A vent’anni dalla morte di Vincenzo Verrastro ricordiamo l’uomo e il politico che incrocia una stagione complessa e dialettica, di passione e di impegno civile che mette le radici al regionalismo in quegli anni Settanta in cui la democrazia ha saputo resistere nella dialettica politica di diverse matrici culturali ed ideali a difesa dello Stato e nella messa a valore del territorio e delle autonomie locali.
Queste due tendenze che rendono ancora più forte l’ancoraggio costituzionale insieme all’unicità della Repubblica e alle forme di autonomia e decentramento andrebbero recuperate per mettere più solide le basi storiche e culturali al dibattito in corso sulla “autonomia differenziata”.
Forse sarebbe il caso che a partire dalla figura di Vincenzo Verrastro si compia questo sforzo e si consolidi una visione di futuro che appare oggettivamente strattonata da una torsione più secessionistica che autonomistica.