100 grammi di hashish: è questo il bottino sequestrato dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Pisticci e di Scanzano Jonico nel corso della retata antidroga denominata “Rabbit hole”. Sono dieci le persone coinvolte, tra i 20 e 32 anni, tutte residenti nel Metapontino, nelle zone tra Pisticci e Scanzano: in particolare gli agenti hanno emesso due ordinanze di custodia cautelare in carcere per due giovani di Policoro, altre due giovani, sempre di Policoro, sono agli arresti domiciliari mentre altre tre ragazzi, due di Policoro e uno di Pisticci sono sottoposti all’obbligo di firma. Per questi ultimi il reato ipotizzato è quello di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Un’altra persona, D.V.L., pregiudicato di Taranto, ha ricevuto un avviso di garanzia. I giovani si rifornivano di sostanze stupefancenti nel mercato tarantino e riuscivano a trasferirla nei centri di spaccio utilizzato dei tartufi, perchè l’odore impediva ai cani di riconoscere le sostanze stupefacenti. Altre dosi invece erano nascoste nelle parti intime. In carcere sono finiti Giuseppe Alisio, classe 88, e Salvatore Milione, 90, entrambi di Policoro. Agli arresti domiciliari si trovano Giuseppe Alvarez, classe 89 e Rocco Florio, classe 86. Obbligo di firma per C. D., D. L. L. e I. G..
Il bilancio dei controlli del Comando provinciale dei Carabinieri nel fine settimana.
Al termine dei servizi di controllo del territorio intensificati nel decorso fine settimana, finalizzati alla prevenzione dei reati contro il patrimonio, di contrasto al consumo e spaccio di sostanze stupefacenti al dettaglio ed al rispetto delle norme sulla circolazione stradale, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Matera hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria per guida con patente revocata un materano di 31 anni. Altri tre materani, di età compresa tra i 27 ed i 34 anni, sono stati segnalati alla locale Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti poiché, durante un controllo, sono stati trovati in possesso di due involucri di cellophane contenenti grammi 0,7 di eroina destinata ad uso personale. L’episodio conferma ulteriormente il ritorno dell’eroina tra le droghe più consumate, anche perché reperibili ad un buon prezzo, specie, purtroppo, tra i giovani. Su questo specifico aspetto, rimane alta e prioritaria l’attenzione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Matera.
Sequestrato un bacino artificiale per la raccolta delle acque del torrente “La Rabatana” agro di Tursi, dal Corpo Forestale dello Stato.
Le piogge di straordinaria intensità che si sono verificate lo scorso inverno in provincia di Matera hanno determinato eccezionali valori di portata nei più importanti fiumi lucani. Alcuni di essi, a causa della rottura degli argini artificiali, hanno esondato in più punti. In particolare le aree ioniche metapontine sono state interessate da gravissimi allagamenti con ingenti danni alle strutture agricole e turistico alberghiere.
Tale situazione è stata la probabile conseguenza di una generale situazione di dissesto idrogeologico nonché di una cronica mancanza di manutenzione di tutte quelle opere estensive ed intensive, a protezione dei corsi d’acqua, di cui soffrono molte aree della regione.
Il CFS di Matera, al fine di verificare e segnalare eventuali illecite manomissioni e situazioni di crisi sui più importanti corsi d’acqua lucani, ha intensificato la propria attività di polizia idraulica e fluviale.
In tale ambito operativo, l’attività svolta dagli uomini del NIPAF del Comando Provinciale del CFS di Matera, congiuntamente agli uomini del Comando Stazione Forestale di Tursi e della Polizia Provinciale, ha portato al sequestro di un bacino artificiale, comprese alcune opere arginali per il convogliamento e la raccolta delle acque, all’interno dell’alveo del torrente “La Rabatana” in agro di Tursi in provincia di Matera.
Dopo alcune verifiche e sopralluoghi è emerso che, all’interno dell’alveo del torrente, era stato realizzato un ampio scavo collegato ad una arginatura artificiale che ne convogliasse le acque . Lo scavo, delle dimensioni di 400 metri quadrati circa ed una profondità di 3 metri, era già parzialmente pieno e conteneva circa 1000 metri cubi d’acqua. L’argine invece, realizzato con il materiale di risulta dello scavo del bacino artificiale, era di forma trapezoidale e si sviluppava per una lunghezza di circa 80 metri.
L’intervento, che ha comportato movimenti di terreno per oltre 1500 metri cubi, ha inoltre determinato il danneggiamento di un’area naturale interessata da vegetazione ripariale anche di particolare pregio.
Si è inoltre accertato che il responsabile dell’abuso, deferito alla competente A.G. per danneggiamento ambientale ed abusivismo edilizio, è il conduttore di alcuni frutteti, limitrofi alla vasca e disponeva esclusivamente dell’autorizzazione all’attingimento del’acqua dal fiume. Egli aveva realizzato tale manufatto al fine di approvvigionarsi di acqua per poter irrigare le proprie colture nella prossima stagione estiva.