Si è svolta nella libreia dell’Arco di via Ridola la conferenza stampa indetta dalle associazioni Legambiente, Cittadinanza Attiva, Fai, Italia nostra, Circolo Carlo Levi, Città plurale, Mutamenti a Mezzogiorno per presentare alla città, alle istituzioni locali, alle forze sociali e politiche, la loro proposta di “manifestazione di interesse” sui piani di lottizzazione. Le associazioni sono pronte a porre la massima attenzione sul rispetto delle previsioni del Piano Regolatore Generale, la tutela delle aree peri-urbane, dell’ex Barilla o dell’ex Mulino Alvino. E chiederanno al Comune di favorire le richieste, se compatibili, con gli strumenti urbanistici, avanzate da Enti Pubblici finalizzate a realizzare edilizia economica e popolare e agevolata a canone ridotto. Hanno inoltre annunciato che inviteranno il Sindaco Adduce, che più volte ha espresso la sua contrarietà alla legge regionale sul piano casa, al rispetto degli impegni assunti con le delibere di giunta n.75 del 13 maggio 2010 e n. 225 del 4 giugno 2010. Rivolgeranno un appello alla Maggioranza consigliare di centro sinistra richiamandola alla rigorosa attuazione del programma elettorale le cui linee programmatiche sono state approvate con delibera del consiglio comunale il 24 maggio 2010. Inviteranno le opposizioni a vigilare e contrastare programmi di espansione urbana in deroga. Le associazioni hanno inviato un comunicato appello al presidente della Giunta Regionale e ai Gruppi consiliari per modificare la legge regionale sul piano casa chela ritenevano molto permissiva di tutte le altre prodotte a seguito dell’accordo Stato-Regione per il rilancio dell’economia in tema edilizio chiedendo di eliminare gli articoli 4 (che promuove e valuta i programmi integrati di edilizia residenziale nei comuni ad alta densità abitativa in deroga agli strumenti urbanistici comunali) e 5 ( la Regione oltre a consentire interventi straordinari di riutilizzo a fini volumetrici di superfici coperte e libere dei piani di terra di edifici esistenti sempre in deroga agli strumenti urbanistici e autorizza i mutamenti di destinazione d’uso a fini residenziali di immobili non connessi a trasformazioni fisiche) i cui contenuti non sono stati previsti in altre leggi regionali vedi Puglia e Toscana.
Marino Trizio per Città Plurale dichiara: “Siamo qui per criticare il piano casa presentato dalla Regione Basilicata nell’agosto del 2009, piano che recepisce la Legge nazionale sul Piano Casa nella maniera peggiore, con la possibilità per i privati di presentare le “manifestazioni di interesse” nei luoghi urbani e perturbani. Noi come associazione chiediamo che tutte le manifestazioni di interesse vengano discusse dalla comunità attraverso forme di reale partecipazione. Il Comune ha il Piano Conoscitivo, il Piano Urbanistico e Strutturale ed è bene che attraverso questi strumenti di pianificazione si possa riflettere insieme su cosa serve a questa città. Altre città italiane non chiedono espansioni e noi chiediamo che questa città non vada incontro a deroghe agli strumenti”.
Michele Saponaro: “Il perimetro periurbano si può riprendere e credo che fa buon gioco chi inseguendo le emergenze del mercato edilizio possa occupare e lanciare l’economia regionale senza vedere quali sono gli effetti collaterali negativi . Il periubano intorno al Piano regolatore non è stato mai definito e c’è una domanda di senso nella città”.
Alfonso Pontrandolfi, già sindaco di Matera: “La Barilla una trasformazione l’avrà ma è importante che l’area venga destinata a verde o ad altre esigenze legate al cinema, visto che è imminente l’istituzione di una film commission. E’ un’area che va trasformata attraverso un ragionamento di cui la città si deve fare carico. Non può la zona Barilla passare per una situazione emergenziale. Bisogna fermarsi per vedere chiaro sul destino di questo territorio e avere il coraggio di mettere in moto un Piano edificatorio condiviso”
Emanuele Curti: “Non siamo contro a prescingere ma per una visione globale della città non è possibile presentare progetti se c’è il primario bisogno di andare a recuperare alloggi che ci sono. Bisogna fare politica del recupero e decrescita con appartamenti sfitti anziché andare a cementificare e progetti in questo senso sono ben accetti. I partiti non sono più in grado di esprimere una cultura in qesta città. Noi ci assumiamo le nostre responsabilità al richiamo di una politica seria”.
