COME DIRE “ARRIVEDERCI” A CHI CI CACCIA
Bernalda, 20 febbraio 2010
Il fenomeno della erosione marina di Metaponto emerse drammaticamente lo scorso anno in seguito a devastanti mareggiate. Raccapriccianti furono i rimedi addotti, consistenti nello scarico a riva di masse imponenti di sabbia estratta da cave arenarie di colline dell’entroterra, non conciliabili con quella finissima e dorata della spiaggia metapontina.
I Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto, attenti per statuto all’ambiente in una logica di sano e integrale “marketing territoriale”, intervennero su invito degli operatori turistici, per invocare un intervento istituzionale scientificamente confacente alla natura dell’area marina devastata.
All’Assessore Regionale per le Infrastrutture i Cittadiniattivi consegnarono, in pubblica assemblea, un dossier tecnico-operativo elaborato da imprese del Nord specializzate in opere di ripascimento a mezzo dragaggio di sabbia marina, già applicate e apprezzate in tutta l’Europa e in molte parti dell’Italia. L’intervento preventivabile per la spiaggia di Metaponto con dragaggio della stessa sabbia risucchiata dal mare sarebbe costata la metà di quello che si stava consumando, e che si continuò a consumare con l’apporto di quella collinare.
Quest’anno altre mareggiate hanno riproposto il problema della erosione marina di Metaponto, ed hanno evidenziato il fallimento dell’intervento effettuato lo scorso anno con gran spreco di danaro pubblico.
Esasperati dagli interventi, gli operatori turistici del luogo, al fine di richiamare l’attenzione della pubblica Autorità, hanno organizzato una protesta occupando l’Aula Consiliare del Palazzo Municipale, incatenandosi pericolosamente sul cornicione dello stesso. Alla protesta hanno partecipato, su invito degli operatori turistici, i Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto. L’intervento del Questore con agenti di Polizia, dei Vigili del Fuoco, del Commissario Prefettizio e del Presidente della Regione ha indotto i dimostranti a recedere dal pericoloso incatenamento, patteggiando per un incontro tecnico-orientativo in Prefettura, propedeutico alla soluzione del problema.
Dall’incontro stabilito per il 17 febbraio 2010 in Prefettura è stata esclusa la delegazione dei Cittadiniattivi, composta da un associato e da un Ingegnere di Idraulica marina.
La gravità di questa esclusione sta nel fatto che la delegazione rappresentava lo scrivente Comitato, i liberi cittadini e le Associazioni lucane aggregate per intenti di tutela ambientale e trasparenza amministrativa. Ma il punto che rende illegittima detta esclusione è la discriminazione prevalsa su quali rappresentanti di associazioni ammettere e quali no. E’ da precisare, al riguardo, che la delegazione dei Cittadiniattivi non solo era da considerare tra le promotrici della dimostrazione in atto nel Palazzo Comunale, ma aveva consegnato in Prefettura domanda di ammissione all’incontro, direttamente depositata e protocollata.
Al divieto di accedere al tavolo tecnico di consultazione in Prefettura è seguita la denuncia fatta dal delegato dei Cittadiniattivi alla Procura della Repubblica di Matera contro la stessa Prefettura per la pubblica umiliazione subita, resa ancor più grave dal diniego di motivazioni scritte.
Questa esclusione ha sconvolto e disorientato i loro animi e le loro menti, consapevoli come sono di operare esclusivamente per la pubblica utilità, e rammaricati di aver denunciato al NOE di Potenza lo sconcertante intervento dello scorso anno, e di aver ribadito alla Guardia di Finanza il degrado della spiaggia di Metaponto nell’ambito di indagini preliminari seguite alla denuncia fatta precedentemente al Presidente della Repubblica su un più generale degrado ambientale e sociale del Metapontino.
Dopo innumerevoli appelli rivolti alle Alte Autorità dello Stato per atti amministrativi non condivisi dal popolo e non conciliabili con la pubblica utilità, alcuni dei quali tramutati in esplicite denunce presso la Procura della Repubblica, i Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto, da promotori della legalità e del bene comune sono stati scambiati per sobillatori della quiete pubblica, subendo in contemporanea l’astio dei partiti al potere e di amministratori infidi, capaci di ricorrere a sanzioni e a procedure giudiziarie contro di loro per alienare da sé illegalità che sono sotto gli occhi di tutti.
