IDV: partito di lotta e di Governo, seconda parte.
Erano i tempi in cui i “martellesi” dovevano fronteggiare i rifiuti che giungevano da Potenza, che come è noto sono almeno radioattivi, a capo della protesta vi era l’assessore Provinciale di Matera appartenente, in questo momento, all’Idv.
Non sapeva che l’Idv fosse al governo in Regione, al Comune e finanche in Provincia.
Anzi lì c’era proprio lui.
L’accordo esecutivo dell’ordinanza De Filippo per trasportare una parte dei rifiuti potentini a La Martella era stato raggiunto dopo incontri serrati e che l’Idv non poteva non conoscere.
L’Idv è anche partito di lotta ed è, questa, una posizione comoda per acquisire consensi gestendo e protestando, facendo in buona sostanza il gioco delle tre carte.
Questa volta la storia si è ripetuta e ad indossare l’elmetto è nientemeno il numero uno, non già in termini di consensi- quelli sono avvolti da mistero-, dell’Idv: il Senatore Belisario.
Stessa storia, l’Idv è al governo in Regione ed in Provincia.
Sparare sui mancati controlli e sull’allegra gestione che si permette di fare a Fenice significa chiamare in causa la Provincia di Potenza.
L’uomo che dovrebbe sopraintendere a tutte queste cose è lì assessore all’ambiente che è dello stesso partito del Senatore. Siamo proprio al fuoco amico. Fenice inquina, è risaputo, ma incenerisce ben oltre i limiti concessigli.
Il rapporto Ispra per il 2008 parla di incenerimento pari a oltre 39 mila tonnellate di rifiuti urbani, l’Aia- scaduta- ne concedeva solo 30 mila; un rapporto della Provincia di Potenza del 2007 parlava di rifiuti industriali inceneriti tra i 45 mila ed i 65 mila, termine vago, sempre l’AIA ne prevedeva 35 mila.
L’assessore Macchia ne è a conoscenza?
Lo chieda il Senatore Belisario. La nota esaltando la raccolta differenziata fa intendere che gli inceneritori possono essere pericolosi, tanto è che l’estensore è allarmato per l’attività di Fenice.
Che fine hanno fatto i consiglieri regionali dell’Idv, professionisti riconosciuti in oncologia e dintorni, che hanno costituito un gruppo d’elite per la tutela ambientale ed hanno chiesto ed ottenuto il distacco di personale Arpab?
Hanno perso la voce o di ambiente e di certe pratiche nocive si parla solo la prima domenica del mese?
Pio Abiusi
Termovalorizzatore Fenice ovvero operazione…numeri
Sul Masi-pensiero non ci soffermiamo era conosciuto, nei vari convegni in cui è intervenuto a parlare di impiantistica si è preminentemente soffermato sull’impiantistica delle discariche e degli inceneritori; non già di quello che serve a valle di una buona raccolta differenziata.
L’Ola ha titolato l’intervento del Prof. Salvatore Masi, professore di ingegneria sanitaria-ambientale presso l’Università della Basilicata, come un intervento stonato nell’ambito del convegno organizzato dall’Associazione per la Tutela della Salute e dell’Ambiente di Basilicata (EHPA).
La sanità ambientale può avvalersi di tanti strumenti, anche del zyklon b.
Non ci soffermiamo, perché l’intervento OLA è stato ampio ed esaustivo: presto vedremo l’isola di Capri riconvertita a mega discarica ( media) per tutti i rifiuti campani e se non basta siamo pronti ad utilizzare anche Ischia e Procida.
Cimentarsi con i numeri è una brutta cosa perché il bicchiere può essere mezzo pieno ma anche mezzo vuoto e poi lo stesso bicchiere può avere una capacità enorme simile ad un grosso serbatoio oppure essere un semplice bicchierino da rosolio.
L’Emilia e Romagna indicata come fiore all’occhiello, non è la migliore nella materia, ha una raccolta differenziata pari al 43% ( fonte: elaborazione Cittadinanzattiva su dati ISPRA 2010 = abituiamoci a citare le fonti) porta 4 volte , circa, la produzione lucana dei rifiuti in discarica; piccolo particolare i rifiuti solidi urbani emiliani sono il 9,1% della quantità prodotta a livello nazionale e quella lucana è pari ad un misero 0,7% ( fonti di cui sopra).
Le quantità connotano le situazioni .
In Campania si differenzia il 19% della raccolta mentre in Basilicata solo il 9% ( i dati si riferiscono al 2009) eppure a Napoli ciclicamente ne succedono delle belle.
C’è un piccolo particolare non secondario che in provincia di Napoli la densità di popolazione è pari a 2652 abitanti a kmq , non parliamo poi di Napoli che arriva ad oltre 8 mila, mentre la popolosa Lucania viaggia sui 59 abitanti per kmq ed è la regione italiana più virtuosa in termini di produzione dei rifiuti con i suoi 386 kg. per abitante, la media nazionale è di Kg. 541 pro-capite.
Conclusione se non siamo in emergenza ma solamente in crisi, la responsabilità è di chi dirige l’orchestra e dei suoi consiglieri. Rischiamo di annegare in un bicchiere d’acqua.