Michele Morelli: “La situazione è gravissima perché vi sono ipotesi di trasformazione che stravolgono questa città. I progetti presentati vanno verificati. Questa città più che all’espansione deve mirare al recupero degli alloggi che vi sono”.
Pio Acito: “I duemila appartamenti che vi sono in città sono imboscati dagli stessi imprenditori che immettono sul mercato appartamenti a 4000 euro al mq. La città di Matera non è più in grado di sopportare le spese di espansione. La città è dimensionata per ottantamila abitanti e i regali agli speculatori sono stati fatti. Ora va conservato il recupero edilizio. Invito a fare gli investimenti negli appartamenti che ci sono e non a mettere le mani su aree come Barilla per cementificare”.
Angelo Bianchi: “Come si giustifica un Piano che eccede? Bisogna recuperare il ruolo di Matera e le spese si ridurrebbero di molto”.
Carlo Abbatino
{phocagallery view=category|categoryid=341}
LA RESA DEI CONTI. LA REGIONE, IL PIANO CASA E LE SPINTE SPECULATIVE
In questi giorni sono state pubblicate le ultime decisioni assunte dalla giunta regionale in merito alla realizzazione di programmi di edilizia residenziale in deroga agli strumenti urbanistici in base all’art. 4 della legge regionale n. 25 del 7 agosto del 2009, riguardante il cosiddetto piano casa.
A dirla così, sembrerebbe una cosa seria, un provvedimento a favore dei cittadini che aspirano ad avere una casa a basso costo. Ma così non è. Quanto deciso dalla giunta regionale rischia di provocare il colpo di grazia per la nostra città. La delibera, pubblicata il 16/10/2010 sul bollettino ufficiale, fissi i tempi e i criteri per la candidatura/approvazione dei progetti di nuova edificazione sia in ambito urbano che in zone agricole contigue alla città. La regione, con questo ennesimo provvedimento, ribadisce la volontà di promuovere la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, prevalentemente di edilizia privata, su aree attualmente non edificabili, in deroga agli strumenti urbanistici e per quantità illimitate. La novità più scandalosa della legge 25 dell’agosto del 2009, sta nell’aver azzerato qualsiasi processo di partecipazione da parte dei cittadini. Tutta la partita si giocherà in tempi strettissimi, a porte chiuse e senza arbitro.
I comuni, secondo la norma, ad alta tensione abitativa e con popolazione superiore ai diecimila abitanti potranno proporre nuovi programmi edilizi seguendo, come abbiamo detto, la tempistica e gli schemi di bando approvati. I comuni interessati nella nostra provincia sono: Matera, Nova Siri, Policoro, Bernalda, Montescaglioso e Pisticci. Comuni, secondo la regione, ad alta tensione abitativa.
Eppure, gli esperti ci dicono, da anni, che la nostra regione decresce, con una densità abitativa davvero ai limiti della sopravvivenza.
Il crono-programma dettato dalla Regione
I Comuni interessati entro 15 giorni dalla data di pubblicazione della delibera (entro il 31 Ottobre 31/10/2010) dovranno pubblicare un invito teso a ricevere manifestazione di interesse da parte di soggetti privati a candidare proposte di edilizia residenziale in deroga agli strumenti urbanistici. Le manifestazioni di interesse da parte dei privati dovranno pervenire presso i comuni nei successivi 15 giorni. Nei 45 giorni a seguire, i comuni, con un apposita delibera, dovranno rendere noti “i dati relativi alla situazione di tensione abitativa”, individuare “gli ambiti urbani e/o peri-urbani d’intervento”, approvare “ il bando per la presentazione delle proposte”. Le proposte dovranno essere trasmesse al comune nei successivi 45 giorni dalla pubblicazione dei bandi. Le amministrazioni, nei successivi 30 giorni, dovranno selezionare le proposte ritenute ammissibili e trasmetterle alla Regione che a sua volta, entro ulteriori 30 giorni, provvederà ad approvarle.
