Un grave delitto familiare scuote la città di Matera nella serata che precede la festa dell’Immacolata. Una donna materana ha perso la vita sulle scale che precedono il portone della sua abitazione ubicata in via Lucana nei pressi del cippo che ricorda l’esplosione della Milizia da parte dei tedeschi nella città dei Sassi durante la seconda guerra mondiale.
La vittima accoltellata a morte è Anna Rosa Fontana, una donna materana di 38 anni già separata dal primo marito, matrimonio nel quale erano arrivati i primi due figli, di 12 e 17 anni e che poi aveva avviato una convivenza con Paolo Chieco, relazione nella quale era nata una bambina che oggi ha sei anni. La relazione era stata interrotta cinque anni fa in seguito all’aggressione subita da Anna Rosa Fontana ad opera di Paolo Chieco: l’uomo, un materano di 53 anni, in quella circostanza era stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione con l’accusa di tentato omicidio derubricato per lesioni personali in quanto non erano stati toccati gli organi vitali della donna. Chieco aveva scontato una pena di quattro mesi in carcere e un anno ai domiciliari a casa della madre. Ma successivamente aveva ripreso a perseguitare la donna con una serie di pedinamenti e minacce ricevendo quindi un provvedimento per stalking da parte della Questura di Matera in seguito alle numerose denunce effettuate dalla sua ex convivente. Il provvedimento inibitorio che impediva a Chieco di avvicinarsi alla donna ad una distanza inferiore ai trecento metri non è stato però rispettato alla vigilia dell’Immacolata. Sono le 21,10 quando la signora Anna Rosa Fontana rientra a casa con le buste della spesa ma Paolo Chieco ha già deciso di ucciderla. La donna è ferita a morte con un coltellaccio da macellaio affilato come un rasoio. Con cinque colpi, di cui l’ultimo alla nuca, la donna crolla a terra per le scale. Prima di uccidere l’uomo nei giorni scorsi aveva nuovamente minacciato la sua ex compagna, avvistata in compagnia di un’altro uomo e aveva nuovamente chiesto di tornare a convivere. “O sarai mai o di nessuno”, aveva urlato Paolo Chieco. Poi il tragico epilogo di questa convivenza non andata a buon fine. Ad assistere a questo orribile episodio di cronaca nera è il figlio più grande nato dal primo matrimonio e la sua fidanzata, che avvisano subito il 113 e il 118. Non erano in casa invece l’altro figlio di 12 anni, che cinque anni fa invece aveva assistito alla prima aggressione di Chieco nei confronti di sua madre e la bambina di sei anni che la donna aveva concepito con l’uomo che le ha tolto la vita. Paolo Chieco dopo aver ucciso Anna Maria Fontana è scappato a casa della madre (una residenza a trecento metri da quella della sua ex convivente), che è anche in cattive condizioni di salute e non si è accorta di nulla. Dopo dieci minuti Chieco è stato raggiunto dagli agenti della Polizia di Stato: l’uomo è stato ritrovato in evidente stato confusionale e con gli indumenti sporchi di sangue. In casa è stata rinvenuta anche una borsone, perchè probabilmente si aspettava l’arrivo delle forze dell’ordine. Con la testimonianza oculare di due minorenni Chieco non ha negato nulla ma si è avvalso della facoltà di non rispondere alle prime domande rivolte dagli inquirenti. L’uomo è accusato di omicidio premeditato volontario e si trova adesso presso il carcere di Matera. A coordinare le attività che hanno portato subito all’arresto di Chieco è stata la dottoressa Susca. Mentre l’uomo veniva arrestato il corpo della povera signora Fontana giaceva a pochi metri dal portone della sua abitazione coperto da una confezione dorata che di solito si utilizza per proteggere un uovo di pasqua. Macabra la scena che si è presentata agli occhi degli agenti che sono intervenuti sul luogo del delitto, con il coltello di grosse dimensioni ancora conficcato nella schiena di Anna Rosa Fontana. Il 118 ha trasportato quindi la donna all’obitorio dell’ospedale Madonna delle grazie di Matera ma non c’è stato nulla da fare. Sarà l’autopsia a stabilire i particolari sul decesso. I particolari sono stati illustrati in una conferenza stampa convocata in mattinata presso la sala Palatucci della Questura di Matera alla presenza del dirigente della Mobile dottor Nicola Fucarino, della dottoressa Concetta Piccitto dirigente della squadra Volanti e della dottoressa Luisa Fasano, addetto alla comunicazione.
