bacino di utenza locale (50.000 persone in inverno e ben 300.000 come in questi giorni d’estate), che le chiusure per ristrutturazioni transitorie di molti reparti come ostetricia, sale parto, pediatria, chirurgia sarebbero servite per riammodernare il nosocomio. Così è stato. Infatti sono stati spesi svariati milioni di euro e nel frattempo hanno deciso di chiuderlo definitivamente per “regalarlo” a una fondazione privata che si occuperà di “ricerche in neuropsichiatria infantile” (la Stella Maris di Pisa), creando ulteriori dubbi e inquietudini alla già provata popolazione costretta a inenarrabili calvari per la salute.
Dal 1° luglio hanno chiuso anche la divisione di Medicina, e da allora alcuni membri del Comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto e del Comitato Difesa Ospedale di Tinchi (semplici cittadini e non dipendenti in mobilitazione) siamo saliti a oltranza sul tetto più alto dell’ospedale.
Con loro ci sono anche vecchietti ex-Partigiani.
Nei giorni prossimi smantelleranno anche gli ultimi reparti rimasti, compreso il laboratorio di analisi e il pronto soccorso che già lavora al minimo.
Le rassicurazioni fornite dal Direttore Generale ASM (Azienda Sanitaria del Materano) dott. Vito Gaudiano davanti alle telecamere di Striscia la Notizia qualche mese fa, sono clamorosamente smentite dai fatti di questi giorni, probabilmente studiati ad hoc per non incappare in un nuovo servizio di Striscia che, come è noto, riprenderà l’attività ad autunno inoltrato.
Anzi, abbiamo addirittura notizia di pressioni esercitate direttamente sulla trasmissione per non mandare in onda i servizi riguardanti questo ospedale.
In conseguenza di quanto sta accadendo molti vecchietti soli stanno rifiutando i ricoveri negli altri ospedali che distano da Tinchi più di 40 Km, preferendo così di lasciarsi morire per sfuggire ai calvari loro proposti, visto che in seguito alla chiusura del nostro ospedale gli altri sono al collasso.
Sembra di essere finiti nelle grinfie di qualche criminale nazista curriculato ad Auschwitz.
Ben 12.000 (dodicimila) firme contrarie raccolte tra i cittadini di Pisticci, Marconia, Bernalda, Metaponto, Scanzano Jonico e Montalbano Jonico non contano nulla per gli amministratori della Regione Basilicata. Il loro piano “assurdo” continua imperterrito.
In questo momento (31 agosto 2010) la situazione dell’ospedale è la seguente:
– OSTETRICIA-GINECOLOGIA CHIUSO
– PEDIATRIA CHIUSO
– MEDICINA CHIUSO
– CHIRURGIA CHIUSO (operativa solo saltuariamente per piccoli interventi in anestesia locale)
– PRONTO SOCCORSO SOSTITUITO DA AMBULANZA MEDICALIZZATA CHE ACCOMPAGNA I PAZIENTI IN EMERGENZA-URGENZA ALL’OSPEDALE DI POLICORO dove le attese possono durare anche svariate ore
– LABORATORIO DI ANALISI aperto solo dalle 8,00 alle 14,00
– PRESENTI SOLO alcuni AMBULATORI VARI (endocrinologia, fisiatria, dermatologia, ecc. dalle 8,00 alle 14,00);
Talvolta, nottetempo o di mattina presto, si vedono camion e furgoni che vengono a trafugare materiali e attrezzature senza ordini scritti; abbiamo informato polizia, carabinieri e guardia di finanza per identificarli ma finora non è accaduto nulla.
Portano via materiali e non sappiamo chi siano. E continua lo spostamento “sistematico” del personale presso altri ospedali.
La cosa più inquietante è che stanno minacciando in modo mafioso tutti coloro che si oppongono a questo disegno criminale in atto (medici, infermieri, associazioni in lotta, rappresentanti della cultura, sacerdoti, semplici cittadini; minacciano addirittura anche i sindaci dei comuni comprensoriali e i rappresentanti delle forze dell’ordine solidali con noi).
Malgrado le numerose denunce fatte, la Procura della Repubblica di Matera non interviene.