Si ha l’impressione che l’ente regionale, governato da una maggioranza di centro sinistra, invece di neutralizzare gli effetti delle politiche di deregulation promosse dal governo nazionale di centro destra (cosa che ha fatto la Puglia), interviene a gamba tesa sui territori, mettendo sotto pressione le comunità e alimentando la domanda speculativa.
E’ vero che la direttiva stabilisce che i programmi di nuova espansione della città possono essere proposti esclusivamente dai comuni. Nessuno li obbliga.
In effetti, i comuni potrebbero decidere di non ricorrere alla deroga agli strumenti urbanistici per una serie di ragioni. Un comune virtuoso non si affiderebbe mai allo strumento della deroga o del condono per risolvere i complessi problemi del governo del territorio. Un comune virtuoso sa cos’è la pianificazione/programmazione e come si governa la domanda di trasformazione, in un quadro coerente, eco-sostenibile e condiviso socialmente.
Oppure, decidere di avvalersi della deroga solo per i programmi che ricadono in ambito urbano, escludendo nuove aree di espansione.
Le amministrazioni più spregiudicate tenteranno di raccogliere il massimo dalla legge deroga.
In ogni caso, le risoluzioni spetteranno ai consigli comunali, eludendo i processi partecipativi previsti dalle leggi ordinarie.
Si chiede al nostro comune di elaborare, in poche settimane, “i dati relativi alla situazione di tensione abitativa”, in altre parole di redigere l’anagrafe abitativa, cosa che non è mai riuscita a fare da decenni.
Il nostro sindaco, in coerenza con il programma elettorale, ha più volte manifestato il proprio dissenso sulla legge regionale, sui nuovi programmi di espansione edilizia adottati dalla passata amministrazione e dal commissario prefettizio (Matera ‘90 e l’ex Barilla).
Sarà questa la linea della maggioranza o cambierà? Nelle prossime settimane vedremo.
Le grandi manovre sono iniziate già da tempo, il partito del mattone sembra aver ripreso a tessere.
Non riusciamo a capire, per esempio, per quale ragione per costruire edilizia sociale a vendere (tipo cooperative,agevolata, convenzionata), che pure produce guadagni per chi la realizza, questa volta si regala alla rendita speculativa il 60% delle volumetrie per l’edilizia privata destinata al libero mercato.
Tutto questo senza costruire nemmeno un metro quadrato di case popolari.
La premialità non consiste forse nel cambio di destinazione d’uso dei suoli in deroga agli strumenti urbanistici?
Costruire e vendere case a prezzi agevolati non vuol dire affatto zero guadagni per chi la realizza.
Nei decenni passati, le “imprese” che hanno attuato i piani di edilizia sociale (vedi peep di san Giacomo II, Agna, Arco, ecc.) hanno realizzato utili e nessuno ha sofferto la fame.
Se proprio si deve procedere in deroga agli strumenti urbanistici è opportuno modificare profondamente la filosofia dei bandi predisposti dalla regione. Questo si può fare, se si vuole realizzare davvero edilizia sociale, a prevalenza economica e popolare.
Per cercare di contrastare più possibile la speculazione edilizia, che è insita nei programmi edilizi dei piani casa così come sono stati concepiti dal governo nazionale e dalla nostra regione, è opportuno mobilitarsi, essere vigili e promuovere iniziative per informare i cittadini sui pericoli che la città potrebbe correre nelle prossime settimane.
La città è cosa nostra e rischia di diventare affare loro.
