20 anni dalla protesta di Scanzano Jonico, Scanziamo le scorie: 20 anni dalla parte giusta. Di seguito la nota integrale.
La protesta di Scanzano contro il deposito nazionale di scorie nucleari era fondata su una causa veramente giusta. Le quindici giornate di civile e pacifica protesta non derivano da una presa di posizione degli abitanti di un piccolo paese della Basilicata, ma dalla consapevolezza che c’era qualcosa per cui valeva la pena lottare, forse non era ancora chiaro al popolo lucano, ma era qualcosa di forte e di questo l’intero Paese se n’è accorto nel giro di poche ore.
In occasione del ventennale della protesta è di fondamentale importanza ricordarlo. Oggi, dopo 20 anni, quello slancio che ha portato il popolo lucano a mobilitarsi è più chiaro.
Quelle giornate non solo sono state determinanti per la tutela della cultura e dell’identità di un territorio intriso di storia come il nostro, ma hanno inciso profondamente sull’indirizzo energetico del Paese tutto.
Hanno evitato il ritorno della produzione di energia nucleare e dei rifiuti radioattivi, per i quali ancora oggi non sono state trovate soluzioni definitive per la gestione in sicurezza.
Al tempo, nonostante si trattasse di una decisione scellerata dal punto di vista ambientale e sociale, il Governo di allora presieduto da Berlusconi e spinto da millantatori locali aveva deciso sconsideratamente di sistemare i rifiuti radioattivi nella miniera di salgemma nell’agro di Terzo Cavone a Scanzano.
Un luogo dove anche i più giovani si rendono conto degli enormi interessi che ancora vi ruotano e che alimentano uno sviluppo distorto di quell’area nella quale insiste l’incompiuta Città della Pace, questa fortemente voluta dall’amica Premio Nobel Betty Williams e purtroppo ostacolata da decisori locali.
Venti anni dopo quella gloriosa esperienza che scongiurò un destino nefasto per Scanzano e il Mezzogiorno, il dibattito aperto sul nucleare e per l’individuazione del deposito nazionale delle scorie radioattive continua a fondarsi e a proseguire senza alcuna emancipazione scientifica. Il nucleare pulito, a differenza di quello che qualcuno vuol far credere, non esiste e il problema delle scorie radioattive rimane ancora irrisolto in tutto il mondo.
L’unico aspetto innovativo interessante che emerge è la volontà di ospitare il deposito nazionale manifestata da parte del sindaco di Trino (VC), un comune del Piemonte, regione nella quale insiste oggi il 73% dei rifiuti radioattivi nazionali. Ciò è sintomatico degli enormi interessi in gioco e delle dinamiche di potere ancora alla base delle decisioni che riguardano l’opera che oggi diversamente dal 2003 è contesa anche da altri gruppi di pressione.
Ricorderemo con diverse iniziative nei prossimi quindici giorni la grande vittoria popolare di Scanzano: per rafforzare la coesione tra i volontari antinucleari della nostra Associazione, per mantenere vivo lo spirito di quei giorni e per ricordare che la lotta per la difesa del nostro territorio e dell’ambiente è oggi più che mai una priorità.
A venti anni da quelle gloriose giornate siamo sempre fortemente convinti che il protagonismo popolare liberato in quella che fu una grande prova di fermezza e civiltà della nostra gente sia servito e serve ancora agli interessi di tutti, non solo dei Lucani ma dell’intera società e soprattutto delle future generazioni.
La causa è così alta che merita ancora di essere servita, anche a costo di enormi sacrifici.
Con questa consapevolezza di servire una grande e giusta causa, ognuno può dire di aver compiuto il proprio dovere di uomo e di cittadino.