Sfruttamento della prostituzione con la pretesa di ottenere metà degli incassi da una giovane prostituta e agevolazione della prostituzione attraverso il procacciamento di clienti.
Questa in sostanza la natura dei rapporti fra una donna materana ed una giovane prostituta barese che si era appena trasferita a Matera in cerca di nuovi mercati.
L’incontro con la donna materana era avvenuto nell’aprile 2007 ed aveva indotto la prima a ritenere eccezionalmente interessante l’acquisire come propria affittuaria la giovane prostituta, capace di guadagni sostanziosi e nelle condizioni di non poter trovare con semplicità appartamenti in affitto nel capoluogo.
L’appartamento, sito in questa via Lucana diventa così il luogo di lavoro della giovane prostituta barese che deve consegnare alla padrona di casa la metà del guadagno di ciascuna notte (introiti che andavano, da un minimo di 400 a un massimo di mille euro).
La donna materana, come accertato in corso di indagine, oltre a sfruttare il “lavoro” della giovane barese ne coadiuva l’avviamento procacciandole clienti dai quali trarre ulteriori introiti.
La giovane prostituta, però, a questo punto decide di denunciare le angherie subite al personale della Squadra Mobile che diretto dal dr. Nicola FUCARINO e coordinato dal sostituto procuratore Valeria Farina Valori avvia una indagine corroborata da servizi di appostamenti e di intercettazione telefonica.
Sei mesi dopo, su conforme richiesta del M.P. il Gip Angelo Onorati emette Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere a carico della donna materana che, trattta in arresto dalla Squadra Mobile è attualmente reclusa nella sezione femminile del carcere di Potenza.
Particolarmente corposo il provvedimento custodiale del GIP che riporta abbondanti stralci delle conversazioni telefoniche dalle quali emerge in maniera assolutamente incontrovertibile la responsabilità della giovane arrestata sia in ordine all’acquisizione dei proventi derivanti dalla prostituzione sia con riferimento all’ulteriore attività del procacciamento dei clienti da inviare alla giovane barese, al fine di incrementarne vieppiù gli introiti.
L’incensuratezza della giovane materana non ne ha scongiurato la reclusione carceraria per via del fatto che, a parere del GIP, la misura della detenzione domiciliare sarebbe apparsa del tutto inadeguata atteso che è proprio presso la propria abitazione che la giovane arrestata ha svolto l’attività di sfruttamento della prostituzione.