Chi è nelle Istituzioni pubbliche non può ignorare le leggi e i decreti sulla “modernizzazione della pubblica amministrazione” che parlano di dialogo istituzionale con i cittadini, di amministrazione condivisa e colloquiale, di coinvolgimento diretto dei cittadini in progetti di pubblica utilità, di controllo e valutazione civica dell’operato amministrativo.
Stando così le cose i Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto chiedono alle Alte Autorità dello Stato e all’Unione Europea se essi debbano celebrare la morte della loro Associazione libera, apartitica e senza alcuno scopo di lucro, avente per obiettivi la democrazia partecipativa, il marketing territoriale nell’accezione più alta, la cultura del servizio e la legalità.
Di certo essi cesseranno ogni attività di promozione civile e sociale, se non sarà dato loro il diretto assenso istituzionale, garanzia unica e legittimazione assoluta di ogni impegno associativo.
L’allarme dato dalla Corte dei Conti sulla corruzione dilagante nella pubblica amministrazione, da una parte, avvilisce e mortifica i Cittadiniattivi, dall’altra, restituisce a loro l’energia nuova per credere nell’esercizio autentico della sovranità popolare.
Le cause della spaventosa crisi italiana non è solo di natura economica.
Occorre aggiungerne due: una morale, l’altra culturale.
La Costituzione, celebrata a parole, nei fatti è messa sotto i piedi.
L’evoluzione verso la democrazia partecipativa, in essa postulata, stenta a decollare per la resistenza cinica di parti della società che impongono forme varie di oligarchia.
La sovranità popolare è sostituita dalla sovranità del profitto e, di conseguenza, dalla sovranità della corruzione.
Lo Stato non sono più i cittadini, ma i potentati che aggregano e controllano spegnendo la vitalità popolare.
Chi opera nelle Istituzioni raramente si sente servitore del cittadino, nei confronti del quale spesso si sente tirannicamente sovrano.
Che fine stanno facendo i principi costituzionali del bene comune, dell’interesse collettivo, per i quali soltanto hanno giustificazione l’esistenza dello Stato, la funzione delle istituzioni pubbliche, i partiti politici e le libere associazioni?
Nella democrazia italiana il cittadino è, o non è, di diritti?
Come mai accade che un cittadino, qui in Italia, possa essere cacciato da un rappresentante delle istituzioni volendo solo collaborare a specificare positivamente esigenze e diritti comuni?
Anche la serietà è in crisi come la cultura e la morale: è conseguenza ineluttabile.
Non è colto chi ha un cumulo di conoscenze.
E’ colto chi capisce la comune origine e la comune sorte degli uomini; chi capisce i comuni bisogni e le regole della convivenza; chi capisce il rispetto di ogni persona umana; chi capisce che la società è nata per convenzione, valida nella misura in cui garantisce a tutti il benessere essenziale; chi capisce che il potere è servizio, non tirannìa; chi capisce che nessuno può essere cacciato senza sentire prima ciò che vuole dire; chi capisce che moriremo tutti, anche chi, cacciando, pensa di servire.
il Presidente Pietro Tamburrano per il Comitato Cittadini Attivi di Bernalda e Metaponto
EROSIONE COSTA JONICA: NAUFRAGIO DELLA SINISTRA
La problematica della erosione della Costa Jonica è argomento sempre attuale. Sono oltre vent’anni che gli amministratori regionali blaterano e non vogliono dare una soluzione definitiva. Per rispetto dei cittadini e degli operatori turistici del metapontino, e di quelli di Metaponto in particolare dove si registrano danni gravissimi alle strutture e al territorio, lungi dal voler contribuire alla cinica speculazione elettorale cui stiamo assistendo da parte di taluni ricandidati del centrosinistra alle prossime regionali, sento il dovere di intervenire per manifestare la mia sincera solidarietà di professionista vicino al mondo delle imprese e di consigliere provinciale. Mentre invito gli operatori turistici a mettere in atto forme di protesta forti e determinate, civili e democratiche, nei confronti della Regione competente per materia e detentrice delle chiavi della cassaforte, mi corre l’obbligo di ribattere alle grottesche dichiarazioni del consigliere regionale Di Sanza, dando per scontate e rituali quelle