Riportiamo di seguito l’intervento dell’assessore regionale Cosimo Latronico che, su indicazione del Presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, impossibilitato per motivi familiari, è intervenuto per il governo regionale alle celebrazioni per la Festa della Liberazione organizzate a Potenza.
Festa della Liberazione
Il 25 aprile ci consegna il valore della democrazia che oggi più che mai va difeso come vessillo contro ogni forma di tirannia totalitaria. È la data che ci consente di tornare a parlare del rispetto della dignità umana, del rifiuto di ogni forma di razzismo, di fedeltà ai propri ideali, dei principi di libertà. Parole dense di significato nelle quali sono incardinate le testimonianze di coloro che lottarono per il sogno di una Patria libera.
Le lettere dei soldati condannati a morte per liberare l’Italia dalle forze nazifasciste sono uno straordinario patrimonio in cui si legge il coraggio delle donne e degli uomini pronti a consegnare la propria vita in cambio della libertà e della democrazia. Viva l’Italia libera! Scrivevano in calce, salutando genitori, mogli, fratelli e sorelle scusandosi per le loro scelte, chiedendo perdono per aver deciso di morire per salvare il proprio Paese. Erano ragazzi, poco più che ventenni, che compresero l’importanza di consegnare nelle mani delle generazioni future una società nuova, fondata sulla pacifica convivenza, sulla libertà di pensiero e di azione. Qui a Potenza, a ricordarci il sacrificio dei soldati italiani, c’è la Medaglia d’oro al valor militare Orazio Petruccelli, Comandante del plotone carabinieri della Divisione “Acqui”, a Cefalonia, teatro del più grave eccidio nazista all’indomani della firma dell’armistizio di Cassibile del ’43 dove persero la vita oltre 9mila militari italiani.
Ricordare quei fatti è un’operazione fondamentale di memoria condivisa, perché è lì che è nata la Costituzione italiana, è in quei luoghi che sorse la Repubblica italiana, è lì che la parola libertà ha germogliato. All’unità, alla fratellanza, alla pace nel suo significato più ricco di prosperità, di completezza, di armonia si ispira la nostra Costituzione unitamente all’impegno contro tutte le guerre a favore delle culture di pace.
Ci sono delle responsabilità storiche che ci portano a prendere posizione contro tutti i fascismi della storia dell’umanità. Oggi si dibatte ancora in una sterile guerra di parole sul valore della resistenza e dell’antifascismo, ma occorre ricordare che la resistenza fu un fenomeno plurale e che l’antifascismo si basò sui valori della libertà, della giustizia sociale, dell’uguaglianza e della solidarietà, principi ispiratori della Carta costituzionale. Onoriamo l’unica verità, libera, senza confini, senza pregiudizi di razza e di casta, senza perdere di vista l’umanità e il popolo che soffre e che lotta. Senza dimenticare di rivolgere un pensiero a chi subisce le scelte di politiche scellerate e folli, a chi vive ancora oggi la guerra, alle popolazioni di quei Paesi in cui i conflitti sono ormai parte integrante della loro quotidianità. Guerre poco conosciute, di cui si parla poco o niente, ma si trascinano lasciandosi dietro una lunga scia di morte e distruzione.
La nostra Costituzione fu scritta per guardare lontano, ponendo la parola fine ad un capitolo della storia e scrivendo l’inizio di un altro in una cornice comune di valori che risponde ai principi di libertà e di pacifica convivenza tra popoli. Quel nuovo capitolo è quello che stiamo scrivendo tutti insieme, da 78 anni, con la partecipazione attiva di tutti i cittadini, ricordando che è stata la Costituzione a renderci tali nel riconoscerci tutti i diritti. In questa circostanza come non ricordare, poi, la frase del presidente De Gasperi che istituì con il suo primo governo la festa nazionale del 25 aprile : “Lasciate cadere lo spirito funesto della discordia insieme ai risentimenti ed all’odio! Sia la festa della libertà dell’intera Nazione”. Da rappresentante delle istituzioni, da componente del Governo regionale non posso che confermare il mio impegno ed il nostro impegno affinché la libertà individuale continui ad essere quel bene prezioso da difendere e tutelare, capace di assicurare l’evoluzione e la crescita culturale della nostra società.
Viva la libertà! Viva la Repubblica italiana!