Ad un anno dall’avvio del conflitto in Ucraina riportiamo le riflessioni del politologo materano Franco Vespe.
E’ un anno esatto che ha avuto inizio la guerra in Ucraina. Tutto è stato detto su questa guerra di conquista dal sapor novecentesco che credevamo aver buttato definitivamente alle nostre spalle, almeno in Europa. Una guerra di occupazione, in violazione della sovranità nazionale di un altro paese, in barba alle più sacrosante regole del diritto internazionale. Una guerra ispirata dal becero neo-imperialismo russo Putiniano che sta praticamente radendo al suolo un intero grande paese come l’Ucraina. I supporters “pacifisti” di Putin, per giustificarne le malefatte, invocano i famigerati trattati di Minsk che l’Ucraina fu costretta a firmare con la pistola puntata alla tempia, dopo aver subito lo scippo della Crimea. In verità questa guerra è l’ennesimo episodio criminale di Putin che vuole fagocitare anche il Donbass con il pretesto di proteggere la “minoranza” Russa. Facendo un parallelo: è come se l’Austria volesse occupare il Trentino Alto Adige per proteggere la minoranza tedesca. Un precedente orribilmente simile, fu l’occupazione brutale della Cecoslovacchiada parte di Hitler con il pretesto di proteggere la minoranza tedesca dei Sudeti. Quindi Putin ci ha riproposto un film già visto girato da Adolfo suo simile. In verità, l’accordo, di gran lunga più pesante ed importante di Minsk, fu quello di Budapest stipulato nel 1994 quando l’Ucraina cedette il suo arsenale nucleare alla Russia che, in cambio,promise l’intangibilità dei confini ucraini con inclusi Crimea eDonbass. In quel trattato le grandi potenze USA e Gran Bretagna si proposero come garanti dell’accordo. Stando a quel trattato USA e Gran Bretagna avrebbero dovuto intervenire con proprie forze militari in soccorso dell’Ucraina nel 2022! Ma la cosa per ovvi motivi, non è possibile che accada. Il tipo di sostegno scelto dall’Europa e gli USA è stato pertanto il minimo sindacale per far rimanere “in partita” l’Ucraina. Questa aggressione poi si è condita di truci elementi ideologici suggeriti dal mago Telma-Kiril: una crociata contro le democrazie occidentali ed i suoi costumi lassisti e gomorristici.
Francamente incomprensibile la posizione di sedicenti “pacifisti”che credono di essere colombe dalle “anime candide” per il solo fatto di essere contrari alla fornitura di armi da parte del nostro paese ed a favore della via diplomatica che i “cattivoni” degli yankee ed i loro vassalli europei, non vogliono assolutamente intraprendere. Nei fatti avvallanoil tentativo di cancellare l’Ucraina dalle mappe geografiche. Così come lo vogliono coloro che fanno dell’avversione agli USA ed alla NATO, un riflesso condizionato ideologico. Insopportabile poi questo strattonare per il bavero da parte di costoro,il pensiero di Papa Francesco. Odioso quanto esordiscono: io la penso come papa Francesco! Ma si sono mai letti o ascoltato ciò che pensa veramente papa Francesco? Ha sempre un pensiero fisso, sgomento per il “martoriato popolo Ucraino”. Il suo giudizio ed il suo soccorso è sempre e soltanto in loro favore e severo nei confronti dell’invasore! Sbagliano costoro nel pensare che la via diplomatica è totalmente alternativa alla belligeranza. In ogni guerra, la via diplomatica, aldilà di dichiarazioni, a volte roboanti, a volta ringhiose, non si chiude mai. Anzi! Proprio durante la guerra i canali diplomatici si ri-aprono con più intensità. Ma non si possono aprire credendo che la ragione sia tutta da una parte. Non lo è mai stato e non lo è nemmeno in questo caso. Questo dice il Papa!Ora solo dal riconoscimento reciproco delle ragioni altrui si può avviare una mediazione diplomatica. Ora qual è la colpa che l’occidente e gli USA hanno nei confronti della Russia?Al netto dei trattati