CI SONO MOODY’S E MOODY’S
La propaganda fine a se stessa non è indice di buongoverno
Le manifestazione degli agricoltori, la perdita di posti di lavoro degli operai, i disagi delle famiglie, segnalano che il termometro della crisi dell’economia regionale continua inequivocabilmente a salire in ogni settore. Eppure, dai palazzi delle istituzioni e della politica, non mancano, in questi ultimi tempi, le affermazioni tranquillizzanti ed autoincensatorie, in virtù del giudizio emesso dall’agenzia americana Moody’s, che anche quest’anno ha stilato la speciale classifica di valutazione di numerosi enti e società.
La Basilicata ha ottenuto il risultato AA3 che subito è stato esaltato dai nostri governanti senza, tuttavia, riuscire a spiegarne minimamente il significato.
Vediamo in sintesi di cosa si tratta. Innanzitutto bisogna evidenziare che, per quanto dotate di uno specifico codice di condotta professionale, le agenzie di rating, come la Moody’s, sono delle entità private strutturate come società per azioni, e pertanto, ancorate esse stesse alle logiche del mercato e del massimo profitto possibile. In secondo luogo, è importante tener conto che l’Agenzia americana non esprime una valutazione sulle capacità di governo e sulla qualità delle politiche attuate ma costruisce soltanto un indice che misura la solidità finanziaria e la capacità di restituire i crediti ricevuti.
D’altronde, il rating AA3 è stato assegnato alla Basilicata in ragione del moderato indebitamento, della buona liquidità, della pressione limitata della spesa sanitaria, della prudente gestione del bilancio ma anche e soprattutto, in considerazione della ”maggiore flessibilità fiscale del bilancio regionale dovuta ai proventi del petrolio”.
Come dire, che la Regione si fa bella agli occhi degli altri con i soldi che sottrae ai legittimi proprietari, che sono le amministrazioni e le popolazioni locali.
E’ giusto che il 55% delle royalties del petrolio vadano a finire nelle casse della Regione per rimpinguare quel malloppo che alimenta lo spreco e la spesa clientelare? Come mai nonostante la solidità finanziaria e la buona salute del bilancio regionale, tutti gli indicatori socio-economici, dal tasso di disoccupazione all’indice di povertà, risultano, invece, deprimenti e mortificanti per i cittadini lucani? Che fine fanno realmente quelle disponibilità finanziarie rilevate dall’agenzia Moody’s?
Su questo nessuno dice niente e fa perfino simpatia sentir decantare la bontà del sistema di governo della Regione in virtù del rating concesso dall’agenzia americana che, in sostanza, ha confermato che in Basilicata continuano ad arrivare fiumi di soldi nelle casse della Regione e dei suoi Enti strumentali. Ma per saperlo non occorreva che si scomodasse Moody’s!
Semmai occorre soltanto un pizzico di verità e di buongoverno in più.
Ci sono modi e modi di fare politica e di governare ma quello di non comprendere appieno e di non far capire troppo sicuramente non è il migliore.
Nicola Manfredelli, Segretario La Grande Lucania