In questa giornata straordinaria del 1° maggio 2011 in cui sarà ufficialmente dichiarato Beato Papa Giovanni Paolo II riportiamo un episodio relativo alla giornata del 27 aprile 1991, iin cui Matera ha avuto il grande onore di ospitare il Pontefice Carlo Wojtyla. Una giornata piovosa, ventilata e fredda. Il ricordo di quella intensa giornata con il Papa a Matera è affidato a Mario Ambrico, già dipendente dell’Ente Turismo Matera che in quella occasione realizzò un “omaggio alla Polonia” attraverso una mostra fotografica visitata anche dal Papa quando raggiunse la struttura che ospita gli anziani materani. Per saperne di più affidiamo alla memoria di Mario Ambrico il ricordo di quella giornata speciale per Matera e la sua comunità. “Il Papa doveva arrivare a Matera il 13 aprile ma poi la tappa di Matera fu rinviata di due settimane: il Papa arrivà in una giornata particolarmente proibitiva dal punto di vista climatico. Mentre a Matera c’era freddo, vento e acqua il Santo Padre – spiega Ambrico- arrivò in automobile e non in elicottero il 27 aprile 1991, il primo impatto con la città si registrò alle 10,45 davanti alla cattedrale, sotto una pioggia battente. Ad attenderlo c’erano centinaia di persone. Si creò una calca per cercare di stringergli la mano e tutti gridavano da vicino “Viva il Papa”. Poi all’ingresso nella cattedrale, il Papa si mostrò stanco, forse per la pioggia e per la giornata fredda. Nella seconda tappa nella nostra città- continua Ambrico- circa ventimila persone lo aspettavano davanti al Municipio. L’Arcivescovo di Matera-Irsina monsignor Ennio Appignanesi rivolse il saluto al Pontefice prima della Santa Messa. Quindi ci fu la visita al Brancaccio: il salone era gremito di ospiti circondati da parenti, amici e dal personale impegnato nell’assistenza. Nella sala da pranzo, al terzo piano, il Papà fu ristorato da un ottimo pranzo, molto apprezzato dal Santo Padre. Subito dopo andò a riposare per una trentina di minuti. Quando scese nella saletta, fui onorato della sua attenta visita alla rassegna rotografica “Omaggio alla Polonia”. Ero gioioso ed emozionato ma sereno quando dovevo rispondere alle sue curiosità su questa interessante mostra che diventava anche un omaggio verso il suo popolo. Dopo che l’arcivescovo Appignanesi mi presentò al Sommo PonteficeMi guardò e mi disse: “Non essere emozionato. Io sono una persona cristiana come te, solamente che sono il tuo Papa; null’altro”. Chiese della mia famiglia e risposi: “Nel mio cuore sentivo sempre un dovere verso i soldati polacchi che per circa due anni hanno soggiornato a Matera alla scuola sottufficiale del II° Corpo D’Armata Polacca guidato dal Comandante Generale Anders. Proprio i Vostri soldati (diedi al Papa del Voi) sono stati rispettosi verso la popolazione materana offrendo anche diverse derrate alimentari: zucchero, burro, carne in scatole, sapone palmolive, persino delle sigarette a noi giovanotti e cioccolate alle orfanelle dell’Istituto San Giuseppe di via Riscatto (che oggi ospita il complesso Le Monacelle – ndr). Santità, come non ricordare questo soldato che voi vedete in queste foto, che offre con amore il suo rancio a questi due bambini scalzi sulla collinetta a ridossso dell’incompiuto Castello Tramontano?” Il Papa con slancio immediato fece un segno di benedizione ed io continuai: “Noi materani con l’intero popolo italiano rivolgiamo preghiere ai soldati polacchi che morirono a Motecassino per darci la nostra libertà”. Il Santo Padre mi donò due rosari e con affetto mi salutò per poi raggiungere nuovamente le autorità locali prima di partire per Pisticci Scalo dove era previsto un altro incontro all’interno della zona industriale”.
Mario Ambrico cosa ha provato in quel momento? “Ho trascorso ben dieci minuti con il Papa ed è stato il più bel ringraziamento del lavoro fatto con passione insieme a mio figlio. Una ricerca fotografica con l’Istituto di ricerca di Londra senza aver chiesto nulla all’Amministrazione comunale e Provinciale”.
Carlo Abbatino