Sveglia presto. Colazione bilanciata. Leggo un libro di Alberto Angela su una giornata tipo nella Roma antica. La testa sta già ripassando. Preparo i libri per studiare e metto in un´altra borsa il termoventilatore sperando di trovare beneficio nel gelo della biblioteca. Sono le nove e quindici del 28 gennaio 2008. In ritardo per la GARA DEI PARCHEGGI. Chiamasi gara dei parcheggi la competizione che ha inizio in zona centro dopo le nove del mattino per trovare un posto libero in cui posteggiare la macchina senza beccarsi una multa (che personalmente sto collezionando in questi mesi per arrivare in orario alle lezioni). In via Gattini c’è sempre qualche posto libero e mi fiondo direttamente senza pensarci. A piedi mi dirigo verso la biblioteca.
Con sorpresa trovo una decina di dipendenti fuori dalla struttura. Lecito chiedere cosa stia succedendo. Meno lecito non ricevere una risposta che possa definirsi “precisa”. Mi riferisco all’ampio ventaglio di risposte ottenute che varia dal “cortocircuito” alla “espulsione di liquidi dal sistema antincendio” (ma la biblioteca è per la maggior parte dotata solo di estintori…) dalla “fuga di gas” a un “danno al sistema di illuminazione”. La domanda è semplice: quando sarà possibile attivare la biblioteca?La risposta è banale: vedremo nei prossimi giorni. Cosa significa? Qualcosa non quadra. Secondo alcuni l´ipotetico liquido estinguente potrebbe essere dannoso e pericoloso per chi si trova in biblioteca. Altri hanno parlato di odore di gas. Eppure alcuni dipendenti sono ancora all’interno della struttura. Se fosse pericoloso, non sarebbe meglio evaquare la zone e chiamare i pompieri? Lo facciamo noi studenti e prima di dare l’allarme chiediamo se la sede abbia già ricevuto una segnalazione proveniente dalla Biblioteca provinciale Tommaso Stigliani di Matera. La risposta è: “non so neanche di cosa stia parlando”. E’ evidente che il 115 non sa nulla. Chiudiamo la conversazione senza allarmare nessuno. Ritorniamo in biblioteca per avere ulteriori delucidazioni. La gentilissima signora ancora seduta all’ingresso ci dice che non si sa ancora nulla. Aggiunge che ci conviene chiamare domani per sapere se la biblioteca sarà aperta al pubblico. Non ci facciamo sfuggire l’occasione e testiamo l’area phone center della biblioteca. Il telefono squilla. Dall’altra parte qualcuno alza la cornetta ma non risponde e riattacca. Test non superato. Eppure c’è ancora qualcuno che lavora all’interno. Chiamiamo qualcun’altro. Si tratta della linea privata di una dipendente interna. la signora è stata contattata da una sua conoscente. La signora ci dice che la biblioteca sarebbe stata chiusa perché l’intero sistema di termoventilazione risulta danneggiato (e la novità dov’è?). Nessuna novità, eppure non parla di nessuna fuga di gas o raba varia.
La pazienza paga. Aspettiamo fino al giorno successivo per ottenere delucidazioni dall´articolo sulla Gazzetta. Titolo: “Una fuga di gas alla biblioteca, è subito panico” (ma com’è possibile?).
Noi, di nostro, troviamo in una fonte interna una brillante informazione: “stavo lavorando quando all´improvviso ho sentito una forte esplosione”. Se a questo ci aggiungo il forte odore di gas che avrebbe pervaso la struttura concludo che deve essere successo qualcosa di grave. L´intera zona non dovrebbe essere messa sotto controllo? Il patrimonio librario non dovrebbe essere messo in salvo da eventuali danni?A quanto pare no visto che di sicurezza non se ne è vista neanche l´ombra e nessuno si chiede il motivo di questo silenzio.
Per quanto riguarda il personale interno, a esso sarebbe già stata trovata un´urgente, nonché improvvisa, sistemazione in Provincia. Noi studenti sapevamo di questo trasferimento da due settimane viste le confessioni di alcuni dipendenti interni. Testuali parole: “se entro lunedì non aggiustano il sistema di termoventilazione chiudiamo la struttura per provocare disagi agli utenti. Toccherà a voi studenti fare qualcosa. Noi verremo trasferiti in Provincia nell´attesa di una eventuale riapertura della biblioteca”. Noi cominciamo a disperarci