All' attenzione dei fruitori della Biblioteca Provinciale Tommaso Stigliani di Matera.
Con la presente s'intende esporre il malessere che gli utenti della biblioteca provinciale avvertono nel frequentare quello che dovrebbe essere un punto di raccordo tra studenti, universitari e non, ricercatori o bibliofili.
Ci rivolgiamo alla Direttrice vista la sua posizione di mediatrice tra le istituzioni politiche e i destinatari, nonché mentore della futura classe dirigente che nella struttura vorrebbe trovare adeguati spazi di studio. Ogni richiesta sottoposta in passato alla sua visione è stata declinata con la famosa storia del "non ci sono fondi" o in base all´esistenza di "fantomatiche protezioni politiche", altrimenti detto "me ne lavo le mani". Non è tutto. In caso una struttura conosca una situazione di disservizio temporaneo crediamo necessario che il fruitore della stessa, che contribuisce a rendere nobile il patrimonio culturale della città, debba provvedere per se stesso (e per gli altri) a rendere meno gravosa la mancanza del servizio stesso. Nel caso specifico ci riferiamo al malfunzionamento della termoventilazione nella struttura. Ci scuserà se pensiamo che il suo divieto di introdurre stufe elettriche in biblioteca motivato dalle eventuali scintille emanate in caso di corto circuito (da lei dichiarato su La gazzetta del Mezzogiorno del 17 gennaio) ci sembra più che altro una vendetta privata visto il suo esplicito disaccordo nel denunciare il fatto alle testate giornalistiche senza previo permesso. Le sue reazioni potevano essere quantomeno indirizzate alle aziende che si occupano delle manutenzioni ordinarie visto che l´ultima revisione al sistema di termoventilazione risale alla fine dell'anno passato.
Premesso che il nostro intento non è quello di sfidare la sua autorità ma collaborare con iniziative razionali a migliorare il servizio offerto alla città, vorremmo ricordarle che la struttura in questione, poichè pubblica, appartiene anche a noi fruitori in quanto finanziata da fondi che provengono da tasse e contributi versati dalle nostre famiglie. Le nostre lamentele riguardanti le condizioni igienico-sanitarie sono state già esposte e con nostro stupore abbiamo appurato la mancanza di sforzi da parte della ditta di pulizia nello svolgere il proprio lavoro.
La biblioteca non è fatta di soli studenti o Direttrici.
Esiste anche il personale, suddiviso in varie fasce di natura e specie. C'è il dipendente educato, gentile e riservato.
C'è il dipendente che mette a disposizione tutto se stesso per guadagnarsi lo stipendio che si porta a casa. Infine c'è il dipendente che noi studenti definiamo PESCIAIOLO VERSATILE: la definizione nasce dall'incapacità del soggetto di stare seduto in silenzio al suo posto di lavoro interpretando la sala quotidiani o il punto prestiti al pari di una piazza. La definizione non considera l´assoluta maleducazione dei dipendenti stessi.
Giacché la biblioteca si struttura su più piani con piccole stanze, forse dovremmo cominciare a pensare di creare quantomeno due ali differenti: una riservata agli studenti delle scuole superiori o inferiori, l'altra riservata agli studenti universitari. La richiesta nasce dall´esigenza di silenzio come fondamentale criterio per la concentrazione individuale; ripassare le materie giornaliere da libri comuni, tipico degli studenti delle scuole superiori va a ledere quel criterio.
A onor del vero occorre sottolineare il fatto che molti studenti (anche universitari) considerano la biblioteca come punto di distrazione per il semplice fatto di essere frequentata da molta gente! Poiché il senso di civiltà non è un fattore ereditario ma trasmesso solo con l´educazione, occorre, a nostro avviso, creare dei punti in cui collocare vigilanti o dipendenti preposti al silenzio, invitando i soggetti di disturbo a scendere nelle apposite zone di ristoro o a lasciare la biblioteca.
Spesso il senso d'inciviltà supera il semplice disturbo orale trasformandosi in azioni di lesioni ai banchi, scritte con colori indelebili, messaggi poco gradevoli sulle pareti dei bagni o furti di accessori vari. Quando individueranno il gene della stupidità umana, confidiamo nel fatto che intervengano per asportarlo. Noi, per quello che potremo fare, ci impegneremo nel segnalare questi soggetti alla direzione nella speranza che questi provvedano come meglio si creda.
La biblioteca provinciale, proprio perché sottoposta al controllo di un'autorità pubblica, dovrebbe dare il buon esempio anche in tema di raccolta differenziata.
Gli studenti e i frequentatori sono costretti a utilizzare cestini singoli in cui gettare plastica (delle bottiglie d´acqua acquistate dai distributori o bicchieri di caffè), carta, penne inutilizzate e materiale di scarto di vara natura e genere tra cui anche alluminio. Visti i recenti allarmi sui rifiuti in tutta Italia, che ne dite di usare quella famosa legge secondo cui prevenire è meglio che curare?Concludiamo con i consigli del giorno:
1) prevenire è meglio che curare;
2) meglio tardi che mai.
Luoghi comuni? Cominciamo da quelli.
Intervento di Daniele Nuzzolese