Firmiamo la petizione contro la speculazione edilizia nella città dei Sassi
Grazie alla legge regionale n. 25/2009 (“piano casa”) nelle prossime settimane il comune di Matera potrebbe approvare una serie di progetti di lottizzazione privata in deroga al Piano Regolatore Generale. Tutti i terreni confinanti con il perimetro urbano, l’ex Barilla, l´ex mulino Alvino, aree destinate a servizi collettivi, rischiano di trasformarsi in imponenti interventi di cementificazione a vantaggio del partito del mattone. Partito che, nei momenti cruciali della storia degli ultimi quarant´anni, ha sempre saputo far quadrare i propri conti a discapito degli interessi collettivi. Questo è il momento per dire “io non ci sto”.
Dai il tuo contributo firmando virtualmente la petizione.
Mutamenti a mezzogiorno
Appello al Presidente della Giunta Regionale e ai Gruppi politici presenti in Consiglio Regionale: “Modificate la legge regionale sul piano casa”
In merito alla legge regionale sul cosiddetto piano casa, chiediamo al Presidente della Giunta Regionale e a i Gruppi Politici presenti in consiglio di sospendere e rivedere il testo approvato la scorsa estate.
Come abbiamo già detto in altri interventi, la nostra legge regionale è stata definita la più permissiva di tutte le altre fin qui prodotte a seguito dell’accordo Stato-Regione per il rilancio dell’economia in tema edilizio.
Chiediamo al Consiglio Regionale di eliminare l’articolo 4 e 5 della legge, i cui contenuti non sono stati previsti in altre leggi regionali, come ad esempio in Puglia e Toscana.
L’articolo 4 si riferisce alla possibilità che la Regione Basilicata, attraverso procedure di evidenza pubblica, possa promuove e valutare la realizzazione di programmi integrati di edilizia residenziale nei comuni ad alta densità abitativa, ovviamente in deroga agli strumenti urbanistici comunali. Per la loro approvazione e attuazione, per la Regione basta un accordo di programma. Tutto questo in deroga non solo alle leggi e ai regimi urbanistici vigenti, ma anche al principio di autonomia dei territori e alle procedure partecipative previsti dal testo unico sugli enti locali e dagli statuti comunali. Noi pensiamo che spetterebbe ai comuni, in relazione alla competenza primaria e prevalente, valutare e promuovere programmi integrati.
Con l’articolo 5 la Regione, oltre a consentire interventi straordinari di riutilizzo a fini volumetrici di superfici coperte e libere dei piani terra di edifici esistenti, sempre in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, autorizza in forma generalizzata i mutamenti di destinazione d’uso, a fini soprattutto residenziali, di immobili non connessi a trasformazioni fisiche. Per accedere a questa ultima agevolazione non è richiesta la certificazione energetica, il rispetto delle norme in zona sismica, nessun onere economico.
Chiediamo che i piani e gli interventi operativi ritornino ad essere di stretta competenza comunale (alla regione spetta definire obiettivi generali e procedure per la pianificazione territoriale, ai comuni spetta il governo e la gestione dei piani e programmi operativi).
Chiediamo la modifica dell’articolo 6 per riconsegnare ai Comuni, quale autorità di governo del territorio, la piena autonomia sulle politiche urbane.
Questa legge non riconosce ai Comuni la facoltà di escludere, per ragioni di tutela, ulteriori ambiti, sia urbani che extraurbani, oltre quelli indicati dalla legge. I comuni, secondo quanto stabilito dalla legge regionale, non possono impedire la realizzare di interventi di ampliamento previsti dall’articolo 2 o di demolizione e ricostruzione previsti dall’articolo 3, anche se si tratta di immobili bisognosi di tutela e valorizzazione non soggetti a conservazione dagli attuali strumenti urbanistici.
Chiediamo al Sindaco di Matera, che in occasione della presentazione della legge ha espresso dissenso e preoccupazione, di promuovere un’iniziativa forte in sede di ANCI-Basilicata (associazione nazionale dei comuni) affinché si faccia carico degli interessi delle autonomie locali, ponendo, se necessario, la questione di legittimità dinanzi alla Corte Costituzionale .