dell’assessore provinciale al turismo D’Alessandro, riportate sulla stampa nei giorni scorsi. Al consigliere Di Sanza che dopo aver ricordato a noi tutti che “Il Metapontino e la Costa Jonica sono patrimonio dei lucani …”, dopo aver preso solennemente l’impegno “… e per questo devono diventare una priorità per il prossimo governo regionale” arrivando a dichiarare che diventerà una “sua personale questione di principio”, evidentemente affetto da amnesia tipica dei personaggi del teatro dell’assurdo di beckettiana memoria, devo rimembrare che egli è consigliere regionale della maggioranza di centrosinistra e come tale egli avrebbe potuto e dovuto far recepire al governo della sua colazione la gravità del problema e la strategicità del metapontino nell’economia lucana. Nell’ultima Finanziaria Regionale, dove c’è giustamente attenzione per i maestri di sci, potevano benissimo essere individuate anche le risorse necessarie per risolvere il fenomeno dell’erosione della costa jonica, attingendo per esempio ai Fondi del Programma Operativo F.E.S.R. 2007/2013, eventualmente integrate con parte dei Fondi P.I.O.T. destinati a interventi infrastrutturali. Quando c’è la volontà politica i problemi trovano molto spesso soluzione. La verità è che questo consumato governo regionale di centrosinistra non ha nessuna visione delle questioni e indirizza le risorse per fini estranei alla valorizzazione delle vocazioni e delle potenzialità dei territori. E’ tempo di smetterla con gli atavici, subdoli solenni proclami di impegno, prontamente reiterati sul proscenio della campagna elettorale. E’ il tempo della responsabilità e della serietà. E’ il tempo di dare risposte concrete ai cittadini e agli operatori turistici che vogliono contribuire a creare sviluppo e benessere per il metapontino e per l’intera regione.
Antonio Stigliano
Consigliere Provinciale Matera
Vice capogruppo PDL
INTERVENTO DEL COMITATO CITTADINIATTIVI DI BERNALDA E METAPONTO
Erosione costa di Metaponto: i Cittadiniattivi Bernalda e Metaponto, respinti dalla Prefettura, si ritirano per protesta dalla contestazione.
Nella mattinata di mercoledì 17 febbraio 2010 una delegazione rappresentativa del Comitato CittadiniattiviBernalda e Metaponto, di altre Associazioni lucane e dei liberi cittadini, composta da un membro del direttivo del Comitato e da un Ingegnere di Idraulica Marina, è stata respinta dal tavolo tecnico convocato in Prefettura per la soluzione del grave problema della erosione marina a Metaponto.
L’iniziativa prefettizia è conseguita al sit-in convocato nel Palazzo Comunale di Bernalda, e soprattutto all’incatenamento di una decina di dimostranti sul cornicione dello stesso.
Nella circostanza sono intervenuti la Questura e i Vigili del Fuoco per prevenire eventuali incidenti, il Commissario Prefettizio di Bernalda e il Presidente della Regione Basilicata, De Filippo, per avviare a risoluzione il problema.
La necessità dichiarata della convocazione di un tavolo tecnico in Prefettura convinse i dimostranti a scendere dai tetti. Promotori di questa forma forte di contestazione sono stati anche i CittadiniattiviBernalda e Metaponto esclusi dal tavolo prefettizio odierno di concertazione.
Consapevoli della esistenza delle leggi sulla modernizzazione della Pubblica Amministrazione che richiamano le Istituzioni al dovere della trasparenza, della efficacia, della efficienza e del dialogo coi cittadini per progetti di pubblica utilità e per una più ottimale tutela del bene pubblico, i CittadiniattiviBernalda e Metaponto si sentono defraudati di un diritto previsto dalle leggi, le quali parlano anche di “dialogo” istituzionale, di amministrazione “colloquiale” e di amministrazione “condivisa”.
L’amarezza per quanto accaduto oggi ha comportato sia la denuncia esposta alla Procura della Repubblica contro questo gesto della Prefettura, sia l’immediata dissociazione, per protesta, dalle contestazioni in atto.
Il Comitato si riserva inoltre di segnalare alle Alte Cariche dello Stato il grave atto lesivo delle libertà democratiche e dei diritti della collettività.
il Comitato Cittadiniattivi Bernalda e Metaponto
NOTA DI MICHELE OLIVIERI, RESPONSABILE POLITICO DEI VERDI DELLA PROVINCIA DI MATERA, DOPO LA MAREGGIATA CHE HA COLPITO METAPONTO.
