Ai consiglieri comunali del Partito Democratico di Matera
Desidero innanzitutto esprimere ai consiglieri comunali un sincero ringraziamento per avermi rivolto parole di stima e di amicizia ed in particolare per aver voluto rimarcare la disponibilità a lavorare insieme in un clima di solidarietà e di impegno comune nella prospettiva di costruire un grande Partito Democratico.
In più occasioni ho avuto modo di mettere in risalto il grande lavoro dei consiglieri comunali, nonché l’ unità, la passione e l’incisività che hanno sempre caratterizzato la loro attività politica in seno all’Amministrazione comunale.
La sofferta decisione di abbandonare il Partito Democratico ha altre radici che non possono non intrecciarsi con il ruolo che ho ricoperto di segretario cittadino dei DS in un lungo periodo temporale che va dal 2003 al 2007 e di segretario del PD nell’anno in corso.
Come segretario politico ho sempre proposto e perseguito con forza e determinazione la strada del governo unitario del partito, essendo profondamente convinto che solo l’unità avrebbe potuto migliorare la qualità della vita associativa, in quanto strettamente connessa con la qualità politica e con la capacità di valorizzare le tante risorse , intelligenze e competenze presenti.
Tutto questo non è accaduto e ciò ha costituito un fallimento della mia gestione di segretario, di cui mi assumo tutte le responsabilità che hanno finito con l’essere determinanti nella decisione di lasciare il partito.
Quello che è avvenuto, invece, è andato nella direzione esattamente opposta: all’esterno il partito ha finito con l’essere percepito diviso in gruppi, correnti, sensibilità, fazioni contribuendo a provocare nell’opinione pubblica quel diffuso senso dell’antipolitica che sempre più si sta diffondendo non solo in quelle fasce di popolazione tradizionalmente lontane da un impegno politico,ma anche in quelle che si sono dimostrate sempre attente.
La domanda di unità che viene dalla nostra base è stata in larga parte disattesa; non siamo riusciti a costruire all’interno del partito un rapporto di fiducia reciproca ed un confronto costante con gli iscritti e con i cittadini.
Così come, nel dover individuare democratiche o democratici per ricoprire ruoli a vari livelli di responsabilità, non si è tenuto conto del loro radicamento in un determinato territorio, facendo molte volte scelte in nome di non meglio identificati equilibri politici.
Non siamo riusciti ad evitare che la vita democratica all’interno del partito fosse regolata e scandita da maggioranze e minoranze precostituite, intorno a singole personalità, senza nessuna possibilità di contaminazione; sarebbe stato necessario, invece, che le scelte fossero state determinate da maggioranze variabili, non precostituite, plasmate di volta in volta in seguito alla discussione sui singoli problemi del nostro territorio e sulle conseguenti scelte ed azioni da intraprendere.
La sfida di un partito è questa: costruire su basi realmente democratiche, fondate sul confronto e sulla libertà di fare delle scelte, un partito nuovo, dello sviluppo sostenibile, della cittadinanza e dei diritti, dell’innovazione, del merito e della democrazia.
Un partito che promuova il rinnovamento generazionale e l’uguaglianza di genere.
Un partito dei diritti che metta al centro della politica l’uguaglianza delle opportunità per ogni persona, la disponibilità di servizi sociali che riducano la solitudine di cittadini e famiglie, la promozione di politiche che superino ogni forma di barriera sociale e di discriminazione.
Ma per poter raggiungere questi risultati, occorre che emerga con forza la necessità di aprire una discussione ampia e sincera sul sistema di relazioni all’interno del partito e spostare tutta l’attenzione e l’attività politica sui tanti problemi che attanagliano la nostra comunità, abbandonando definitivamente la politica dei posizionamenti.
Occorre evitare di andare su una rotta di collisione con la tradizione popolare del Partito Democratico, con la sua etica, fondata sul legame sociale, sul primato della coesione e dello spirito pubblico.
Il Partito Democratico ha donne e uomini capaci di essere protagonisti di un effettivo cambiamento del modo di fare Politica. Questa è la mia speranza e la mia convinzione.
Il Partito Democratico è nel mio cuore, ma il disagio che si è impadronito della mia persona non mi consente, per il momento, di tornare sulle mia sofferta decisione.
Espedito Moliterni
Le dimissioni di Espedito Moliterni, per le motivazioni che le illustrano, rappresentano la spia di una condizione di stress nella quale il PD è costretto in una fase delicata di costruzione di una esperienza fondativa e nel vivo di un difficile passaggio congressuale.
Fra l’altro esse determinano ,nella città di Matera nella quale si stanno consumando gli ultimi atti dell’epilogo dell’esperienza del Governo municipale del centro destra, un vuoto di direzione politica che ha bisogno di essere colmato efficacemente e rapidamente.
Sollecitiamo pertanto Espedito Moliterni a non far mancare la sua intelligenza, la sua operosità e la sua esperienza in una fase particolarmente significativa e importante della vicenda politica cittadina.
A Moliterni intendiamo dare sinceramente atto di un impegno costante ed elevato pur in una situazione carica di difficoltà anche per le asprezze di un confronto politico che ha bisogno, con il concorso di tutti, di recuperare toni costruttivi e obiettivi unitari.
Per questa ragione rivolgiamo a Espedito Moliterni, apprezzandone la sensibilità e il senso di responsabilità, una pressante sollecitazione a non insistere nella sofferta e comprensibile determinazione di disimpegno verso le sfide, i valori e le prospettive legati alla costruzione del Partito Democratico nella città di Matera e a riprendere, in un rinnovato clima di solidarietà e di impegno comune, la guida del Partito, portandolo a conseguire i risultati che sono stati e sono nelle sue e nelle nostre speranze.
I CONSIGLIERI COMUNALI DEL P.D. AL COMUNE DI MATERA