Michele Capolupo
L’ultimo gravissimo episodio di violenza, che ieri sera ha provocato la morte di una donna a Matera, non può essere archiviato come semplice fatto di cronaca, ma ci impone una riflessione profonda.
Soltanto due settimane fa si celebrava la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e quella che emerge chiaramente è la necessità di istituire azioni di politica e di governo che mirino in primo luogo a prevenire episodi di violenza di genere, sempre più spesso perpetrati all’interno delle mura domestiche e purtroppo non sempre denunciati.
Occorre che il muro di omertà che circonda il fenomeno venga finalmente abbattuto. In questo percorso non semplice le istituzioni dovranno farsi carico di sostenere, in maniera sempre più massiccia, qualsiasi iniziativa che vada in questa direzione, attraverso atti concreti e progetti, quali l’avvio di un centro di ascolto, o quello di una Commissione permanente che monitori il fenomeno della violenza di genere, come già auspicato e richiesto recentemente dalla Presidente della commissione comunale per le Politiche Sociali, Nunzia Antezza.
Non di meno il disagio sociale, che sottende alla grande maggioranza di episodi di violenza e sopraffazione ai danni delle donne, impone alla società tutta l’attuazione di politiche di governo, territoriali e centrali, che mirino al sostegno delle fasce più deboli.
Naturalmente occorre anche una rivoluzione culturale e sociale, che restituisca dignità al ruolo della donna nella società, abolendo la visione stereotipata e umiliante che purtroppo oggi impera.
Il Partito Democratico di Matera, esprimendo amarezza e commozione per l’omicidio di ieri e sincera vicinanza alla famiglia della vittima, si impegna ad affiancare l’Amministrazione Comunale nella messa in opera di iniziative che mirino a prevenire e ad affrontare qualsiasi violenza nei confronti delle donne.
La Segretaria del PD di Matera
Simonetta Guarini
Nelle foto in basso Paolo Chieco e il coltello utilizzato per uccidere Anna Rosa Fontana. In alto l’abitazione dove è stata uccisa la donna.
Nell’ambito di mirati servizi, disposti e pianificati dal Comando Provinciale Carabinieri di Matera, finalizzati ad incrementare, durante questo periodo natalizio, il controllo del territorio al fine di prevenire reati predatori e garantire la sicurezza sulle strade nel corso della notta tra martedì 7 e mercoledì 8 dicembre, nel Comune di Tursi, i Carabinieri del locale Comando Stazione, procedendo ad un posto di controllo, fermavano ed identificavano un giovane ventunenne di quel centro che con il suo atteggiamento faceva intuire ai militari operanti che potesse occultare qualcosa. Si procedeva pertanto ad un’accurata perquisizione del veicolo condotto dal giovane a seguito della quale, sotto il sedile lato guida, veniva rinvenuto una busta di cellophane contenente due confezioni di sostanza stupefacente, del tipo cocaina, per complessivi grammi 0,9. Il ragazzo veniva deferito alla competente Autorità Giudiziaria per detenzione illecita di sostanza stupefacente, posta sotto sequestro.
Sempre martedì 7 dicembre, i Carabinieri della Stazione di Montalbano Jonico hanno denunciato a piede libero un 23enne poiché ritenuto responsabile di appropriazione indebita di monili in oro. Circa un anno fa, infatti, un uomo residente nel predetto Comune, accoglieva nella propria abitazione la cognata ed il nipote perché in un momento di difficoltà. Purtroppo, la disponibilità e l’affetto non sono stati ricambiati alla stessa maniera: è di due giorni fa, infatti, l’amara scoperta che il nipote 23enne si era appropriato durante la permanenza presso l’abitazione di alcuni monili in oro, sottraendoli allo zio per rivenderli. L’uomo, seppur con estremo dolore, ha sporto denuncia presso la locale Stazione Carabinieri immediatamente intervenuta per ricostruire i fatti.