I verdi della Provincia di Matera dicono basta alle pseudo solidarietà o ataviche promesse che puntualmente si ripetono quando sorge il problema dell’erosione della Costa Ionica. Non possiamo più ingannare gli operatori turistici o nascondere i problemi che l’uomo causa alla natura. Tutti sappiamo, ormai, addetti e non, quali sono i problemi che attanagliano il fenomeno erosivo della Costa Ionica. L’erosione è avvenuta fin da quando sono state create le dighe, che nacquero sbarrando i corsi dei nostri fiumi, non apportando più materiali inerti che supplivano a quello che le mareggiate invernali toglievano alla costa. Le mareggiate invernali sono un fenomeno naturale da sempre esistito anche se negli ultimi tempi con il cambiamento climatico sono avvenute con maggiore continuità. Quello che non è naturale è la programmazione che l’Ente Pubblico non ha mai pensato di realizzare in quell’ecosistema, lembo di terra definito dagli storici la terra dei Dei. Anzi, è stata accelerata la causa con una forte antropizzazione, come i megavillaggi che realizzano solo grossi profitti economici e lasciano alle spalle solo deserto. Tutto questo a discapito della comunità, in cui non si privilegia l’imprenditoria locale che ha veramente a cuore gli interessi di tutelare il proprio habitat. Le soluzioni di ripristinare la battigia e le dune ci sono, basta volerlo con una seria volontà politica di programmazione del territorio. Noi Verdi sono anni che chiediamo al governo regionale di costituire insieme alla regioni limitrofe, Puglia e Calabria, il PARCO DELL’ARCO IONICO, perché dove ci sono leggi e regole non si creano appetiti di diversa natura, come insediamenti di pozzi petroliferi o addirittura la costruzione di centrali nucleari.
La rinascita della nostra economia deve partire dal tutelare la nostra terra così come la genesi ce l’ha donata.
Michele Olivieri, responsabile politico dei Verdi della Provincia di Matera
NOTA DELL’API DOPO LA MAREGGIATA CHE HA COLPITO METAPONTO.
Le continue mareggiate di questi giorni hanno causato notevoli danni agli operatori turistici della costa jonica e, in modo particolare, a quelli di Metaponto, già alle prese con seri problemi di erosione costiera.
L’API, condividendo le preoccupazioni degli operatori turistici danneggiati, sollecita la Regione a prendere urgenti e opportuni provvedimenti per salvare la stagione turistica 2010, sostenendo i lidi metapontini e attuando interventi a difesa delle spiagge del litorale.
“E’ necessario – dichiara il presidente della Sezione Turismo dell’API Silvio Grassi – tenere in debito conto le esigenze degli operatori turistici che, pesantemente danneggiati dalle mareggiate di questi giorni, possano trovare ristoro per i danni subiti”.
L’API quindi chiede che, oltre alle indispensabili opere di difesa della costa e agli interventi di ripascimento degli arenili stravolti dalle mareggiate, siano risarciti anche i danni subiti dalle strutture turistiche e dai lidi con stabilimenti balneari, al fine di mettere gli operatori in condizione di competere nella prossima stagione balneare.
“Lo scorso anno si intervenne con un ripascimento che andrebbe ripetuto – prosegue Grassi -, con un versamento di sabbia prelevata in mare in modo da ottenere un avanzamento della spiaggia. Si tratta solo di un intervento di emergenza, ma comunque utile a salvare la stagione turistica”.
“La ricostruzione del tratto di litorale metapontino avrà senz’altro positive ripercussioni di natura economica sugli operatori turistici, soprattutto sugli stabilimenti balneari. I lidi metapontini hanno subito gravi danni per le intemperie dello scorso inverno e senza la sistemazione degli arenili la stagione balenare sarebbe compromessa”.
“Auspichiamo tuttavia – conclude il presidente della Sezione Turismo dell’API – che la Regione trovi altri fondi per le indispensabili opere di difesa della costa, cioè per interventi strutturali su tutto il litorale a beneficio dell’industria turistica lucana, settore che costituisce potenzialmente una leva della nostra economia, ma che ancora stenta a trovare una definitiva consacrazione”.
{phocagallery view=category|categoryid=97}
(***) Attenzione:
Sul problema, serio e reale, dell’erosione della costa ionica abbiamo sentito in questi ultimi anni un sacco di corbellerie.
La più grossa sciocchezza – pronunciata anche da fonti ufficiali ed autorevoli – è che tale fenomeno sia dovuto al mancato apporto solido fluviale. Si sente evocare “il mancato ripascimento”. Come se la costa fosse un cavallo: che reclama ogni anno la sua razione di biada.
Abbiamo inoltre assistito ad alcuni interventi folli, di ripascimento appunto, e ad altri comunque dannosi e controproducenti.
E già si preannunciano, come un presagio di sventura, nuovi Alti Studi ed altri interventi milionari.
Ma a tutti sfugge la vera causa che sta provocando quel disastro. (???)