Sono trascorsi esattamente venti anni da quando, nella splendida città di Palermo, simbolo della lotta alla criminalità organizzata, si appose la firma alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, adottata a novembre del 2000 ed entrata in vigore a settembre del 2003 con l’adesione, ad oggi, di 190 paesi dell’ONU. Questa convenzione rappresenta la prima intesa tra i Paesi sottoscrittori per combattere il fenomeno criminoso non più in modo solitario ma con la concertazione e la collaborazione di ogni singolo Paese condividendo esperienze, strumenti e competenze. Fu proprio il giudice Giovanni Falcone, morto il 23 maggio del 1992, nell’attentato di stampo terroristico – mafioso di Capaci compiuto da Cosa nostra, a chiedere un impegno globale nella lotta alla mafia, durante il suo intervento alla prima sessione sulla prevenzione del crimine delle Nazioni Unite tenutasi a Vienna.
“Giovanni Falcone e tutti coloro che ogni giorno sono impegnati nel contrasto alla criminalità sono ben consapevoli di quanto organizzata e capillare essa sia. Per questo la cooperazione tra i Paesi fu, di fatto, il primo inizio di un percorso che, oggi, ci vede collaborare insieme per combattere la criminalità, condividendo le migliori esperienze e strumenti che ogni singolo Paese ha a disposizione. La Convenzione di Palermo, infatti, rappresenta lo strumento più importante, ampio e condiviso per il contrasto alla criminalità organizzata”.
Così il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala, e presidente del Coordinamento delle Commissioni e Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità della Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, in occasione dei venti anni dall’adozione della convenzione.
Questa convenzione consente di adottare strumenti avanzati come la protezione dei testimoni, la prevenzione, l’analisi criminale, l’impiego delle migliori tecnologie, operazioni sotto copertura e soprattutto la cooperazione tra gli stati sottoscrittori della convenzione per una più articolata e condivisa attività di lotta alla criminalità organizzata transnazionale.
“Non ci dimentichiamo – prosegue il presidente Cicala – quanto importante sia anche l’attività di sensibilizzazione, soprattutto per i giovani, nel contrasto alla criminalità. Le Istituzioni devono essere ancor di più vigli e coese in questo momento storico in cui tanti soldi verranno immessi nel circuito economico con il programma ‘Next generation Eu’, che possono diventare occasione di interesse da parte della criminalità. Dobbiamo evitare che famiglie e imprese costrette a fronteggiare una crisi economica senza precedenti nella storia mondiale degli ultimi decenni vengano tratte in inganno dalla criminalità. Le Istituzioni – conclude Cicala – devono adoperarsi perché ciò non accada e perché le famiglie e le imprese trovino nelle Istituzioni il vero ed unico sostegno”.