Per esasperazione qualche giorno fa è stato fatto un sit-in di protesta proprio davanti al Palazzo di Giustizia di Matera, sede della stessa Procura CHE ARCHIVIA TUTTO CIO’ CHE SIA DENUNCIATO CONTRO QUESTO CLAN CRIMINALE, MENTRE ASPETTA QUALCHE MINIMO APPIGLIO PER METTERE IN GALERA NOI MANIFESTANTI.
Hanno una capacità criminale tale da riuscire ad insabbiare perfino omicidi facendoli passare per morti naturali.
Il nostro timore è determinato anche dalla latitanza inspiegabile degli organi di stampa nazionali, che non sappiamo in base a quale meccanismo sono sviati dall’evidenziazione di questo presidio in atto ormai da 2 mesi. Infatti abbiamo cercato ripetutamente aiuto anche direttamente agli organi di stampa (Rai e Mediaset compresi), senza che nessuno abbia mai voluto affrontare la vicenda. Il nostro timore a questo punto è che fra poco CI ELIMINERANNO ANCHE FISICAMENTE, senza che nessuno possa saperne nulla.
Alle numerose denunce e segnalazioni da noi fatte agli organi di Polizia, al 50° giorno di presidio (e non dal 1° luglio) sono arrivati ordini agli agenti di identificare con l’esibizione dei documenti 4 volte al giorno le circa trenta persone che si alternano nei turni di presidio, malgrado essi conoscano ormai a memoria le nostre generalità.
Potrebbe trattarsi di un messaggio intimidatorio rivolto ai soggetti più deboli, al fine di dissuaderli dal continuare a partecipare al presidio.
Per tutto ciò chiediamo urgentemente il Vostro intervento istituzionale.
Tinchi, 31 agosto 2010
In fede (firme)
Pietro Tamburrano Domenico Giannace Donato Fuina
Lettera aperta alla Città di Pisticci
Cari amici
Ho da dirvi poche cose, ma col cuore in mano.
Anch’io, come tanti, sto sul tetto più alto dell’Ospedale di Tinchi da 61 giorni per impedirne la chiusura o la svendita.
Dieci anni fa visitai il Sacrario di Bassano del Grappa. Sulle pareti di questo tempio trovai, tra i tantissimi nomi trascritti, quello di Rocco Iannuzziello.
Tra le lacrime spontanee fui certo che quel soldato, caduto nella Prima Guerra Mondiale sul Monte Grappa, fosse di Pisticci.
In nome di questo vostro concittadino, vi chiedo di aggregarvi nella pacifica lotta per impedire che si chiuda il vostro Ospedale di Tinchi.
Ascoltatemi, per cortesia.
Se si ammala uno di voi, l’Ospedale di Tinchi non può più avere cura di voi come prima. Bisogna correre a Policoro, col rischio che la folla di malati determini lunghe e a volte fatali attese o disservizi.
Se, invece, si ammala un parlamentare, un consigliere regionale, un dirigente di alto livello, c’è per loro un pronto soccorso “speciale” al quale segue, forse a spese dello Stato, il rapido trasloco nella Svizzera, nel Liechtenstein, a Montecarlo o a Parigi, secondo la necessità.
Il soldato Iannuzziello non morì per una Patria così matrigna!
Amici di Pisticci, la vostra città è terza della Basilicata.
Se ci fu una ragione per darvi un ospedale, non ce ne può essere una sola per sottrarvelo.
Dov’è finita la vostra gloria passata? Volete rinunciare a che la vostra città sia capoluogo del Metapontino e della Val Basento? Dov’è la continuità della vostra cultura e delle vostre tradizioni?
Lottate con noi per affermare diritti civili sacrosanti come quello della salute e del benessere. L’Ospedale di Tinchi è tra questi.
Marconia ha manifestato il 27 agosto per difendere l’ospedale pisticcese. La stessa cosa chiedo a voi per il 2 settembre.
La grande fiaccolata che si snoderà per le vie cittadine deve “disintegrare” l’arroganza di chi vuole disporre del potere come a lui piace, non come è utile ai cittadini.
Difendete l’Ospedale contro gli interessi dei suoi nemici.
Onorerete la dignità dei vostri figli, e la memoria del concittadino Iannuzziello, caduto sul Monte Grappa mentre invocava nel sangue i nomi di sua madre e del suo paese natio.
Tinchi, 30 agosto 2010
Pietro Tamburrano