Molti pensano che il D.I.F.A.( Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell’Ambiente). remi contro anche perchè spesso le relazioni cambiano il loro taglio adeguandosi al momento, è già accaduto.
Il detto popolare è: attacca l’asino dove vuole il padrone.
Diciamo che il nostro obbiettivo è di raggiungere per il 2020 il risultato tedesco e di portare in discarica l’1% dei rifiuti meglio ancora il “Rifiuti Zero” del Prof. Paul Connett, University of Lawrence, Canton, New York, USA.
Se ci crediamo ed i nostri amministratori ci credono anche essi e lasciano a casa i cattivi consiglieri, è possibile.
Già alcuni comuni lucani : Montalbano Jonico, Montescaglioso stanno raggiungendo livelli molto significativi di raccolta differenziata, altri si stanno attrezzando.
Rigirare il coltello nella ferita, spesso non conviene, si tranquillizzi- purtroppo- di meno sindaco di Lavello!!
Il dato contestato dal Prof. Masi con foglietto senza paternità in mano lo potrà leggere nel tabulato allegato e che è ricavato dal rapporto ISPRA pubblicato nei primi giorni del 2010 e si riferisce a dati del 2008 . ci riferiamo a rifiuti urbani , quelli cioè che Fenice incenerisce nel forno a griglia per il quale ha una A.I.A.( Autorizzazione Integrata Ambientale) a bruciare 30 mila tonnellate, l’Autorizzazione è peraltro scaduta dal 19 Ottobre 2010 e non è stata rinnovata.
Come è possibile notare, nell’ ambito dei rifiuti urbani Fenice ha bruciato oltre 20 mila tonnellate di rifiuti pericolosi e in tutta Italia ne sono stati bruciati oltre 54 mila , crediamo proprio di essere al 40%, circa.
Possiamo ancora aggiungere che su 39.614 tonnellate trattate, ma l’AIA non era per solo per 30 mila? Ben 20.884 sono pericolosi.
Il rapporto afferma che i rifiuti pericolosi bruciati in Italia nella ambito dei R.U. sono 54 mila tonnellate di questi 34.482 sanitari ed ospedalieri e 19.907 di altra natura, questi ultimi- si evince- tutti bruciati a Fenice.
Il foglio del professor Masi parla poi dei rifiuti pericolosi industriali e dice che ne vengono bruciati 1 o 2 Milioni di tonnellate l’anno in Italia; 1 o 2 Milioni prof. Masi?
Quella dei rifiuti speciali di origine industriale ( pericolosi e non)= es. fanghi –melme -soventi esausti non clorurati è una storia a se ed è trattata dal forno rotante per 35 mila tonnellate, tanto dice l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) scaduta, mentre dalla relazione al piano provinciale di Potenza alla sezione rifiuti speciali ed aggiornato a ottobre 2007, risulta che il forno rotante ha lavorato da un minimo di 45 mila tonnellate ad un massimo di 65 mila e le sostanze bruciate, nella relazione, sono meticolosamente dettagliate.
Visto che ci siamo, tranquillizziamo ulteriormente il nostro Sindaco di Lavello come gradirebbe fare il professor Masi diciamo cosa è l’A.I.A.(autorizzazione integrata ambientale) é il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto o di parte di esso a determinate condizioni, che devono garantire certe conformità, essa viene rilasciata dalla giunta regionale con apposito D.G.R. dopo che la conferenza di servizi composta, in questo caso, da: Regione, Provincia, Comune in cui insiste l’impianto- perciò Melfi-, Arpab ed Asp ha rilasciato parere favorevole.
Le prescrizioni che si rilascino sono ampie ed articolate ed in teoria garantistiche, ci sono poi i “noti” controlli da parte degli enti preposti.
L’A.I.A. ha durata temporale e quella di Fenice è scaduta, abbiamo detto, il 19 ottobre 2010 e non è stata ancora rinnovata , la data di scadenza si evince sempre dal solito rapporto Ispra e si ha contezza del mancato rinnovo perché sul BUR regionale non vi è alcun DGR relativo. Il cittadino, automobilista sa che : qualora non abbia proceduto al collaudo del mezzo e lo stesso è sottoposto a controlli su strada da parte degli organi di polizia viene immediatamente bloccata la circolazione dell’autovettura con tutto quello che ne consegue.
Fenice forse è più di una autovettura. e proprio per questo ha ricevuto un allegro permesso a circolare, a tempo indeterminato, da parte della Provincia di Potenza.
Il Comune di Lavello non partecipa alla conferenza di Servizio perché, lo abbiamo detto, Fenice è nel territorio di Melfi, piccolo particolare, l’impianto dista dal primo 6 Km. e dal secondo 9 ( dati riportati in una relazione di EDF).
Dell’esigenza di creare un reale clima di trasparenza su tutta l’attività di Fenice è stato detto in più occasioni e si possono individuare anche delle vie fattibili, pare siano tutte cose che restano solo nelle dichiarazioni di intendi, ovviamente buone.
Pio Abiusi