ARUPA prosegue nel suo percorso a sostegno della sopravvivenza e dell’incremento di alcune specie di rettili e anfibi presenti nell’area “Gravine di Matera”. Le novità riguardano due aspetti fondamentali del progetto LIFE coordinato dalla Provincia di Matera: la comunicazione e la parte tecnico-scientifica.
Nel primo caso si tratta della realizzazione, in capo al DITEC dell’Università di Basilicata, della newsletter informativa: “Che illustrerà – ha spiegato il professore Pietro Picuno, coordinatore scientifico di ARUPA per l’Università – le specificità dell’azione A4 che dovrà essere realizzata dall’altro partner di progetto, il Parco della Murgia Materana.”
L’Azione A4 del progetto prevede l’elaborazione di studi relativi agli habitat idonei alla vita delle specie obiettivo del progetto ARUPA. L’acquisizione dei dati si è svolta attraverso un’estesa indagine di campo che ha previsto ripetuti sopralluoghi nelle zone individuate preliminarmente quali possibili aree di presenza delle specie obiettivo. Il personale dell’Ente Parco della Murgia materana ha effettuato le attività di campo durante il periodo primaverile ed estivo del primo anno di progetto. “Studiare adeguatamente la situazione in cui versano gli habitat presenti all’interno dell’area del SIC/ZPS “Gravine di Matera” – Giuseppe Montemurro, vice presidente del Parco della Murgia Materana – risulta fondamentale al fine di calibrare meglio le azioni di conservazione che dovremo mettere in campo da qui alla fine del progetto, conclusione che avverrà nel 2013.”
In corso d’opera, relativamente alla parte scientifica, la Provincia di Matera è alle prese con la definizione del bando per la realizzazione di moduli vegetazionali (siepi, gruppi e filari di alberi) all’interno dell’area di progetto; azione che nel progetto è classificata come C5.
“La forte pressione antropica esercitata dall’attività agricola intensiva – ha sottolineato l’assessore all’Ambiente, Giovanni Bonelli – sull’ecosistema fluviale e la sostanziale continuità colturale della matrice agricola hanno causato l’eliminazione di quelle residue fasce vegetazionali spontanee che costituivano dei corridoi faunistici e dei micro-habitat favorevoli a molte specie animali. Queste fisionomie della vegetazione hanno caratterizzato il paesaggio fluviale da quando l’agricoltura ha sostituito le vegetazioni spontanee, con la funzione di divisione delle proprietà, di frangivento, di filtro per gli inquinanti di origine diffusa, e una notevole valenza da un punto di vista agronomico. Infatti esse rappresentano importanti “aree rifugio” per organismi (soprattutto insetti) antagonisti dei parassiti delle colture agricole, contribuendo a ridurre l’utilizzo di biocidi. Obiettivo dell’intervento sarà, pertanto, la creazione di almeno 8.000 metri lineari di alberi in filari e/o siepi utilizzando le specie autoctone fornite direttamente dal vivaio di ecotipi locali realizzato nel Parco della Murgia Materana.”