TINCHI DI PISTICCI – La perdurante situazione di stallo in cui versa l’ospedale di Tinchi, per il quale ancora non si intravedono spiragli di luce, nonostante le varie e ripetute manifestazioni di protesta e l’occupazione da oltre due mesi del tetto del presidio, è al centro delle valutazioni dei due comitati civici che hanno avviato la vertenza, i Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto e quello per la Difesa dell’Ospedale, che stanno programmando nuove iniziative. Tra le altre cose, il ridimensionamento e la chiusura del nosocomio sono considerati una grave offesa alla memoria di Angelina Lo Dico, la maestrina e martire alla quale l’ospedale è stato intestato qualche anno fa, alla presenza di un delegazione di Marianopoli, la cittadina siciliana che le diede i natali. Una cerimonia che si svolse in concomitanza con l’inaugurazione della piscina terapeutica, poi mai entrata in finzione. E tutto questo quando già era in atto la fase di trasferimento dei primi reparti. I manifestanti ritengono pertanto che sia stata arrecata una grave offesa nei riguardi della giovanissima maestra ed infermiera dei poveri, che già agli inizi degli anni venti, auspicava la necessità di aprire un ospedale, in un territorio in cui regnavano malaria e tisi oltre a povertà, miseria, disoccupazione. La nuova iniziativa, pertanto, è quella di investire della questione ospedale anche l’amministrazione comunale di Marianopoli (Caltanissetta) e di invitare a Pisticci, a sostegno dell’ospedale, il sindaco e gli amministratori comunali. Si auspica, pertanto, che oltre all’intercessione di San Rocco, Angelina Lo Dico, per la quale, peraltro, è in atto il processo di beatificazione, possa compiere il miracolo. I due comitati non lasciano dunque nulla di intentato per raggiungere il loro obiettivo, quello cioè fondamentale di restituire ai cittadini il diritto alla salute. Ora per ottenere giustizia si deve ricorrere anche ai santi. Dopo aver invocato l’intercessione di San Rocco, ora si spera che Angelina Lo Dico possa compiere un altro miracolo.
Giuseppe Coniglio