mai rispettati e delle rozze mire espansionistiche revansciste neo-zariste che oggi la fanno stare dalla parte del torto, la Russia avrebbe meritato maggior rispetto! Lo disse molto bene Schönbach, ex capo di stato maggiore tedesco, e lo ha detto un pacato giornalista di cui non mi sovviene il nome. Questo mancato rispetto non è dovuto all’allargamento della NATO con i paesi che avevano ancora nelle ossa i brividi di paura per un paventato risucchio sotto le ali del patto di Varsavia. Questa scelta si chiama auto-determinazione dei popoli! Questo mancato rispetto invece lo si è avuto negli ultimi 15 anni quando gli USA hanno trattato la Russia come fosse una potenza regionale e, di conseguenza, non più ritenuto un valido interlocutore con il quale discutere i “destini del mondo”. E’ si in declino ma pur sempre rimane la nazione con il più possente arsenale nucleare! E solo per questo avrebbe meritato il massimo rispetto. La vera domanda che occorre porsi adesso è se la situazione e gli spiragli di trattative si siano o meno allargate oggi dopo un anno di terribile devastazione e morte del popolo ucraino, con la prospettiva di combattere una lunghissima guerra di attrito. Dicevamo un anno fa che uno dei possibili decisivi attori che potevano aprire vie diplomatiche di pace, era la Cina. C’è voluto un anno perché finalmente la Cina si muovesse su questo scacchiere e si decidesse a recarsi a Mosca per proporre la sua “roadmap” di pace. La Cina ha tutta una sua logica nell’agire, molto spesso ambigua. Tuttavia mai come oggi il suo intervento potrebbe essere decisivo. Potrebbe far ragionare Putin. E’ l’unico che ha argomenti per poter fermare la guerra oggi. Potrebbe però anche alimentare il sogno imperialista neo-zarista di Putin fornendogli nuove armi, come stanno adombrando gli USA. Se così fosse ci sarebbe dolo ideologico e le conseguenze potrebbero essere irreparabili. Ma confidiamo nell’intenzione della Cina di voler esclusivamente prosperare pacificamente. E l’Europa ?E’ la più diretta interessata alla questione con l’irrequieto “Putin” alle porte. Al contrario di quanto possa sembrare, pur se con i dovuti distinguo, mai come in questo momento, sembra aver recuperato compattezza. Tuttavia è debole militarmente (la parte del leone la fanno gli anglo sassoni ed i turchi!). Eppure l’Europa per contare di più nello scacchiere mondiale, non solo deve essere maggiormente unità ma, soprattutto, non può pensarsi separata dal grandissimo popolo russo che è stato uno dei grandi protagonisti della storia politica e culturale dell’Europa. Il sogno deve essere quello di un Europa con dentro la Russia. E’ un sogno sfiorato un paio di volte. Con il governo Eltsin filo occidentale che si aprì all’Europa nei primi anni 90 anche in termini di democratizzazione del paese. Una seconda volta nel 2002 con il trattato di Pratica di Mare, con il quale si tracciò una roadmap per l’entrata nella NATO della stessa Russia per fare fronte comune contro il terrorismo internazionale. Fu quest’ultimo un capolavoro quasi riuscito, imbastito da Berlusconi. Questo sogno si è drammaticamente allontanato, ma occorre proprio oggi crederci con maggior energia e vigore. Pensate cosa potrebbe essere l’Europa con una Russia dentro! Sarebbe la terza super potenza mondiale! Separati invece siamo destinati a fare da comprimari, se non proprio comparse, in orbita intorno alle due superpotenze. L’Europa certamente in questo frangente non può che sostenere, per quello che può, lo sforzo difensivo dell’Ucraina; ma deve anche non rendere irreversibile la rottura con la grande madre Russia. E se si proponesse alla Russia di entrare nell’Unione Europea come compenso per far tacere le armi? Almeno proviamoci. Per piacere Von Der Leyen facciamolo questo tentativo: mandami a parlare con Putin!