il 21 settembre è la giornata internazionale della Pace, intervento senatore Lomuti (M5s). Di seguito la nota integrale.
è un’occorrenza importante per ricordarci uno degli elementi essenziali della vita umana, è una occasione per condividere la comprensione che la Pace è un argomento speciale, una cosa straordinaria senza la quale il progresso umano non è possibile.
Questa giornata deve essere motivo per dare spazio a quelle voci che ci rammentano che la vita può e deve essere vissuta con armonia, dignità e convivenza civile.
Tanti accadimenti ci distraggono ogni giorno, ma non dovremmo mai essere distratti dal bisogno di vivere in Pace.
Circa 10mila i bambini ogni anno vengono uccisi o mutilati a causa di bombardamenti, mentre si stima che almeno 100mila neonati perdano la vita ogni anno per cause dirette e indirette delle guerre, come malattie e malnutrizione.
Le spese militari mondiali hanno raggiunto i 1.700 miliardi di euro, soldi che vengono spesi per alimentare conflitti, scatenare guerre e sviluppare armi che possano distruggere, in modo efficiente, per distruggere cosa? Esseri umani.
Quanto denaro invece viene speso per la pace ? Molto poco.
Dobbiamo utilizzare le nostre risorse, la nostra intelligenza, e la bontà del nostro cuore per portare avanti la pace, per lavorare per la pace.
Questa non è soltanto una convinzione ma è un obiettivo che possiamo perseguire.
La pace è l’unica battaglia che meriti di essere combattuta, per cui impegnarsi, non è una utopia, non è impossibile, perchè lo stato d’animo delle persone è predisposta alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia, alla libertà.
La Pace è una necessità di ogni singola persona è la cosa migliore per rappresentare la nostra vita, per questo dobbiamo continuare ad alimentare il desiderio e l’impegno per la Pace.
la soluzione non è nella rabbia, la violenza non sconfigge la violenza, la pace non si può conquistare con la forza delle armi, la guerra non è un esempio di civiltà, abbiamo perso la cognizione di chi siamo, non possiamo dimenticarci che siamo esseri umani e che tutti desiderano vivere felici, liberi, sereni, rispettati.
Ora più che mai è il momento di parlare di questi argomenti, di mettere questo tema al centro delle nostre azioni, proporre e favorire iniziative legislative in favore dei temi della pace e della dignità umana, affinché diventino prospettive.
Sostenere proposte e programmi che contribuiscano a creare una vera “Cultura della pace” in ambito istituzionale, educativo e culturale, favorendo percorsi di crescita personale e di scambio civile per una cittadinanza consapevole e favorire iniziative di diffusione dei temi della pace e della dignità umana in collaborazione con istituzioni e organismi della società civile.
Esiste la necessità di un’idea rinnovata che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni, che rilanci il ruolo della comunità, basata sulle necessità di ogni singola persona e su un nuovo modello di prosperità.
Il ripudio della guerra è un valore sacro e uno dei pilastri portanti della nostra Repubblica. Ripudiare la guerra significa eliminarla dalle nostre coscienze, ma anche rifiutarsi di entrare in vecchi e nuovi conflitti, liberare il nostro Paese dalle servitù militari, ridurre drasticamente la produzione e l’esportazione di armi, ridurre i costi delle forze armate riconvertendoli in uso civile e sociale.
Il soggetto della pace è spesso tenuto sullo sfondo, come un sogno lontano, può essere invece un impegno reale, individuale e collettivo, che può essere portato alla luce e favorito dalle istituzioni, è il collante che rende ogni politica applicabile ed efficace.
I temi della pace e della dignità umana sono essenziali.
Dobbiamo costruire ‘percorsi di sensibilizzazione alla pace’ nel mondo dell’educazione, nella società, nelle istituzioni, per portare l’individuo di nuovo al centro della conversazione politica e civile.
Ognuno di noi può dare un contributo a ogni livello della società per una evoluzione pacifica del mondo, vi è questa possibilità, questo obiettivo da raggiungere.
Ecco allora a chi si domanda ‘la pace se c’è e come perseguirla’, la nostra risposta deve essere: possiamo perseguirla. Non è un sogno, non è un’utopia, abbiamo di fronte a noi l’esempio di paesi che sono stati in guerra fra di loro e che dopo essersi reciprocamente distrutti, sono stati capaci di mettersi insieme e di gestire insieme il loro avvenire nella libertà e nei rapporti pacifici gli uni con gli altri, con un grande sforzo culturale, etico, politico, diplomatico in modo da riverberare sul resto del mondo le loro idealità, non più utopie.