Se il livello di civiltà di una comunità si misura dal grado di attenzione verso la propria storia e il proprio patrimonio culturale, allora per il popolo lucano il livello risulta ancora insufficiente, e se con la cultura forse non si mangia, perché non nutrirebbe il corpo, certamente essa risulta il primo alimento della mente, e quindi di quella crescita civile che se valorizzata in modo adeguato porterebbe anche ad una crescita economica.
L’ennesimo allagamento del parco archeologico di Apollo Licio, sito nell’area matapontina, dimostra, ancora una volta, che c’è ancora tanto da fare per tutelare l’immenso patrimonio culturale che la nostra storia ci ha consegnato, e non per permettere che venga distrutto, ma per sperare che venga adeguatamente conservato e fruito.
Le piogge degli ultimi giorni hanno messo in ginocchio l’agricoltura lucana e messo a dura prova tutti quei siti archeologici di immenso valore culturale, alcuni dei quali del periodo tardo arcaico.
La tutela dei nostri siti archeologici passa anche per la tutela e la messa in sicurezza di tutto un territorio, quello lucano, su cui gravano decenni di disattenzione e di interventi tampone che poco hanno sortito, e che in molti casi sono risultati inadeguati o insufficienti.
L’auspicio è che a partire da subito si ponga rimedio a questa grave situazione di vulnerabilità ambientale, dovuta per molti versi, anche ad uno sfruttamento, non sempre sostenibile, delle risorse naturali.
Pertanto, per meglio tutelare un territorio sempre più fragile e dissestato, è necessario mettere in campo strategie che vedano la collaborazione sinergica di tutti gli enti territoriali amministrativi oltre che culturali, come l’Università degli Studi della Basilicata che, con la Scuola di Specializzazione in Archeologia di Matera ed i vari corsi di laurea, tra cui Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, potrebbe dare un valido e puntuale apporto ad una organica politica di pianificazione progettuale per la tutela di tutto il territorio lucano.
Il segretario organizzativo IdV – Michele Grieco
COSTITUITO IL COMITATO PER LA DIFESA DELLE TERRE JONICHE
PER OTTENERE MISURE URGENTI A FAVORE DELLE AZIENDE E DEI CITTADINI COLPITI DALLE ALLUVIONI DI QUESTA SETTIMANA
SCONGIURARE NUOVI DANNI E TUTELARE IL TERRITORIO
AL VIA IL COMITATO UNITARIO “DIFENDIAMO LE TERRE JONICHE”
Per far fronte all’alluvione di questi giorni, ottenere i risarcimenti e impedire lo scempi del territorio, delle attività e delle vite dei cittadini del Metapontino e del Ginosino
Nella mattinata di lunedì 7 marzo è stato montato in Piazza a Metaponto il presidio del “Comitato per la difesa delle terre Joniche” costituito sabato sera a Metaponto dopo un incontro partecipato da diverse associazioni ed operatori economici della Provincia di Matera e di Taranto. Una roulotte, ed uno striscione portati in Piazza cui entro oggi si aggiungeranno gazebo e strutture per diventare punto di raccolta e coordinamento delle associazioni e dei comitati attivi nel territori e presidio permanente per le iniziative che dal basso andranno assunte nelle prossime settimane per tutelare gli interessi dei cittadini colpiti nella provincia di Matera e Taranto. Mentre si montavano le strutture il Comitato ha tenuto una conferenza stampa in cui Gianni Fabbris, di Altragricoltura, ha spiegato gli obiettivi e le prime iniziative che verranno assunte: “Sopra ogni altra priorità bisogna, subito, avere le garanzie che le attività economiche del territorio siano messe in condizioni di poter continuare ad operare, dunque si dia attuazione immediata alle misure previste in caso di calamità naturali come è già avvenuto nei mesi scorsi e negli ultimi due anni per il Veneto colpito dalle esondazioni. In particolare serve il blocco e la sospensione immediata dei pagamenti e delle scadenze ed un piano capace di riavviare le attività produttive e di servizio colpite dalle alluvioni”. E’ questo un obiettivo prioritario ed urgente di cui (contrariamente a quanto è già avvenuto per il Veneto che aveva a disposizione risorse e certezza già 48 ore dopo le alluvioni) ancora non si hanno concreti segnali. Non è la prima volta che il territorio Metapontino è colpito da eventi calamitosi negli ultimi due anni e, aggiunge il Comitato: “Questa volta non potremo assistere all’ennesima presa in giro”. L’acqua che lentamente sta defluendo sta mostrando fra i territori del Metapontino e del Ginosino quanto grandi e sottovalutati siano i danni er il territorio che ha subito un colpo tanto grande e profondo. “C’è il rischio” aggiunge Fabbris “che quando il fango sarà asciutto, l’acqua lasci il posto agli ufficiali giudiziari mandati da banche, Equitalia e creditori a riscuotere crediti che non potranno essere onorati”. Il Comitato, dunque, chiede una assunzione di responsabilità nella consapevolezza che l’alluvione interviene in un territorio già profondamente colpito dalla crisi economica e che le risposte non possono essere burocratiche e rituali: la liturgia delle richieste di rimborsi che non verranno mai soddisfatte, questa volta non potrà soddisfare quanti vedono vanificare in queste ore gli investimenti di anni di lavoro. Per questo il “Comitato per la difesa delle terre joniche” chiama tutti i cittadini e le forze sociali, economiche, associative, culturali e civili a coordinare le iniziative ed a mobilitarsi perché già in queste ore ci siano risposte e certezze. La spinta e la vigilanza dal basso dovrà essere l stimolo per le istituzioni territoriali, regionali e nazionali per concorrere insieme a raggiungere il primo obiettivo delle misure straordinarie conseguenti allo stato di calamità.
La mobilitazione dovrà anche garantire che questo ennesimo colpo al territorio ed alle sue genti sia occasione, finalmente, per un piano di bonifica e riassetto all’altezza dei compiti che un’area dall’equilibrio ambientale così delicato ci consegna. Ci sarà, poi, il tempo di capire cosa non ha funzionato. Come si è determinata fra Metaponto e Ginosa in particolare un’ondata di piena così grande da distruggere 500 metri di argine, se il territorio era adeguatamente predisposto dalle opere di manutenzione a gestire l’acqua che è caduta non più di tante altre volte e se, come stanno lamentando in tanti in queste ore, sia vero che i cittadini siano stati informati in ritardo o solo a cose avvenute.
Il Comitato chiama tutte le realtà associative ed i cittadini dell’area del Metapontino e del Ginosino a coordinarsi ed indice due primi appuntamenti:
– Lunedì 7 alle ore 18 a Vinosa nel piano superore della Banca popolare) assemblea pubblica
– Mercoledì 9 alle ore 18,30 assemblea interprovinciale a Metaponto Lido presso il Camping Internazionale
Tutti dicono, ma nessuno ne parla.
Oltre all’abbondante pioggia (ma secondo quello che dice Pio Acito, e condivido, non si tratta di piogge eccezionali),la causa dell’allagamento oltre che imputarla alla cattiva e scriteriata gestione del territorio, può essere stata causata da una cattiva gestione dell’apertura delle chiuse della Diga di San Giuliano da parte degli operatori del Consorzio di Bonifica? Chi ne sa qualcosa?