“Il futuro della Basilicata così come quello di altre regioni italiane mi sembra legato ad un esile e debole filo di speranza ora che si fanno sempre più ravvicinati i tempi entro cui il Governo dovrà assumere decisioni in ordine alla localizzazione delle centrali nucleari da costruire nel Paese e all’individuazione del sito unico per il deposito delle scorie”. La vicenda preoccupa il presidente della Provincia di Matera, Carmine Nigro, il quale chiama a raccolta le comunità e le istituzioni lucane in difesa e a tutela della denuclearizzazione della Basilicata. “Abbiamo già dato in passato”, dice, riferendosi alla presenza delle barre nucleari custodite alla Trisaia di Rotondella “la cui presenza sta impegnando il nostro ente in un profondo intervento di bonifica dell’intera area che circonda il sito lucano dell’Enea; evitiamo che, una volta affrontata questa spesa, ci si trovi di nuovo a dover fare i conti con il nucleare in Basilicata per la presenza di una centrale o, peggio ancora, per tornare ad individuare Scanzano Jonico e il suo giacimento di salgemma, quale soluzione ideale per conservare quel che resta di incombusto del carburante nucleare”.
“La Basilicata – sottolinea Nigro – sta già contribuendo in maniera massiccia con le estrazioni di petrolio a garantire parte del fabbisogno italiano di idrocarburi: aggiungere ad un territorio come il nostro anche il peso del nucleare significherebbe decretarne una fine anticipata determinando un più alto ed insostenibile livello di spopolamento. Per quanto ci riguarda siamo pronti a tornare in piazza per difendere vocazioni peculiari come ambiente, agricoltura e turismo. Facciamo sentire, come abbiamo fatto nel 2003, il nostro dissenso. E al Governo che è alle prese con scelte determinanti sul nucleare dico di non considerare la Basilicata come una delle localizzazioni ideali per il nucleare italiano. Ci sono regioni come Sicilia, Veneto e Lombardia che hanno già dato la loro disponibilità. Partiamo da queste realtà territoriali e teniamo fuori il territorio lucano che sta già facendo la sua parte sul fronte energetico”.