PD e centrosinistra:
un problema si risolve e un altro se ne crea
In data 12 gennaio 2010, rivolgendoci al PD, quale partito più rappresentativo del Centrosinistra, pubblicammo un vademecum per le nuove elezioni comunali e regionali a Matera. Per le elezioni regionali chiedevamo, fra l’altro, che:
1) si dicesse no al listino;
2) si dicesse no a candidature di persone che già per due volte avevano rivestito il ruolo di consiglieri regionali (provvedimento da estendere a incarichi di emanazione elettiva);
3) si pensasse ad una seria rappresentanza della montagna materana;
4) si facesse spazio al mondo del lavoro.
Quanto alle elezioni comunali, si faceva notare come Matera abbia bisogno di una voce netta, che veramente conosca i problemi della città e, soprattutto, li abbia a cuore e ponga al primo posto il problema del lavoro.
Con piacere si è potuto riscontrare che, finalmente, la vergogna del “listino” è stata felicemente risolta; una decisione è stata presa per il Sindaco, individuando nella persona del sen. Adduce il candidato all’amministrazione comunale, che vorremmo più attenta (almeno quanto il papa Ratzinger, vox clamantis in deserto) alla questione sociale.
Ma restano altri due problemi di natura etica, su cui si vuole richiamare l’attenzione.
Ci riferiamo innanzitutto alla nostra richiesta, che vuole non si vada, nelle candidature, oltre la seconda elezione. Facciamo osservare come la nostra richiesta, se accolta, porterebbe di per sé al rinnovamento automatico degli eletti, ad un maggior coinvolgimento e dinamismo dei militanti e alla moralizzazione del costume politico, scongiurando il coagulo e l’incrostazione di interessi difficilmente, poi, asportabili. Su questa ipotesi della necessità di non andare oltre il secondo mandato, si esprime oggi anche il settimanale L’Espresso, numero del 4 febbraio 2010, p.13, che invitiamo a leggere.
Spunta però – e tutta la città ne parla scandalizzata almeno quanto per la vicenda della candidatura del figlio di Bossi – il minacciato pericolo, se non follia partitica, che vorrebbe candidati scelti entro stretti ambiti familiari. E si fanno i nomi. Non è difficile capire come una cosa del genere finirebbe col consegnare il governo della cosa pubblica nelle mani di pochi familiares. Ne deriverebbe, peraltro, nell’immediato, un gran discredito sul PD e sulla sinistra in genere (con cui da sempre siamo schierati) alimentando fatalmente e pericolosamente il qualunquismo e l’antipolitica. Su questo “pericolo” ci piace riportare quanto il CIACP, in data 28 settembre 2006, scrisse allorquando, sul Comune di Matera, amministrato dalla sinistra, un fratello si dimise da assessore per lasciare il posto ad altro fratello. “Forse – scrivemmo – in clima di privatizzazione, si è voluto semplicemente dimostrare che non ci sono limiti oltre i quali non si possa spingere la politica, anche quando essa rasenta quel “familismo amorale“ che Banfield scoprì a Chiaromonte, quale segno caratteristico della cultura meridionale”.
Ci rivolgiamo pertanto al presidente e alla segretaria del PD, e alle segreterie dei partiti del centrosinistra, chiedendo che non si faccia rientrare il listino attraverso il familismo! Non è impossibile. Ci vuole solo un po’ di coraggio.
Giuseppe Pace – Presidente del CIACP – Matera
Giovanni Caserta – Responsabile culturale del CIACP -Matera
Pio Abiusi – Matera
Angelo Labbate – Accettura
Vincenzo Montagna – Policoro
Angelo Tataranno – Bernalda
PS. Si legge da qualche parte che si vorrebbe “ripescare” il listino. Se così fosse, non esitiamo a dire che si ripescherebbe una vergogna.